Il muro da abbattere per fuggire dagli incubi

Senza ricevuta di ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. C'è un muro di paura oltre il quale c'è la vita

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

C’è un muro sul quale rimbalzano i nostri incubi e non vanno via. Tornano indietro con una forza maggiore, come palline di gomma lanciate contro una superficie: più vogliamo che vadano via e più ci tornano addosso.

È un muro trasparente. Che non vediamo ma c’è. Ci intrappola, ci angoscia. È un muro costruito dalla nostra paura. E non conta se sia fondata o meno, se sia giusta o esagerata. I nostri incubi rimbalzano sulla nostra  paura.

Come diceva don Abbondio ne I Promessi Sposi, se il coraggio non c’è non ce lo si può dare. 

Ma ci sono casi, fortuiti, cercati, sollecitati, che aiutano ad attraversare quel muro. Ed a liberarci da quegli incubi. Sono loro, a quel punto, a restare intrappolati dentro ed a non riuscire a seguirci.

Foto © Stefano Strani

Ce lo raccontano due casi di cronaca di queste ore. Quello della ragazza che a Frosinone ha avuto il coraggio di andare dalla Polizia e raccontare dell’uomo che minacciava di sfregiarla per obbligarla a prostituirsi. La polizia ha fatto il suo lavoro: ha indagato, scoperto che la ragazza era stata stordita con un sedativo e poi il suo incubo l’avrebbe deturpata. Sono intervenuti questa mattina e l’hanno salvata.

Nel 2016 polizia e carabinieri strinsero l’area del Casermone in un’operazione antidroga sul modello di quelle che si vedono a Scampia. Nome in codice: Operazione Fireworks. Anche lì qualcuno aveva rotto il muro e parlato. Oggi ci sono state condanne per oltre 200 anni di carcere.

Non è vero che lo stato non c’è. Spesso funziona in maniera strana. Ma per trovarlo bisogna uscire da quella bolla di paura. Lasciandoci alle spalle gli incubi.

Senza Ricevuta di Ritorno