Il Pd riparte dal congresso. Forse (di C. Trento)

Foto © A.S. Photo / Andrea Sellari

Oggi pomeriggio il vertice convocato dal segretario Domenico Alfieri con tutti i leader locali Francesco De Angelis: «Abbiamo bisogno di un percorso condiviso, credo di aver dato un contributo non secondario». I rapporti di forza delle ultime primarie non sono cambiati. L’input dei Giovani e le prospettive. Ma il vero bivio resta quello del superamento di una logica correntizia radicata

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

«Abbiamo bisogno di una discussione serena e di un percorso condiviso. Per quello che mi riguarda credo di aver dato un contributo non secondario». Sorride Francesco De Angelis, leader di Pensare Democratico e presidente del Consorzio Asi. Oggi pomeriggio c’è un appuntamento importante nella prospettiva del congresso provinciale: un vertice convocato dal segretario della federazione Domenico Alfieri. Vertice al quale parteciperanno i big del Partito: Francesco De Angelis ma pure Mauro Buschini, Sara Battisti e Antonio Pompeo.

Francesco De Angelis e Antonio Pompeo

Percorso obbligato più che definito: tutti puntano sull’unità. Il riferimento di De Angelis non è certo casuale: è stato lui ad imprimere la svolta, quando ha annunciato che Pensare Democratico stavolta non presenterà candidato e lista. Un modo per invitare tutti, in maniera concreta, a superare la logica delle correnti.

Fra le altre cose va ricordato che meno di un anno fa ci sono state le primarie che hanno eletto Nicola Zingaretti alla guida del Partito. I numeri di quella competizione sono politicamente attuali. Intanto la Ciociaria allora si confermò “roccaforte” di Nicola Zingaretti: sia nel voto degli iscritti che alle primarie il presidente della Regione Lazio sfondò la quota del 90%.

Vero che tutti i leader locali erano schierati con il segretario nazionale, ma fu così anche nel 2017, con Matteo Renzi, che però in provincia si fermò al 75,70%. Ma ci sono altresì i rapporti di forza tra le diverse componenti.

Nel marzo scorso, alle primarie, la lista Piazza Grande di Francesco De Angelis, Mauro Buschini e Sara Battisti ottenne 12.714 voti, vale a dire il 56,50%. Mentre Territorio per Zingaretti di Antonio Pompeo e Simone Costanzo di preferenze ne mise in fila 5.781, il 25,69%. Da allora non è cambiato molto, se si considera che con Italia Viva di Matteo Renzi non sono andati in molti in provincia.

Peraltro i rapporti di forza sono da diversi anni questi: da una parte Pensare Democratico, dall’altra Base Riformista. Semmai i temi sono altri. A cominciare dalla differenza di risultati tra il livello “politico” e quello amministrativo: il Partito Democratico in Ciociaria ha perso le politiche del 2018 e alle Europee di quest’anno non ha fatto registrare grandi passi in avanti, fermandosi al 16%. Nello stesso giorno, alle comunali, invece sono stati eletti sindaci del Pd, o comunque di area, a Veroli (Simone Cretaro), a Isola del Liri (Massimiliano Quadrini), a Paliano (Domenico Alfieri), a San Donato Valcomino (Enrico Pittiglio), Coreno Ausonio (Simone Costanzo).

Simone Costanzo con Domenico Alfieri

Quadro completato, quindici giorni dopo, dalla vittoria al ballottaggio di Enzo Salera a Cassino.

C’è anche da dire che l’ultimo congresso provinciale è stato celebrato nel marzo del 2016: vinse Simone Costanzo su Domenico Alfieri. Poi lo stesso Alfieri fu nominato reggente a gennaio 2018, quando Costanzo decise di candidarsi alle regionali. Da allora è mutata qualche alleanza, ma il punto fondamentale non è questo. Il punto vero è quello di capire intanto se il Pd provinciale vuole effettuare un ricambio di classe dirigente pure sul versante generazionale oppure se intende arrivare ad una soluzione che non “rottami” nessuno.

Finora l’unica iniziativa politica concreta sul piano congressuale è stata quella dei Giovani Democratici del segretario regionale Luca Fantini.

*

Leggi tutto su

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright