Il monito Cisl sul Pnrr: “Fallire non è un’opzione”

La Cisl convoca oltre cinquecento teste pensanti. Per affrontare il nodo del Pnrr. Per il 70% dipende da una Pubblica Amministrazione efficiente. "Fallire non è un'opzione. Non possiamo permettercelo”

La svolta l’ha imposta il Covid. Imponendo un cambio completo di paradigma: dopo decenni di “meno Stato più mercato” sotto la pressione dell’emergenza si è tornati a fare un Piano, cioè un insieme coordinato di interventi pubblici. Quel piano è il Pnrr il Piano Nazionale di Resilienza e Ripartenza: sul quale il Paese non può fallire. La Cisl del lazio ne è convinta. Al punto da riunire a Roma oltre 500 persone per parlarne e confrontarsi.

Non una passerella. Ma un confronto su un punto preciso. Affinché il Piano funzioni serve il buon funzionamento delle Pubbliche Amministrazioni: il 70 % del Pnrr dipende da lì.

Criticità ma anche proposte

Francesco Rocca

Tema spinoso. Al punto che sono presenti il Segretario Generale della Cisl Nazionale Luigi Sbarra, il governatore del Lazio Francesco Rocca, il presidente aggiunto della Corte dei Conti Tommaso Miele.

E che l’argomento sia ruvido lo si capisce fin dall’inizio quando ad aprire i lavori è la Segretaria Regionale della Cisl Lazio Rosita Pelecca. Nella sua relazione tocca le tante criticità del piano. Ma soprattutto illustra le proposte del Sindacato.

Dopo di lei interviene Francesco Rocca: le sue non sono parole di circostanza, nelle settimane scorse ha stupito il sindacato quando ha preso al volo alcune sollecitazioni e le ha fatte materia di confronto. Dal palco dice che “il Pnrr rappresenta una straordinaria opportunità per cambiare e modernizzare la Regione Lazio. Per l’amministrazione regionale rappresenta una priorità assoluta, con l’impegno di non fallire la scadenza del 2026”.

Il patto per la legalità

Enrico Coppotelli con Francesco Rocca

A seguire la tavola rotonda. Con il giudice Tommaso Miele presidente della Corte dei Conti del Lazio e Vice Presidente Nazionale, l’Assessore alla Mobilità del Comune di Roma Eugenio Patanè in rappresentanza del sindaco Roberto Gualtieri, il sindaco di Viterbo Chiara Frontini, il presidente della Camera di Commercio di Roma Lorenzo Tagliavanti, il professor Luciano Monti della Luiss ed il Segretario Generale della Cisl Lazio Enrico Coppotelli.

È proprio Coppotelli a dire la cosa più scomoda della giornata. Propone un patto per la legalità alla Giunta Regionale, per evitare infiltrazioni criminali nel Lazio alla luce delle ingenti risorse del PNRR“. Sottolinea il ruolo della Cisl: di proposta, partecipazione, stimolo e visione.

Nel Lazio – ha continuato Enrico Coppotellila cabina di regia sul PNRR sta lavorando da oltre un anno ed ora abbiamo ancor di più la necessità di riprendere quei tavoli per concretizzare gli impegni”. C’è una chiamata alla responsabilità. La Cisl non vuole sottrarsi. “A giorni dovremmo sottoscrivere l’accordo regionale con Anci Lazio dove tenteremo di dare gambe alla nostra visione di futuro”: Coppotelli ricorda che già prima delle elezioni regionali, Cisl aveva messo a punto un’agenda: era il frutto di incontri, confronti, studi, analisi.

Da dove nasce la rotta individuata da Cisl per lo sviluppo del Lazio? Spiega Coppotelli “In questo ultimo anno e mezzo abbiamo animato con instancabile azione i nostri territori attraverso laboratori di studio sulle missioni, incontri con autorevoli esperti, seminari e impegni congressuali che abbiamo voluto sia nei confronti delle nostre Unioni Sindacali Territoriali che delle nostre Federazioni Regionali di Categoria“.

Accelerare sul Piano

A concludere i lavori è stato il Segretario Generale della Cisl Nazionale Luigi Sbarra. Mette in chiaro un punto: “Bisogna accelerare la realizzazione del PNRR, scongiurando il rischio di lasciare indietro risorse e progetti”.

Per Sbarra “Fallire non è un’opzione. Non possiamo permettercelo. Dobbiamo rafforzare la governance partecipata ed il partenariato sociale, avvicinandolo ai comuni e agli Enti Locali, garantendo trasparenza, legalità, buone flessibilità per rispettare i cronoprogrammi”. C’è il problema dei costi: quando abbiamo fatto i conti costava tutto molto meno. Poi c’è stata la crisi dell’energia e le materie prime sono schizzate in alto. “Vero è che i costi realizzativi sulle infrastrutture prioritarie sono aumentati del 26% rispetto all’inizio. Ma questa semmai è la ragione per aumentare gli stanziamenti, magari attraverso una programmazione integrata con altri fondi nazionali ed europei”.

Per il Segretario serve corresponsabilità sociale: “solo in questo modo si possono attivare quelle buone flessibilità negoziate che servono ad accelerare. Questo vale anche per la regione Lazio, con la sua complessità, i suoi enormi asset produttivi e sociali, ma anche i suoi ampi margini di sviluppo ancora inespressi. Tanto più se si pensa agli spazi aperti dalle risorse del PNRR. Oltre 17 miliardi e 41 progetti che dovranno riconfigurare il volto di questa regione, anche in vista di opportunità irripetibili come il Giubileo e la candidatura ad Expo 2030 per cui tutti tifiamo“.