Il mandato di Fantini e il modello che fu di Buschini

Il prossimo segretario del Pd dovrà ricostruire il partito andando sul territorio, fino all’ultimo circolo. Cercando di rimotivare i “compagni” ma anche di costruire una coalizione all’altezza. Il dialogo con i Cinque Stelle.

Tra meno di una settimana Luca Fantini sarà proclamato segretario provinciale del Partito Democratico. Finora il dibattito si è concentrato all’interno dei Dem, sulla necessità di recuperare motivazioni e prospettive, cercando un’impostazione che superi le correnti. O perlomeno le tenga unite. Ma per Fantini ci sarà subito il “battesimo del fuoco”,  con l’election day del 20 e 21 settembre.

Partita in salita per il centrosinistra, perché a Ceccano e Pontecorvo la destra, seppure divisa, è più forte e organizzata. Ma se al voto dovessero andare subito anche Torrice e Ripi, allora il Pd potrebbe provare uno scatto diverso.

LUCA FANTINI

Però, anche se nessuno lo sottolinea, la missione politica di Fantini sarà pure un’altra: ricostruire una coalizione in Ciociaria. Nell’ambito della linea politica del segretario nazionale Nicola Zingaretti. Vuol dire provare ad aprire un dialogo serio con il Movimento Cinque Stelle, vuol dire riprendere i fili del confronto con i Socialisti, vuol dire allargare verso il campo civico con una certa sistematicità. Secondo il modello di Enzo Salera a Cassino.

Contemporaneamente il Pd dovrà preparare gli appuntamenti di medio e lungo periodo. Le elezioni ad Alatri e Frosinone per esempio. Situazioni diverse, ma unite nell’obiettivo di vincere. Poi ci saranno le Regionali e le Politiche e qui il discorso si fa complesso. Il referendum sul taglio di 345 seggi passerà come un plebiscito, ma i Democrat non possono permettersi di non eleggere parlamentari in questo territorio. Vanno costruite le condizioni fin da questo momento per poi avere l’autorevolezza di indicare una candidatura locale.

LUCA FANTINI

Alle Regionali si riparte da Mauro Buschini e Sara Battisti, ma quella del dopo Zingaretti sarà una “battaglia” all’ultimo sangue.

In fondo, a pensarci bene, Luca Fantini dovrà fare quello che Mauro Buschini fece decenni fa, quando Francesco De Angelis e Luciano Gatti gli affidarono le chiavi del Partito. Dovrà “battere” il territorio palmo a palmo, incontrare tutti, confrontarsi con tutti, raccogliere le indicazioni e trovare una sintesi.

Dovrà tornare a fare del Pd un partito “attrattivo” e affamato. Non c’è un’altra strada.

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