
Senza ricevuta di ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. C'è un muro di paura oltre il quale c'è la vita
C’è un muro sul quale rimbalzano i nostri incubi e non vanno via. Tornano indietro con una forza maggiore, come palline di gomma lanciate contro una superficie: più vogliamo che vadano via e più ci tornano addosso.
È un muro trasparente. Che non vediamo ma c’è. Ci intrappola, ci angoscia. È un muro costruito dalla nostra paura. E non conta se sia fondata o meno, se sia giusta o esagerata. I nostri incubi rimbalzano sulla nostra paura.
Come diceva don Abbondio ne I Promessi Sposi, se il coraggio non c’è non ce lo si può dare.
Ma ci sono casi, fortuiti, cercati, sollecitati, che aiutano ad attraversare quel muro. Ed a liberarci da quegli incubi. Sono loro, a quel punto, a restare intrappolati dentro ed a non riuscire a seguirci.

Ce lo raccontano due casi di cronaca di queste ore. Quello della ragazza che a Frosinone ha avuto il coraggio di andare dalla Polizia e raccontare dell’uomo che minacciava di sfregiarla per obbligarla a prostituirsi. La polizia ha fatto il suo lavoro: ha indagato, scoperto che la ragazza era stata stordita con un sedativo e poi il suo incubo l’avrebbe deturpata. Sono intervenuti questa mattina e l’hanno salvata.
Nel 2016 polizia e carabinieri strinsero l’area del Casermone in un’operazione antidroga sul modello di quelle che si vedono a Scampia. Nome in codice: Operazione Fireworks. Anche lì qualcuno aveva rotto il muro e parlato. Oggi ci sono state condanne per oltre 200 anni di carcere.
Non è vero che lo stato non c’è. Spesso funziona in maniera strana. Ma per trovarlo bisogna uscire da quella bolla di paura. Lasciandoci alle spalle gli incubi.