Il Patto del Casaleno ed il matrimonio senza amore tra Ottaviani e Stirpe

Lo hanno già ribattezzato il Patto del Casaleno, che evoca quello del Nazareno. Non importa se al posto di Matteo Renzi e Silvio Berlusconi ci sono più semplicemente Maurizio Stirpe e Nicola Ottaviani. Il nuovo stadio di Frosinone s’ha da fare. Almeno così dicono. Ma le cose stanno veramente così?

Servono due settimane o poco più per capire come stanno davvero le cose, scoprire chi ha veramente gli assi in mano ed i soldi in tasca, comprendere chi sta bluffando nella partita a poker che si sta giocando tra Nicola Ottaviani e Maurizio Stirpe, sul nuovo stadio di Frosinone.

Tutti dicono di poter trovare i capitali, ognuno sostiene di poter fare, ma si rimane sempre nel vago. Meglio non sbilanciarsi fino in fondo. Non si sa mai: poi magari succede come con il project financing. Anche se a Maurizio Stirpe si può concedere quello che è stato negato ad Arnaldo Zeppieri.

Sindaco e presidente si sono sentiti al telefono lunedì sera; poi si sono visti, quindi hanno organizzato la conferenza stampa tenuta ieri pomeriggio. Loro due, da soli. Per annunciare “urbi et orbi” che habemus stadium. Sulla carta però. Cosa ha provocato la folgorazione lungo la strada di viale Mazzini, sede del Comune? Probabilmente Maurizio Stirpe si è “spaventato”: Ottaviani ha intrapreso rapporti veri con una grande società di distribuzione e con una Società per Azioni che fornisce servizi energetici? I tifosi cosa avrebbero detto se lo stadio della serie A lo avessero fatto… altri? E soprattutto se il vero business dell’operazione, la gestione di un’immensa fetta di aree commerciali in città, fosse finita nelle mani di un estraneo? In poche ore è cambiato tutto: nuovo bando, concessione del diritto di superficie per 90 anni. Poi o lo stadio sarà completato dal Frosinone calcio o da un altro soggetto. L’aggiudicatario del bando darà in sub concessione o la gestione delle aree commerciali o dell’aspetto sportivo. Ma ancora non sono chiari i tempi, la capacità di liquidità, i meccanismi.

Una cosa è certa: la concessione del diritto di superficie a 90 anni va oltre le fortune della squadra di calcio. In pratica: se fra tre anni il Frosinone stesse combattendo per i preliminari di Champions League o per restare in Serie A, nulla cambierebbe per chi ha fatto quell’investimento a 90 anni.

La parte commerciale di 5.000 metri quadrati è notevole. Gli scettici mettono in dubbio l’operazione e pensano che sia un bluff perché l’interesse della grande distribuzione a Frosinone è pari a zero, ci sono già Carrefour e Orizzonte: non ci sono i numeri per una operazione commerciale; a Ferentino c’è già un centro fitness di portata nazionale. L’unico vantaggio starebbe nei 90 anni di tempo per rientrare dagli investimenti. Già…

Chi crede nell’operazione dice che entro poche ore si definirà tutto.

Stessa cosa con la società energetica di dimensione nazionale. Chiede di mettere nel pacchetto anche il palasport omologato per basket e pallavolo.

La realtà è più prosaica: il vero business sta nelle aree commerciali; chi fa lo stadio mette le mani su 5.000 metri quadri di aree commerciali: diventa il padrone di una parte dell’economia della città. Un’operazione molto forte.

E lo rimane, a prescindere dai risultati sportivi della squadra, perché l’affitto è per 90 anni.

Se la gestione la prendesse una società nazionale che non sia il Frosinone, si prende il business ed alla squadra può dettare le condizioni fissando il canone d’affitto annuale per il campo di gioco e le strutture.

Nicola Ottaviani ora spinge sull’acceleratore perché non può permettersi di aspettare: per un sindaco è impensabile aspettare una stagione, vedere se il Frosinone lotta per la Champions o la salvezza e poi calibrare gli investimenti; questo lo può fare chi fa business. Un sindaco deve dare alla gente lo stadio subito, anche prima.

Ecco perché Nicola Ottaviani si è cercato i partner nazionali. Che – se anche fossero un bluff come qualcuno ipotizza – un risultato lo hanno già ottenuto: far dire al Frosinone che a pari condizioni l’investimento lo fa la società. Nicola Ottaviani sta già preparando la prossima campagna elettorale e lo stadio è centrale nella sua strategia politica. Perciò era “solo” alla conferenza stampa con Maurizio Stirpe. Dicono che Ottaviani non abbia informato del “blitz” né gli assessori né i consiglieri di maggioranza, quelli ai quali chiede di votare le delibere in consiglio. Però, se un’area strategica della città viene data in concessione per 90 anni con il diritto di superficie, il consiglio comunale dovrebbe essere coinvolto. Lo vedremo a settembre, mese individuato come decisivo anche da Maurizio Stirpe.

Il Patto del Casaleno reggerà? Dalle nostre parti non si vede… Denis Verdini.

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