Il Pd dorme: le manovre rapide di Demos e Pop

Il Partito Democratico è in letargo. Ne approfittano le nuove realtà Pop e Demos. Puntando ai suoi elettori stanchi di aspettare ma anche a daltri mondi. Creando anche qualche imbarazzo al sindaco

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

C’è vita fuori dal Pd, nel centrosinistra di Cassino. Lo dimostrano, viaggiando su binari paralleli ma distanti, l’assessore alla cultura Danilo Grossi e il delegato alla Coesione Sociale Luigi Maccaro. Il primo sta radicando il suo movimento, Pop; il direttore della comunità Exodus dal canto suo invece rimarca il ruolo politico di Demos.

Ma andiamo con ordine.

Il sindaco è… Pop?

Pop è il movimento che fa capo in Regione alla consigliera Marta Bonafoni eletta nella lista civica del Governatore Nicola Zingaretti. (Leggi qui La grande area ai confini del Pd si riunisce al ritmo di… Pop). Il fondatore e coordinatore nazionale di Demos è il consigliere regionale del Lazio Paolo Ciani. (Leggi qui Il patto per gli ultimi che Demos rinnova con il Pd).

Danilo Grossi con Enzo Salera

Sono insomma due movimenti ben radicati nel centrosinistra: sia quello regionale che nasce a sinistra di Nicola Zingaretti, sia quello locale che indica la sua massima espressione nel sindaco Enzo Salera.

Ha contribuito ad eleggerlo, lo sostiene in modo convinto. Danilo Grossi è uno dei collaboratori più ascoltati da Enzo Salera. Ma accettare il ruolo di ‘simbolo’ locale per Pop rischia di mettere il sindaco di Cassino fuori dall’orbita del Partito Democratico. Che nella nuova fase di Nicola Zingaretti non vede di buon occhio le ambiguità.

Tanto a Frosinone quanto a Roma, le dichiarazioni fatte ieri da Danilo Grossi, l’ostensione di Enzo Salera come simbolo Pop hanno sollevato lo stesso interrogativo: ma il sindaco di Cassino è dei nostri? Sicuri che stiamo valutando l’uomo giusto per la presidenza della Provincia dopo Pompeo?

Una dichiarazione a chiarimento della situazione già nelle prossime ore diraderebbe la foschia.

Nessuna rottura

Nessuna rottura e nessuna scissione. Ma l’attivismo di queste due formazioni politiche, quasi in contemporanea, ha un valore simbolico importante all’ombra dell’abbazia. Quello cioè di scuotere dal grigiore che ultimamente sta avvolgendo il centrosinistra cittadino. Ricordando al pd che non esiste solo lui. Anzi, proprio dal suo immobilismo traggono forza gli altri movimenti. Il congresso del Pd a Cassino si fa o non si fa? Con un candidato unitario o divisi alla meta? In presenza o in remoto? Un dibattito durato praticamente un anno e che, anche a causa della pandemia, ha “addormentato” il centrosinistra cittadino.

Emanuela Piroli

Lo ha capito sin da subito l’assessore alla cultura Danilo Grossi che infatti proprio agli inizi del 2020 lanciava “Pop – Idee in Movimento” insieme al consigliere regionale Marta Bonafoni. Non è stato un fenomeno folkloristico: ha schierato due candidate di primo piano nelle due elezioni più importanti tenute lo scorso autunno, dichiarando il proprio appoggio a Emanuela Piroli a Ceccano ed Annalisa Paliotta a Pontecorvo. In entrambi i casi a sinistra del Pd e contro i candidati del Pd.

Ora, dopo aver spento la prima candelina, ha deciso di radicare il movimento anche a Cassino, individuando come coordinatore cittadino Claudio Donatelli. Già consigliere comunale di maggioranza durante l’amministrazione di Giuseppe Golini Petrarcone, Claudio Donatelli è un supporter della prima ora di Enzo Salera. “Presto – ha annunciato Grossi – arriveranno altre adesioni”.

La musica di Pop

Perché radicare ora sul territorio un nuovo movimento di centrosinistra? L’assessore lo spiega con un velato politichese: “Cercheremo di elevare il discorso rispetto alla difficile quotidianità, proponendo idee innovative, nuovi argomenti di discussione e progetti volti a migliorare la qualità della vita delle persone. Sarà sicuramente un elemento ulteriore che andrà a rafforzare tutta l’amministrazione comunale di Cassino in modo propositivo e naturalmente il sindaco Salera”.

Balle. Il Pd è lento come un bradipo, politicamente non sta incidendo, salva la bandiera il capogruppo Gino Ranaldi che si fa carico di tutta l’azione. Ma il Circolo, il dialogo con la Federazione, sono al minimo dei giri.

Bonafoni e Grossi
Danilo Grossi con Marta Bonafoni

Il messaggio di Grossi, tradotto, significa che punta a coinvolgere le tante persone che per sensibilità e cultura sono vicine al centrosinistra ma magari non si riconoscono nel Pd e nelle logiche di un Partito strutturato come il Pd.

Un’azione ostile verso il Pd? No: se il Pd è immobile almeno qualcosa si muove intorno a lui ed evita di disperdere il consenso del centrosinistra. Non solo. Grossi strizza anche l’occhio ai Cinque Stelle. Non perchè sia stato folgorato sulla via di Rousseau, ma perchè legge attentamente anche ciò che sta avvenendo a livello nazionale. Il centrosinistra può rispondere solo allargando gli orizzonti. E, un po’ come predicava Pier Luigi Bersani, andando a prendere gli elettori “scappati nel bosco” ovvero quelli dei Cinque Stelle, che per la maggior parte – anche e soprattutto a Cassino – sono vicini al centrosinistra ed anche all’amministrazione Salera; ma, paradossalmente, distanti anni luce dal Pd.

La liturgia di Maccaro

Stesso discorso, ma rivolto a un diverso tipo di elettorato, è quello che sta facendo Demos di Luigi Maccaro. L’assessore alla Coesione Sociale sta crescendo notevolmente da un punto di vista politico. Ha ormai dismesso i panni del “tecnico” prestato alla politica e da un mese è stato eletto coordinatore provinciale di Demos. (Leggi qui Il patto per gli ultimi che Demos rinnova con il Pd).

Per alcuni versi ha delle similitudini con Pop. Ma non è all’elettorato dei Cinque Stelle che guarda Maccaro, tutt’altro. Anzi dice: “C’è una visione del Movimento Cinque Stelle rispetto allo sviluppo del Paese che noi non condividiamo”. Non è un mistero che Grossi e Maccaro abbiano giudizi molto diversi sull’operato del governo Conte: lo hanno palesato pubblicamente anche e soprattutto durante la fase acuta dell’emergenza sanitaria.

Enzo Salera e Luigi Maccaro

E a chi si rivolge, allora, Demos? Spiega Maccaro: “Demos è un ponte tra la politica attiva fatta quotidianamente nelle istituzioni e la società civile. Vuole essere un un’esperienza a scavalco tra tante persone che sono infastidite dalle liturgie dei partiti – che cristallizzano situazioni di potere e si dimenticano dei bisogni della gente”.

Il filo rosso che unisce Demos e Pop è quello, insomma, di proiettare l’amministrazione Salera oltre il Pd; di andare a riallacciare i fili con tante persone della società civile per iniziare a costruire un percorso insieme anche in vista delle prossime elezioni.

Uniti ma divisi e pure molto

Ma a ben guardare c’è però anche un punto che divide. E non è solo il giudizio sull’operato del governo Conte, ma è tutto locale. Ovvero: iniziare a marcare in maniera netta le differenze, pur restando nell’ambito della stessa coalizione. Cosa significa, praticamente? Che Enzo Salera non dovrà più fare i conti solo con le “correnti” del Pd ma anche con le diverse anime della sua coalizione. Questo anche in vista delle prossime elezioni Provinciali.

E, tra le altre, una delle questioni messe sul tavolo da Demos in contrapposizione alla linea del sindaco, ritenuta un po’ troppo ruvida, è quella dei rapporti con l’opposizione. Tant’è che Maccaro dice: “Il lavoro di pacificazione è la vera sfida che abbiamo di fronte. Io credo che si debbano mettere completamente da parte certi toni: dall’una e dall’altra parte”.

L’assessore si riferisce con molta probabilità anche al cosiddetto “caso feccia” che ha infiammato l’ultimo Consiglio del 2020. (Leggi qui Salera pirotecnico: ci mette la faccia e bastona la ‘feccia’).

Feccia, ci faccia sapere

Franco Evangelista e Michelina Bevilacqua

E a tal proposito, in vista della prossima assise, la prima del 2021, il capogruppo della Lega Franco Evangelista – ma non la sua collega di partito Michelina Bevilacqua – ha presentato una interrogazione per sapere “gli estremi della denuncia querela presentata presso la Procura della Repubblica di Cassino o altra sede istituzionalmente preposta quale il commissario di Cassino o la caserma dei Carabinieri; il nominativo o i nominativi dei consiglieri comunali di minoranza che si sarebbero macchiati dei gravi reati a loro attribuiti in merito a presunte ingerenze finalizzate all’ottenimento di favori personali dal punto di vista amministrativo ed, in particolare, urbanistico”.