Il no alle Primarie: “sono pericolose”

Il nodo del candidato sindaco a Latina. Lbc dice no alle Primarie. Per il Pd sono un passaggio fondamentale. Ora si rischia la frantumazione: esattamente come alle recenti Regionali

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

«Ci vengono chieste le Primarie per l’individuazione del candidato della coalizione. Ma le Primarie sono uno strumento difficile e potenzialmente pericoloso. Nel tentativo di riunire intorno ad un nome, potrebbero paradossalmente creare spaccature e motivi di rottura. Senza considerare che ci sono tempi tecnici che non abbiamo a disposizione, trovandoci a soli due mesi dalle elezioni». La civica Lbc – Latina Bene Comune per due volte ha espresso il sindaco di Latina: ora pone uno stop al dialogo sulle primarie di coalizione del centrosinistra.

Lo fa con le parole pronunciate in serata dalla Segretaria, Elettra Ortu La Barbera. Parole dal peso politico enorme. Potenzialmente capaci di segnare in modo indelebile le elezioni Comunali di metà maggio. Perché il Partito Democratico le ritiene strumento essenziale per la scelta del candidato sindaco di Latina.

Il No di Lbc

Elettra Ortu La Barbera

Secondo Elettra Ortu La Barbera «in un momento in cui il fronte progressista si sta allargando riteniamo importante e prezioso continuare a tenere dentro una forza civica che ha lavorato negli anni per riavvicinare pezzi di società alla politica e alle istituzioni».

E quindi «quella di una coalizione è la scelta più auspicabile e razionale. Ma non entreremo in una coalizione a tutti i costi fino al punto di snaturare il nostro percorso o di contraddire i valori identitari di Lbc. Se questo è il prezzo che ci verrà chiesto, non saremo disposti a pagarlo e valuteremo l’ipotesi di sentirci liberi di scegliere altri percorsi».

Lbc si libera quindi dalla coalizione, se non sarà accettata la sua valutazione. Il rischio ora è che ci possano essere più candidati sindaco nel “campo largo” del civismo e del centrosinistra. Dividendo le forze esattamente come avvenuto per le recenti Regionali del Lazio. «Il momento, in vista delle elezioni Comunali, è complesso. Ma questo non può delegittimare quanto fatto dal movimento negli anni. Ecco perché chiediamo che al tavolo di coalizione ci si possa sedere senza pregiudiziali ma piuttosto con l’intento di dare continuità ad un progetto che, checché se ne dica, ha dato molto alla città e molto può dare».

Il nodo delle Primarie

Damiano Coletta

Primarie si, primarie no: la risposta è arrivata in serata. Ma per la scelta del candidato sindaco di Latina i tempi stringono. E se il centrodestra attende la definizione della giunta regionale prima di decidere, a sinistra il tema è quello della scelta.

Per il Pd le Primarie sono il principale strumento per la scelta dei candidati. Sia all’interno del Partito, sia nelle coalizioni: lo Statuto lo dice con chiarezza. I Dem lo hanno ribadito agli alleati già nel primo faccia a faccia di sabato scorso con Lbc – Latina Bene Comune, Per Latina 2032 e Azione.

Ma per Lbc le cose non sono così logiche. In particolare per il gruppo che al loro interno è più legato all’ex sindaco Damiano Coletta. Per loro la logica è un’altra, semplice e lineare: Damiano Coletta è il sindaco uscente e quindi è il candidato naturale alla sua successione.

Il nodo del candidato

Nicola Ottaviani (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Il Pd non pone una pregiudiziale. Cioè non dice no a Coletta. Ma dice che Coletta deve passare attraverso il voto delle Primarie: per lo stesso principio che finora si è rivelato vincente a Frosinone, dove le Primarie le fa il centrodestra e non il centrosinistra. Nel Capoluogo ciociaro Nicola Ottaviani ha preteso il viatico delle Primarie anche quando era uscente e con il vento in poppa, le ha imposte anche per la sua successione nonostante avesse spianato lui stesso la strada al delfino Riccardo Mastrangeli.

Il principio è che se hai la forza per vincere le elezioni Comunali allora non hai difficoltà ad affrontare il voto interno. Soprattutto perché ti presenti alle urne con la spinta del successo che deriva una investitura elettorale piena.

Per Damiano Coletta sarebbe la terza candidatura. O se vogliamo la quarta: ha esordito nel 2016 vincendo le Comunali, si è riproposto per il bis nel 2021 rivincendo, il tribunale gli ha imposto le suppletive del 2022 vincendo pure quelle.

Il Pd di traverso

Ma il Pd stavolta non ci sta. Nel 2021, alla prima ricandidatura, il Pd di Latina “abbozzò” di fronte al fatto che Coletta era concretamente sindaco uscente e di fronte al fatto che i Dem stessi avevano cercato già da tempo l’alleanza. Finì con Coletta candidato e Pd in coalizione con Lbc, senza passare per le primarie.

Nel 2023, però, il tema resta. E secondo i Dem le condizioni sono diverse. Per due aspetti. Uno di forma ed uno di sostanza. Nella forma: Coletta non è tecnicamente un uscente perché nel 2022, con le dimissioni dei consiglieri di centrodestra e la decadenza dell’amministrazione, Coletta ha scavallato il suo essere “sindaco in carica“. Nella sostanza: oggi soffia un vento diverso da quello che spinse Damiano Coletta all’elezione del 2016; quello era vento di antipolitica mentre quello di oggi è vento che gonfia le vele di FdI e di Schlein, cioè Partiti strutturati e con una storia.

Il Pd, su questo, appare fermo: primarie o nulla. La volontà è infatti quella di partire dallo Statuto: «Il sindaco deve essere investito da qualche migliaio di persone, e non da un tavolo ristretto», fanno sapere dal quartier generale Dem. Unico modo per uscirne sarebbe un nome condiviso dalla potenziale coalizione. Che ancora non è in piedi però e che potrebbe addirittura non nascere se qualche parte si impuntasse su nomi o procedure. Come d’altronde non c’è ancora un nome realmente condiviso.

I dubbi di Lbc

Elly Schlein (Foto: Andrea Panegrossi © Imagoeconomica)

Lbc è arrivata al No di questa sera dopo due giorni di riflessione. Non è stata semplice. Una parte guarda ai Dem. È quella ha preso parte attiva nelle ultime primarie del Pd per la scelta del Segretario nazionale e si è fortemente spesa per Elly Schlein. Sono quel popolo che sull’onda del nuovo Segretario sta tornando o non esclude di tornare a prendere la tessera.

Non a caso è una parte che esprime anche esponenti di Lbc provenienti proprio dal Pd, come Gianmarco Proietti o Emilio Ranieri. E ovviamente Valeria Campagna che della Schlein è stata una delle principali rappresentanti pontine.

La possibile apertura alle procedure del Pd però non è la linea maggioritaria del movimento. Il tema non è secondario, in quanto – se a questo punto non si dovesse arrivare all’indicazione unitaria si andrà alla frantumazione.

Il tempo però stringe: il voto è per il 14 e 15 maggio, ovvero liste e candidature vanno depositate entro il 13-14 aprile, con Pasqua che cade il 9 aprile. Ergo, se si dovessero svolgere le primarie, per avere il tempo di predisporle la decisione andrebbe presa al massimo entro i prossimi dieci giorni. Le parti in causa si sono prese delle ore per valutare. Ma, considerando che la possibile coalizione di centrosinistra potrebbe voler fare un approccio anche con il Movimento 5 Stelle la situazione è tale che i tempi potrebbero realmente accorciarsi pericolosamente. Ma Lbc nella sostanza ha già detto di No.

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