Il postino bussa al Comune: c’è l’iter di decadenza

L'iter di decadenza dei Consiglieri di opposizione prende forma. Le conferme giuridiche, le perplessità politiche, le lettere in arrivo. L'ipotesi di surroga è molto concreta. I No del sindaco al biodigestore. E l'operazione trasparenza

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Le lettere sono già per strada: alcune sono raccomandate con Ricevuta di Ritorno, altre sono state spedite con la posta ordinaria. In municipio nessuno vuole confermare che siano già arrivate: ma che esistano è una certezza. Sono le lettere con le quali attivare l’iter di decadenza dei Consiglieri Comunali che nei giorni scorsi hanno firmato un ricorso al Tar, creando così un contenzioso personale con il Comune.

La norma è chiara. È l’Articolo 63 del Tuel, Testo Unico sugli Enti Locali: stabilisce che è incompatibile con la carica di amministratore comunale colui che ha “una lite pendente in quanto parte di un provvedimento civile o amministrativo rispettivamente con il Comune o la Provincia“. Alessioporcu.it lo aveva anticipato due settimane fa. (leggi qui “Il ricorso mette in bilico i Consiglieri”: il sindaco ci pensa).

L’aspetto giuridico e quello politico

Daniele Natalia

Ma allora i Consiglieri Comunali non possono fare un ricorso al Tar contro il Comune, se ritengono che sia stata violata una norma amministrativa? Assolutamente si: la norma stabilisce che “L’ipotesi di cui al numero 4 del comma 1 non si applica agli amministratori per fatto connesso con l’esercizio del mandato”.

E allora? Secondo diversi giuristi il caso di Anagni non rientra tra le cause di esclusione previste dal comma 3 dell’articolo 63, cioè quello che fa da scudo ai consiglieri. Anzi: rientra proprio tra i casi che fanno scattare in automatico l’incompatibilità. Il motivo lo spiega la Cassazione: la norma punta ad evitare che i Consiglieri possano spostare al Tar gli argomenti sui quali non sono riusciti ad avere ragione in Aula. Perché? L’azione politica ed amministrativa si sviluppa in Aula, in Tribunale si va solo per le violazioni di Legge.

Per il sindaco Daniele Natalia si pone ora una doppia questione. Sotto il profilo giuridico: il ricorso al Tar è esercizio del mandato oppure è fatto personale? La giurisprudenza su questo punto non è univoca. Ma molti pareri chiesti a vari giuristi propendono per il fatto personale.

Poi c’è l’aspetto politico. Daniele Natalia non vuole assolutamente trasformare in martiri politici i fiormatari del ricorso: l’esponente del Pd Sandra Tagliaboschi, il referente della lista Anagni cambia Anagni Nello Di Giulio; il rappresentante di Cittatrepuntozero Fernando Fioramonti; l’esponente di CasaPound Valeriano Tasca, ed il “ribelle” di Fratelli d’Italia Alessandro Cardinali. Ma il fatto è che le lettere previste dalla norma stanno arrivando: le firmano cittadini interessati ad innescare l’uscita dei cinque consiglieri per far entrare al loro posto i primi dei non eletti nelle rispettive liste.

Non poterà non tenerne conto.

La riunione di maggioranza

Una recente riunione della maggioranza

Il tema è stato all’ordine del giorno della recente riunione di maggioranza. Una riunione interlocutoria. Tanto è vero che è stata rimandata per un successivo approfondimento al prossimo 28 ottobre. Ma che ha espresso almeno una cosa concreta. E cioè che, al di là delle fotografie buone per le occasioni ufficiali, la maggioranza capitanata da Daniele Natalia presenta più sfumature sul tema dell’impianto dal quale ricavare concime naturale per l’agricoltura e metano bio, ottenendolo dagli avanzi di cucina che oggi vengono inviati in Veneto dalla provincia di Frosinone.

La riunione è quella che si è tenuta una settimana fa all’interno del palazzo comunale. Riunione lunga, visto che è iniziata poco dopo le 18 e che è terminata solo dopo 20.30; anche se alcuni dei principali esponenti della maggioranza consiliare, come ad esempio l’assessore al Bilancio Giuseppe De Luca, sono arrivati con un certo ritardo e sono stati poi costretti ad andare via per impegni pregressi.

Durante la riunione il sindaco Natalia ha ribadito la serie di No che ha già indicato dal primo minuto. E cioè: No all’impianto se non soddisfa tutti i più recenti parametri di sicurezza; Si solo se ci saranno le modernissime tecnologie che non prevedono l’emissione di fumi in atmosfera, non prevedono alcuna forma di bruciatura, prevedono solo che l’impianto funzioni come uno stomaco umano.

O informazioni chiare o niente

Il sindaco ha posto poi un paletto nuovo. È emerso da quanto sta accadendo in questi giorni. Stanno circolando ricostruzioni fantasiose. Nelle quali si parla di cumuli di rifiuti da portare in città, energia da produrre bruciando… Falso. Ma vuole che a dirlo sia Saf, la società pubblica formata da tutti i Comuni della provincia di Frosinone che ha presentato il progetto affidandone la realizzazione al colosso milanese pubblico A2A (appartiene a Comune di Brescua e Comune di Milano).

Il presidente Lucio Migliorelli

Daniele Natalia pretende che sia Saf a metterci la faccia ed a confermare ai cittadini le cose che lui ha garantito in questi mesi. È una pretesa che ha un forte significato politico: sarebbe come se tutti i sindaci della provincia ci mettessero la faccia.

Per questo reclama dal presidente Saf Lucio Migliorelli una adeguata operazione verità, informando in maniera trasparente i cittadini di Anagni.Altrimenti, senza il consenso popolare noi non andiamo avanti”

Come esempio ha citato la parte della sua amministrazione che reclama quelle informazioni chiare e trasparenti. Come ad esempio l’assessore alla cultura Carlo Marino: l’assenza di quell’operazione di trasparenza compiuta dalla Saf legittima in qualche modo i dubbi. Un atteggiamento che sarebbe stato non del tutto gradito, per usare un eufemismo, da Natalia. Che ragiona più o meno in questo modo; la strada del prossimo futuro passa per l’innovazione e la questione energetica. Anagni potrebbe essere parte importante di questa trasformazione. Ma voi, dice Natalia ai suoi, dovete avere tutti gli elementi per poter rispondere alle falsità messe in giro ad arte in questi giorni.

Ad Anagni, invece, il gioco sembra essere quello del distinguo. L’atteggiamento di chi dice una cosa nelle riunioni ed un’altra tra i propri elettori. Un atteggiamento che, anche nella prospettiva di una campagna elettorale che noi è poi così lontana, sta cominciando a stancare il primo cittadino.