Il Lazio sfida le Agromafie, rendendo inutili i caporali

Zingaretti lancia la sfida alle Agromafie. Ed indica a Salvini un'altra strada per contrastare l'immigrazione clandestina: puntando sulla legalità ed il lavoro di qualità.

Il segnale arriva da Latina: a non troppi chilometri di distanza dalle navi lasciate da giorni in mare con il loro carico di disperati in fuga. L’immigrazione clandestina si combatte in un altro modo: contrastando le imprese che sfruttano i nuovi schiavi, tagliando i rifornimenti a chi guadagna sulla pelle degli ultimi ed ha bisogno di loro per fare soldi, tutelando invece le aziende oneste. A lanciare il segnale alternativo a quello del ministro Matteo Salvini è Nicola Zingaretti con la Regione Lazio.

Nel sud pontino parte una sperimentazione. Riassunta in un protocollo firmato questo pomeriggio a Latina: lo hanno siglato il presidente della Regione Lazio, i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl e dalle organizzazioni datoriali Coldiretti, Cia Lazio, Lega cooperative Lazio, Confcooperative Lazio e Confagricoltura Lazio.

Ad assistere alla firma, il prefetto di Latina Maria Rosa Trio, l’assessore regionale al Lavoro Claudio Di Berardino e la sua collega titolare della delega all’Agricoltura Elisabetta Onorati.

Lavoro ma di qualità

Il protocollo si chiama ‘Per un lavoro di qualità in agricoltura‘. Punta a contrastare il caporalato attraverso una serie di azioni. Innanzitutto, via il sistema dei pulmini con i quali i caporali ogni giorno selezionano gli schiavi da portare sui campi, reclamando una parte della loro paga. Si punterà a sostituirli con un servizio di trasporto gratuito su navetta. E poi una app con cui sostituire fisicamente il caporale: una piattaforma informatica che incrocerà in modo automatico la domanda e l’offerta di lavoro.

Il progetto prevede poi incentivi alle imprese agricole che assumono lavoratori passando attraverso i centri per l’impiego. Tra le altre cose, ha aggiunto l’assessore Claudio Di Berardino «sono previsti sportelli, mediatori culturali per l’inclusione sociale e corsi di formazione mirata alla salute e alla sicurezza sul posto di lavoro».

Sindacati, imprese, prefettura

A monitorare l’applicazione del protocollo sarà un gruppo di coordinamento tra Regione, imprese, sindacati. Verificherà l’attivazione delle azioni, coordinandosi con la task force istituita dalla Prefettura di Latina e con la sezione territoriale della Rete del lavoro agricolo di qualità. È un organismo istituito di recente a Latina presso l’ines. Fa seguito al primo, attivato a Viterbo.

Entro l’estate il protocollo sarà sottoposto a verifica. Nel frattempo dovranno nascere sportelli dedicati al collocamento in agricoltura, liste di prenotazione presso i Centri per l’Impiego. Sono le liste che confluiranno nella App che punta a tagliare fuori i caporali. Al momento della verifica si traccerà anche un bilancio su quanto abbiano funzionato gli incentivi alle imprese agricole per attingere i lavoratori stagionali da quelle liste di prenotazione. 

Il prefetto Maria Rosa Trio ha spiegato che «Le persone devono avere dignità sul lavoro e non devono essere assolutamente sfruttate». Per i sindacati, il segretario della Cisl Lazio Paolo Terrioni ha messo in evidenza che «questo è un primo passo. Il trasporto verso i luoghi di lavoro che deve essere pubblico e la legalità deve entrare nei luoghi di lavoro».

La piovra delle Agromafie

Proprio Terrioni mette a nudo la verità. Il Pontino è la frontiera delle Agromafie. Che si sono infiltrate da tempo nella rete di distribuzione del prodotto, agganciandosi ai centri vitali del Mercato Ortofrutticolo di Fondi, a lungo il più grande in Europa.

Nel Lazio il settore agricolo registra oltre 44mila imprese, dà lavoro a 43.352 dipendenti ed a 24.851 lavoratori autonomi. Ancora oggi il comparto Agricolo rappresenta una voce importante per l’economia del territorio. «Ma il lavoro regolare rappresenta una realtà parziale»- sottolinea Paolo Terrioni.

A dargli ragione sono le cifre del Quarto Rapporto Agromafie secondo le quali sarebbero almeno 40mila i lavoratori irregolari in Agricoltura nel Lazio. «Sottoposti a turni di lavoro massacranti, paghe da fame e condizioni di vita insostenibili» è di pochi mesi fa l’inchiesta che aveva portato alla luce un giro di stupefacenti con i quali far lavorare più a lungo i braccianti evitando di fargli sentire la fatica.

Lotta senza quartiere all’illegalità

Contrasto all’immigrazione clandestina, al lavoro nero. Ma anche all’illegalità. A sottolinearlo è stato Nicola Zingaretti. «Mettiamo in campo una lotta senza quartiere al fenomeno dell’illegalità e del caporalato, che uccide la dignità umana e distrugge il lavoro sano, producendo forme a catena di abbassamento della qualità del lavoro»