Il M5S cambia pelle: via all’Assemblea Regionale per decidere la riorganizzazione

La prima Assemblea Regionale del Movimento 5 Stelle nel Lazio per cambiare pelle sl Partito. Le proposte arrivate dal territorio. Lunedì la sintesi.

Giacca blu informale, camicia senza cravatta: parla per 3 minuti e 57 secondi, senza mai un’indecisione. Aniello Prisco sale sul podio dell’Assemblea Regionale del Movimento 5 Stelle e prende la parola a nome di 16 MeetUp della provincia di Frosinone e dei due consiglieri comunali del capoluogo. È lui a rendere ufficiale la proposta della Ciociaria per la riorganizzazione del Movimento.

Evitare il sorpasso

Lo ha chiesto Luigi Di Maio ai militanti di tutta l’Italia. Lo ha fatto dopo la batosta dei mesi scorsi alle Regionali e ora che i sondaggi confermano il trend a ribasso è tornato alla carica.

Il Movimento è un grande catalizzatore del malcontento nazionale: la gente è ancora arrabbiata con i Partiti tradizionali, delusa dal loro fallimento, l’alternativa annunciata da Nicola Zingaretti sta ancora prendendo forma. C’è spazio per tenere la posizione ed evitare il sorpasso Dem. Ma bisogna radicasi sui territori.

Realtà come Frosinone sono un’eccezione. Luigi Di Maio vuole che crescano. E vuole che sia la base a decide come devono essere strutturati i vertici. Perché così, allo stato brado, si corre il rischio denunciato la settimana sorsa dal consigliere comunale di Anagni Fernando Fioramonti: “Si scambia il principio del Uno vale Uno con il concetto che Uno vale l’altro”.

Organizziamoci così

Cinque pagine, scritte in maniera ordinata, logica. Angelo Prisco le riassume con una lucidità senza sbavature. Spiega che quella proposta è sottoscritta dai MeetUp di Amaseno, Anagni, Arpino, Boville Ernica, Ceccano, Ferentino, Frosinone, Fiuggi Anticoli, Morolo, patria, Poi, San Giorgio a Liri, Sgurgola, Supino e Torrice. E dai consiglieri comunali M5S di Frosinone Christian Bellincampi e Marco Mastronardi.

Davanti all’assemblea propone un’organizzazione su 4 livelli: Nazionale, Regionale, Provinciale e Comunale. Il livello Provinciale sta per provincia o per area vasta o città Metropolitana, a seconda dei casi. Il livello Comunale poi deve essere adattato per le città che hanno al loro interno i municipi.

Tre gli organi dirigenti che vengono proposti dalla provincia di Frosinone. L’assemblea degli iscritti (organo deliberante), il Coordinatore (da votare su Rousseau e che resta in carica due anni fino ad un massimo di cinque anni). Il Comitato Politico, composto dal Coordinatore, dagli eletti sul territorio, dagli amministratori non di natura elettiva (assessori Comunali e Regionali, Ministri). Referenti tematici: eletti dalle assemblee degli iscritti e specializzati su singoli argomenti. Infine, il Consiglio Politico, vero organo di coordiamento con i vari livelli organizzativi.

I Meetup superati

Aniello Prisco ha spiegato che per i militanti della provincia di Frosinone è importante raccogliere l’esperienza dei MeetUp. Lo statuto approvato a dicembre ha superato de facto la loro presenza.

Non solo. Ha ricordato che il nuovo statuto prevede solo la figura dell’iscritto, non c’è più il semplice attivista: o stai dentro al Movimento e ti iscrivi o ne stai fuori.

La certificazione

Il vero problema però è il contagio con alcuni dei mali che hanno determinato il malcontento verso i Partiti tradizionali. Ad esempio, i paracadutati da Roma o da altre città e fatti atterrare con comodo su posizioni blindate.

Prisco chiede – a nome dei meetup – che la certificazione delle liste del M5S debba essere effettuata con il coinvolgimento dei territori di competenza.

Sedi e trasparenza

C’è bisogno di vedersi. La tastiera ha creato dei mostri. La proposta di Beppe Grillo poteva andare bene al momento di fondare il Movimento. Ma ora che è diventato un Partito c’è bisogno di cedersi e discutere come in un Partito vero e proprio.

Come fare? A livello sperimentale la provincia di Frosinone propone di istituire almeno una sede operativa nel capoluogo di ogni provincia: la sezione è luogo di raduno, di confronto, di dibattito e punto di riferimento per i cittadini sul territorio.

Come nei Partiti tradizionali c’è bisogno di sapere chi c’è dentro: Prisco propone di rendere pubblici gli elenchi degli iscritti. Perché è il vero inacidito contro chi si iscrive al M5S solo per tentare la scalata a qualche posizione di vantaggio o di potere.

Si ai civici

I numeri ed i fatti hanno messo a nudo un’altra cantonata presa dal primo modello organizzativo: l’obbligo di andare da soli. Impossibile affrontare le coalizioni. Anche questo andava bene per partire: perché ci si candidava ad andare in opposizione. Ora invece l’ambizione è quella di governare.

E allora Frosinone dice si all’apertura verso le altre liste. Ma esclusivamente con le Civiche. Nei comuni con oltre 15mila abitanti si ipotizza una coalizione, nei contri sotto i 15mila abitanti si arriva a teorizzare liste miste composte da candidati civici e del M5S.

È una soluzione che consentirebbe di raggiungere il numero di candidati con cui proprie una intera lista: nella tornata del 26 maggio il M5S non è riuscito a presentare una lista completa né a Cassino, né a Veroli né a Ceprano.

Doppio mandato e stipendi

Da Frosinone parte un no netto al superamento del vincolo dei due mandati. No, insomma, ai politici di professione all’interno del Movimento 5 Stelle che deve continuare ad essere una forza di popolo. Con una deroga: chi ha svolto meno di metà mandato e si ritrova con la consiliatura che viene a cadere ha la possibilità di candidarsi per tre volte, non conteggiando insomma il periodo di amministrazione più breve di metà mandato.

È una sconfessione della linea adottata con il sindaco di Pomezia Fabio Fucci. Aveva svolto un mandato pieno, prima però aveva amministrato circa un anno dai banchi dell’opposizione, contribuendo alla caduta del Comune di Pomezia dove poi era diventato sindaco. A norma di Statuto sono due elezioni. E non gli è stata permessa la terza candidatura, giungendo ad una lacerazione. Con l’approvazione di questa regola gli sarebbe stato consentito di concorrere per un secondo mandato pieno.

Frosinone conferma poi la necessità di tagliare gli stipendi che derivano dalla politica.

Posizioni diverse

Ma la posizione portata avanti da Prisco non è unitaria. Per il MeetUp di Sora ha parlato il consigliere comunale Fabrizio Pintori. La posizione di Alatri è stata illustrata dall’ex candidato al consiglio comunale Massimiliano Gatta.

Fernando Fioramonti di Anagni ha illustrato invece le tesi di 32 consiglieri dei vari Comuni del Lazio. Un contributo di idee è stato portato anche da Cassino.

Le differenze con la posizione illustrata da Prisco sono solo limature in alcuni punti, di sostanza in altri.

A fare la sintesi, nella giornata di lunedì, sarà un gruppo del quale fa parte l’onorevole Enrica Segneri di Frosinone. Il documento riassuntivo verrà inviato al capo politico Luigi Di Maio. Che lo esaminerà insieme a quelli delle altre Regioni.

Aniello for president

Nell’Auditorium del Seraphicum a Roma ci sono ampi settori vuoti, la gente è meno di quella che l’organizzazione si attendeva. Ma non molta mena. È il limite di un elettorato ormai gassoso, reso evanescente dalla tastiera.

Il dato politico locale. Il fatto che sia stato designato Aniello Prisco è un nuovo segnale di fiducia in favore di colui che è stato il coordinatore della campagna elettorale del Movimento 5 Stelle alle Comunali di Frosinone.

Giovedì scorso Christian Bellincampi, uno dei due consiglieri eletti al Comune di Frosinone, in diretta tv dalla trasmissione A Porte Aperte su Teleuniverso, aveva lanciato la candidatura di Prisco per la segreteria provinciale. (leggi qui «Cacciate dal M5S l’eretico Bellincampi»)

I numeri ci sono. La stoffa anche.