Il Pd e le alleanze, il gelo di Zingaretti che isola Bettini

Dopo che nel recente passato il “consigliere principe” del segretario aveva aperto ai Cinque Stelle, ora parla della necessità di una “gamba” centrista guidata da Renzi. Ma in questo modo verrebbe meno la vocazione dei Democrat. E il segretario lo sottolinea: “Devo dire che su questo punto con lui non la pensiamo allo stesso modo”.

Stavolta in gioco c’è il ruolo stesso del Partito Democratico. Non solo la vocazione maggioritaria con la quale nacque, ma perfino il futuro sistema delle alleanze. Necessarie certo. Ma abdicare alla rappresentanza del “centro” significherebbe dire ai vari Dario Franceschini, Lorenzo Guerini, Andrea Marcucci, Luca Lotti e tanti altri che, volendo, possono perfino “accasarsi” altrove. Ecco perché stavolta il segretario nazionale Nicola Zingaretti ha preso nettamente le distanze dalle parole di Goffredo Bettini, il suo principale consigliere politico. Oltre che “regista” di tante operazioni vincenti nel Pd. Anche perché la rappresentanza di quel “centro” sarebbe affidata ad un certo Matteo Renzi. Il fondatore di Italia Viva ha “strappato” con i Dem meno di un anno fa. Si tratta anche di una questione di orgoglio di Partito.

Lo schema Bettini

Ma cosa ha proposto Goffredo Bettini dalle colonne de Il Foglio?

Goffredo Bettini © Imagoeconomica / Paolo Cerroni

L’ex parlamentare, membro della direzione nazionale del Pd, uno dei principali consiglieri di Zingaretti, ha detto che allo schieramento democratico serve “un’alleanza a tre gambe, con Pd, M5S e area moderata e liberale”.

E ha indicato Matteo Renzi come punto di riferimento proprio per quest’ultima area: “Renzi ha talento per progettare questo nuovo spazio. Sarebbe una svolta rispetto al suo ruolo di picconatore minoritario. Ritornerebbe ad essere una grande personalità della democrazia italiana. Quest’area conta nell’opinione pubblica il 10 per cento ma è attualmente spezzettata”. (Leggi qui)

Bettini è anche uno dei teorici più convinti della necessità di un’intesa tra Pd e Cinque Stelle a vari livelli. Evidente che pensa ad uno schema tipo Ulivo, quando Ds e Margherita erano alleati anche di altre formazioni. E lo schema Bettini, al netto di ogni cosa, propone la ricostruzione di Ds e Margherita. Uno schema che potrebbe tornare di attualità nel caso di un ritorno ad un sistema elettorale completamente proporzionale? Nel Pd questa convinzione non c’è. E infatti è partito subito il fuoco di fila dei rappresentanti dell’area centrista del Partito.

I dubbi dei diversamente Renziani

Marcucci e Zingaretti Foto © Imagoeconomica / Stefano Carofei

Il presidente dei senatori del Pd Andrea Marcucci è stato per anni un fedelissimo di Matteo Renzi.

Eppure ha affermato: “Bettini guarda al passato e vuole rimettere in pista i Ds. Il Pd nato al Lingotto è un’altra cosa e resterà il riferimento principale dei riformisti e dei moderati”. 

L’ex segretario Maurizio Martina ha aggiunto: “Non sono affatto convinto che il nostro futuro si giochi nella riproposizione del centrosinistra col trattino. Faremmo un gigantesco regalo ad altri. Dov’è finita la nostra ambizione innovatrice?”.

La pensiamo in modo diverso

Nicola Zingaretti e Goffredo Bettini © Benvegnu’ Guaitoli / Imagoeconomica

Ma naturalmente è la posizione del segretario Nicola Zingaretti quella politicamente più rilevante. Ha spiegato Zingaretti: “Goffredo è una persona libera autonoma e generosa. C’è tra noi un ottimo rapporto e uno scambio continuo di idee. Su questa sua iniziativa vedremo come si svilupperà il dibattito. Anche se vedo delle ricostruzioni forzate del suo ragionamento, con franchezza devo dire che su questo punto con lui non la pensiamo allo stesso modo. Il Pd resta la forza del riformismo italiano, il luogo di incontro tra culture diverse per cambiare il Paese”.

In effetti relegare i Dem alla rappresentanza della sola Sinistra, significherebbe stravolgerne la vocazione e il ruolo. A questo punto, però, è chiaro che sul sistema delle alleanze Nicola Zingaretti ha idee diverse da Goffredo Bettini: nel rapporto con i Cinque Stelle e con Virginia Raggi, ma pure in quello con Matteo Renzi. (leggi qui Pd, il ronzio degli ex renziani che infastidisce Zingaretti).

Il Pd va avanti lungo la strada tracciata da Walter Veltroni. Alla guida c’è Nicola Zingaretti. Nessun altro.

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