Il percorso di rigenerazione Pd che passa per Valeria

Il percorso di rigenerazione del Pd di Elly Schlein. Passa attraverso l'operazione che ha portato in Direzione figure come Valeria Campagna. Mossa non casuale e non scelta all'ultimo momento

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

La sua foto di copertina sul profilo Facebook la ritrae abbracciata proprio a Elly Schlein ed a Marta Bonafoni. E sarebbe complesso ora parlare di un epilogo “a sorpresa”. Forse per i tempi ma non per i modi. Valeria Campagna dal 2015 almeno è paladina di Latina bene comune, la civica che per due volte ha espresso un sindaco progressista a Latina.

Eletta una prima volta Consigliera comunale nel 2016 appena 18enne (terza nella lista Lbc Giovani con 256 preferenze), rieletta nel 2021 con mille preferenze è da ieri membro della direzione nazionale del Partito Democratico della Segretaria Elly Schlein. (Leggi qui: Nella nuvola di Fuksas il nuovo asse Pd a Frosinone e le primarie per Latina ).

Un percorso che non nasce a caso

da destra: Valeria Campagna, Marta Bonafoni, Danilo Grossi

Valeria Campagna è l’unica esponente pontina tra i cento componenti la Direzione Nazionale Pd.  Un’elezione avvenuta nel corso dell’Assemblea nazionale di domenica che ha proclamato la Elly Schlein Segretaria nazionale. Ma il percorso che ha portato l’esponente politico di Latina fino al parlamentino che decide le politiche nazionali Pd nasce da prima.

Nel corso dei Congressi di circolo il Partito aveva consentito il voto anche agli iscritti di altri movimenti vicini ideologicamente al Pd: da Articolo 1 a Pop, dalle Sardine a Demos. E questo perché in definitiva si era trattato di un Congresso costituente un nuovo Pd. Quello che prima della pandemia veniva teorizzato da Nicola Zingaretti quando teorizzava “non un nuovo Partito ma un Partito nuovo.

Tutti loro hanno partecipato al Congresso e tutti loro sono ora in ingresso nel Pd. Una mossa di rinnovamento e allargamento del Pd, seguita da una altrettanto ferma presa di posizione della neo Segretaria Schlein: simpatizzare va bene, ma non basta, bisogna partecipare.

Oltre il modello di Partito

Elly Schlein (Foto: Alessia Mastropietro © Imagoeconomica)

Elly Schlein, portando dentro al Pd i civici, i movimenti giovanili, un sentire politico dinamico e staccato dalle attuali correnti, non solo potenzia il Partito: va oltre all’attuale modello di Partito. Dà ascolto e diritto di parola alle realtà più moderne e aperte del campo largo del centrosinistra. Ma soprattutto si garantisce nella Direzione e nell’Assemblea interne al Pd l’appoggio di quelle forze esterne che l’hanno votata e voluta come Segretario, ribaltando il risultato scritto da quadri e tesserati. E ora, in qualità di dirigenti nazionali del Pd, al Partito dovranno iscriversi.

In una parola: la scommessa del Pd è stata quella di una fiducia preventiva alle forze che hanno avuto il potere di avviarne la trasformazione. Scommettendo che nel nome di quella trasformazione avviata si iscriveranno. E la dimostrazione concreta di quella fiducia sta nel fatto di averne già messo nel centro decisionale le figure di riferimento. Come nel caso di Valeria Campagna.

Valeria e l’inizio della nuova avventura

Tutto questo, per il Pd. E in tutto questo sarebbe complicato definire “inatteso” l’epilogo di Valeria Campagna: in realtà si presenta come l’inizio di una nuova avventura. Non è inatteso. Anzi, è un percorso iniziato ormai più di un anno fa. E non è relativo solo a Valeria Campagna. Ma a tutto un campo che non si sentiva Pd.

L’ex consigliera comunale campionessa di preferenze di Lbc, una delle più votate nel 2021, si era avvicinata a Marta Bonafoni, al suo Pop – Idee in movimento già da diversi anni. E, come lei, identico percorso aveva fatto anche Francesca Perrone (candidata anche lei nel 2016 in Lbc Giovani, ottenne 44 preferenze), già coordinatrice di “Noi Latina Coraggiosa“, costola pontina di Pop. Le due paladine di Lbc (ormai ex) si erano ritrovate insieme, nel movimento dell’ex sindaco Damiano Coletta prima, in Pop poi, nel Pd ora.

Valeria Campagna è in Direzione nazionale, Francesca Perrone è in Assemblea nazionale. E, come tutti gli altri, è richiesta l’iscrizione al Pd.

Il momento più delicato

Elettra Ortu La Barbera al tavolo Pd – Lbc

Per Lbc lo stacco della Campagna avviene nel momento più delicato: quello della preparazione delle elezioni comunali di maggio. Ma soprattutto quello della trattativa, proprio con il Pd, sulla modalità di scelta del candidato sindaco, sulla costituzione di una coalizione, sulle primarie. (Leggi qui: Primarie, il diritto di Coletta ed il dovere di Coletta).

In queste ore Lbc è stata chiamata alla sua assemblea dei soci, per decidere su tutto questo in vista di un nuovo confronto con il Pd fissato nella giornata di martedì. E si può essere facili profeti nel prevedere come l’elezione di Valeria Campagna nel Pd terrà banco.

Se si volesse fare un discorso di numeri, a ottobre 2021 Valeria Campagna prese 1.035 voti, staccando il secondo degli eletti Gianmarco Proietti di 400 preferenze. Mille voti che passano da Lbc al Pd. E il Partito Democratico, da parte sua, non può che salutare positivamente l’arrivo di una candidata consigliera da mille preferenze. Sui social in queste ore i Dem le stanno aprendo le braccia: a partire da Mario Leone non solo dirigente provinciale del Pd pontino ma anche parte della delegazione di trattativa con Lbc. Sul profilo della Campagna la saluta osservando che «l’ingresso nel Pd di un’esponente di un percorso civico importante per la città e la provincia di Latina significa molto in termini di geopolitica organizzativa e porta certamente rinnovamento anche nelle procedure interne di un Partito nazionale che ha già dimostrato di sapersi aprire ai cittadini ed elettori in occasione delle primarie per la recente nomina di Schlein alla segreteria nazionale».

Un cambio di passo per Valeria ed il Pd

Elly Schlein e Giuseppe Conte a Firenze (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

«Valeria nel Pd avrà modo di confrontarsi immediatamente con un impegno, viste le prossime elezioni amministrative a Latina. Certamente si tratta di un percorso nel centro sinistra di Latina figlio di un cambio di passo della politica in generale che vede le istanze sempre più convergere su risposte articolate e di “filiera”. Dal locale all’Europa dove il ruolo dei Partiti è imprescindibile.

Gli scenari della pandemia, della crisi economica conseguente e della guerra, hanno richiesto e continueranno a richiedere risposte complesse e un coordinamento tale che da destra o da sinistra non può vedere altro che convergenza sui Partiti e nei Partiti».