Il pericolo per il sindaco Natalia arriva da destra

È da destra che arrivano i pericoli per la stabilità dell'amministrazione comunale di Anagni. In poche settimane c'è stata l'uscita di Cardinali e di Naretti. Come va letta. Cosa potrebbero fare. Quali sono gli scenari per il centrodestra cittadino

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

È come quando (a volte) guardi un dipinto di una certa dimensione. Se sei troppo vicino, ti fissi con il dettaglio. E rischi di perdere di vista il quadro generale. In questo caso, molto più importante. Anche ad Anagni, si può valutare in due modi la decisione di Pierino Naretti (Forza Italia) di considerarsi, da qualche giorno, di fatto indipendente, e l’annuncio di voler votare, da adesso in poi, ogni provvedimento in piena coscienza. E non per disciplina di Partito o fedeltà all’amministrazione del sindaco Natalia. (Leggi qui La rivolta di Naretti che poco ha di politico).

Pierino Naretti

La si potrebbe definire la parte finale di uno screzio privato; l’ovvia conseguenza di uno sgarbo personale (la mancata concessione di deleghe di peso) fatto dal sindaco Daniele Natalia nei confronti del suo consigliere, e del responsabile locale del partito Guglielmo Rosatella. Una decisione legata alla volontà di far capire chi comanda davvero nel Partito, tanto più che negli ultimi mesi sono state parecchie le circostanze in cui Rosatella si è distinto per una certa insistenza nel chiedere ruoli ed incarichi in maggioranza. (Leggi qui Rosatella torna a casa e chiede i Lavori pubblici, ma li chiama in un altro modo).

Sarebbe però uno sguardo parziale. Il dettaglio di cui sopra. Un modo per valutare l’elemento singolo, perdendo di vista il quadro generale.

Il secondo elemento lascia Natalia

Ed il quadro generale, a volerlo guardare, ci dice che Naretti è il secondo pezzo della maggioranza che Daniele Natalia perde in pochi giorni. Il primo, più roboante, era stato Alessandro Cardinali, passato all’opposizione platealmente, nel giorno dell’ultimo Consiglio comunale. Sancendo una rottura umana, prima ancora che politica. Certificata dalle parole del sindaco (“forse avrei dovuto cambiare qualcosa già da tempo”) per spiegare le ragioni del rimpasto. (Leggi qui All’ora dei caffè il rimpasto è servito: via al Natalia bis).

Già l’uscita di Cardinali aveva privato la maggioranza di un uomo importante, peraltro aprendo anche una guerra interna a Fratelli d’Italia tra Cardinali ed Ambrosetti. Guerra resa ancora più paradossale dal fatto che, al momento, Cardinali non ha nessuna intenzione di andarsene dal Partito; con la conseguenza che, per ora, Fratelli d’Italia è sia in maggioranza che all’opposizione. (Leggi qui Cardinali innesca l’effetto domino sul governo Natalia).

Alessandro Cardinali

In questo contesto, l’annuncio di Naretti (“da adesso in poi voto sì solo se la cosa mi convince”) è un elemento in più da non trascurare. Sia sul piano numerico (due voti in meno durante una votazione potrebbero essere un bel problema per la maggioranza), sia, soprattutto, sul piano politico. C’è una parte consistente di destra anagnina che, evidentemente, si sta progressivamente allontanando dal sindaco (proprio quando, per uno scherzo del destino, in consiglio entra Magno D’Angeli, storico esponente della sinistra cicconiana in città città).

E non è un caso che proprio in questi giorni sta prendendo quota l’ipotesi di un avvicinamento tra Cardinali e Valeriano Tasca, storico esponente della destra più radicale, per una possibile coalizione di destra alternativa a quella del sindaco Natalia.

Se Naretti (e Rosatella) decidessero sul serio di uscire dalla maggioranza, potrebbero volersi aggregare a quel nuovo schema. Ed il quadro, per il sindaco, diventerebbe ancora più complicato da gestire.