Il Pd al bivio, le primarie rischiano di diventare una trappola

Il terreno minato delle elezioni per scegliere il candidato sindaco. Perché rischiano di trasformarsi in una trappola. Tutti gli scenari

Non hanno votato. Non l’hanno fato soltanto per non guastare il clima da “baci e abbracci”. Ma il tempo a disposizione è davvero scaduto: ora il Partito Democratico deve decidere se accogliere o meno la richiesta di organizzare le Primarie con cui scegliere il candidato sindaco da schierare alle prossime Comunali di Gaeta.

A frenarle è il rischio che si trasformino in una trappola per le due componenti che appena una settimana fa hanno dato vita al Congresso, cambiando completamente la rotta politica del Pd eleggendo Gianluca Conte Segretario, legittimato dalla minoranza di Giovanni Di Bernardo. Le primarie potrebbero essere la mossa vincente per la componente maggioritaria di Pina Rosato e Nunzia Madonna: che nonostante i loro numeri ha deciso di non partecipare al congresso. (leggi qui Fine delle ambiguità: il Pd volta pagina e candidato).

In che modo il Pd rischia di mettersi da solo in trappola? Se votano gli iscritti il pallino sarà in mano ai 162 della corrente Rosato, fedelissima del sindaco uscente Cosmo Mitrano. Se il voto sarà aperto ai simpatizzanti arriveranno le truppe centriste del sindaco a condizionare il voto.

L’insediamento della Direzione

Gianluca Conte

Con questo clima di palese incertezza si è insediata venerdì sera la nuova Direzione Politica del partito Democratico di Gaeta.

In attesa di aprire materialmente una sezione dopo che la precedente era stata chiusa per sfratto, il neo segretario Conte ha ottenuto ospitalità nella sala parrocchiale della chiesa di Santo Stefano Protomartire nel quartiere di via degli Eucalipti. Il parroco don Stefano Castaldi ha raccomandato ai presenti soltanto di spegnere le luci quando la riunione fosse arrivata al termine.

La prima questione in agenda è stata quella sollevata dalla nuova minoranza interna. Formata da sei rappresentanti politicamente vicini all’ex sindaco Pds (ed aspirante candidato) Silvio D’Amante, ha chiesto che il primo candidato sindaco Pd alle elezioni comunali di Gaeta venga indicato dalla primarie. Di coalizione o all’interno dei Dem poco importa. (Leggi qui: Pd, dopo il Congresso è subito guerra).

Il campo minato

Sabina Mitrano

Si tratta di una richiesta che per la maggioranza del Segretario Gianluca Conte è molto di più di un campo minato. La sua area vorrebbe appoggiare la candidatura della professoressa Sabina Mitrano: che di Primarie non vuole sentir parlare. A volerle è l’area di Silvio D’Amante.

Una questione che pare non negoziabile. La professoressa lo ha fatto capire in modo chiaro tappezzando la città con i manifesti che annunciano l’iniziativa del 3 aprile quando presenterà pubblicamente la sua candidatura a sindaco. Con o senza il Pd.

Il che diventa un problema per l’area di Conte e del suo principale sostenitore, il Consigliere Emiliano Scinicariello. Di fatto si trova a voler appoggiare una candidata a sindaco che politicamente considera un avversario lo stesso Pd. Al quale non è iscritta e con il quale non ha vincoli. C’è un ulteriore segnale ‘ostile’ dalle file di Sabina Mitrano: sui manifesti non c’è traccia del logo di “Una nuova stagione”, la civica in cui è stato eletto alle amministrative del 2017 Scinicariello. Il rischio è che Scinicariello abbia vinto la battaglia per il congresso perdendo però quella per l’appoggio alla candidata sindaco che lui ha indicato da tempo.

In trappola da soli

Omar Sarubbo

Il fatto è che il nuovo gruppo dirigente Pd rischia di trovarsi in un paradosso. La rotta è quella tracciata dal Congresso e dal Segretario Provinciale Omar Sarubbo. La decisione è quella di “esserci”. Cioè schierare un candidato sindaco ed il simbolo del Partito Democratico per la prima volta da quando è stato costituito.

Quello in corso è un momento delicato” si è limitato a dire Scinicariello. La mediazione sta disinnescando quello che all’inizio era un ultimatum della componente Di Bernardo-D’Amante. Aveva detto: se non si svolgeranno le primarie così come prescrive lo Statuto del Pd “adotteremo le iniziative del caso”. Lasciando capire che un pezzo del Pd, anche se di minoranza, è pronto già a farsi da parte.

La tensione però sta scendendo. “Unità di intenti e dialogo rappresentano per questa nuova comunità due valori decisamente importanti. Il confronto è appena iniziato e diamo al tempo di perfezionarlo” ha detto Scinicariello. Infatti l’avvocato Di Bernardo sta lavorando per eliminare dalla sua proposta il carattere ultimativo. Insomma, anche senza primarie la minoranza  non lascerà il Pd. Ma una risposta- Primarie sì, Primarie no – dovrà arrivare entro il prossimo fine settimana “anche perché le elezioni amministrative non sono così poi tanto lontane nel tempo”.

La minoranza attende lumi anche perché la candidatura a sindaco di Silvio D’Amante, nonostante alcuni limiti e problemi organizzativi, resta sempre in piedi. Con un altro paradosso: Di Bernardo avrebbe perso la battaglia per il Congresso ma vinto quella per la candidatura.

Tre opzioni in campo

Il sindaco Mitrano

Le soluzioni sul tappeto sono tre qualora si decidesse di perseguire la strada delle primarie. La prima (più complicata e clamorosa): chiedere a Sabina Mitrano di iscriversi al Pd e partecipare alle Primarie interne in cui voterebbero i 276 iscritti.

La seconda opzione (altrettanto clamorosa): Scinicariello, pur di mettere in sicurezza la nuova guida del Pd e dunque l’utilizzo del simbolo, potrebbe rinunciare a convergere sulla professoressa Mitrano e candidarsi egli stesso alla carica di sindaco sfidando nella conta interna D’Amante. 

Se si optasse per il ricorso alle primarie aperte ai simpatizzanti, il vincitore lo sceglierebbe la coalizione del sindaco centrista Cosimino Mitrano: uno dei pilastri della sua amministrazione è propio l’area Pd che non ha partecipato al Congresso denunciando irregolarità formali. 

E anche se le primarie fossero interne al Pd il pallino sarebbe in mano ai 162 della corrente D’Arienzo-Rosato. La politica impone sempre delle scelte. A Gaeta come non mai.