Il merito del Movimento 5 Stelle ed il demerito degli altri

Senza ricevuta di Ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. La scissione del Movimento 5 Stelle mette in luce i demeriti di una politica che non ha saputo prevenire la protesta

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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La scissione del Movimento 5 Stelle è la conferma che la politica sia una cosa seria: non per arruffoni né per improvvisati

La parabola della formazione ideata da Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo è la misura dell’abisso di cialtroneria nel quale è sprofondato questo Paese. Capace di rendere ‘maggioranza relativa’ (cioè la forza più consistente tra Camera e Senato) un Partito capace di realizzare nessuna delle mirabolanti promesse con le quali aveva ottenuto la fiducia ed il voto degli italiani.

Inutile elencare gli impegni presi su Tap, Tav, Muos, latte dei pastori sardi e tutte le altre proteste cavalcate pur di avere qualche voto. 

Piattaforma di trivellazione

Le poche cose fatte, parlano da sole. Lo stop alle trivellazioni del gas in Adriatico sta arricchendo i nostri dirimpettai della Croazia e dai noi parlano le bollette; i banchi a rotelle sono stati un altro mirabile esempio dell’abisso; i meriti del Reddito di Cittadinanza li spiega Gardaland: non riesce a coprire il terzo turno di lavoro perché per la prima volta non trova gente; sul Bonus 110% se avessero ascoltato il presidente dei costruttori edili intervenuto all’Università di Cassino la Guardia di Finanza avrebbe avuto meno lavoro.

Un Partito che la sera sollecitava ‘Parlateci di Bibbiano’ e l’indomani faceva un governo con ‘quelli di Bibbiano‘.

Non poteva durare, non poteva stare in piedi: perché era solo la raccolta di una collezione di mal di pancia degli italiani.

Luigi Di Maio (Foto: Alessia Mastropietro © Imagoeconomica)

Il Movimento 5 Stelle che oggi si è scisso ha avuto un merito: mettere in luce quanto fosse ampio e diffuso quel dolore di ventre degli italiani. Ciò che è drammatico: ad oggi nessuno ha cercato di lenire quelle coliche. Perché per farlo occorrerebbero politici con il coraggio di parlare alla gente e discutere dei loro problemi. E portarli in Parlamento.

Ma da noi i parlamentari non si eleggono più con le preferenze, si scelgono: con una specie di Turista per Sempre. Creato – quello si – da tutti quanti gli altri e noi dai grillini. Ma solo perché all’epoca non c’erano. 

Senza Ricevuta di Ritorno.

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