Il potere della perseveranza

Esiste una parola che sta ad indicare un atteggiamento. Chi è 'perseverante' viene spesso scambiato per uno sciocco che si fissa su cose inutili. Non è così. Anzi: potrebbe essere la nostra salvezza

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita. (Lc 21,19).

Difficile credere a queste parole dopo attentati, crisi economiche, pandemia e guerra ancora in corso, clima impazzito. Eppure la Parola sembra non avere dubbi: non abbiate paura, siete importanti, non siete carne da cannone da inviare al fronte soltanto per affermare un principio di forza.

Addirittura, dice che neppure un capello andrà perduto.

Il valore della perseveranza

Noè nell’interpretazione di Darren Aronofsky

Mentre leggevo il brano di Luca, ripensavo al racconto del diluvio: è una di quelle narrazioni presenti nei primi capitoli del libro di Genesi, in cui è difficile distinguere i registri espressivi, il linguaggio e non sai mai se si tratta di un racconto mitico o della storia concreta di un uomo. Però, la caratteristica fondamentale di Noè non è l’eroismo, non è il coraggio ma è la perseveranza, il non lasciarsi scoraggiare.

Mentre costruisce la sua arca, come Dio gli ha ordinato, tutti lo prendono in giro, lo allontanano. Lo isolano. E lui, niente: si fida di Dio, continua a costruire l’arca, nonostante il disprezzo sociale da cui è circondato. Ecco la perseveranza con cui deve essere costruita la fede del cristiano.

E’ quello che consente di arrivare alla fine della corsa, di cogliere la corona del vincitore: chi ha fatto l’esperienza di scalare una montagna sa che centinaia di volte si è assaliti dalla tentazione di finirla lì, di cambiare strada, di voltarsi e tornare indietro in discesa. Soltanto coloro che perseverano saranno in grado di arrivare alla cima, di cogliere il premio.

Il coraggio di mettersi in discussione

Roberto Zappalà, Corpo a Corpo – Prima meditazione su Caino e Abele (Foto © Serena Nicoletti)

E’ la perseveranza nel confronto continuo con la Parola a salvare la vita, è il coraggio di chiedersi sempre se quello che stiamo facendo, le scelte che stiamo operando, le cose che stiamo acquistando… sono conformi alla nostra dignità di cristiani o se invece quel comportamento, quella scelta, quella spesa è in piena contraddizione con i valori a cui ci ispiriamo. 

Ecco perché la perseveranza ci salverà: ci consentirà di non cadere nella trappola seducente della vittoria, della potenza, dell’avidità ma anche della vendetta, della volontà di sopraffazione che sono lì sempre in agguato, accovacciate alla nostra porta. Come dice Genesi a proposito delle intenzioni malvagie di Caino nei confronti del fratello Abele.

La perseveranza sta nel considerare fratello anche quello che non vuole essere considerato tale, anche colui che ci fa del male… . “Perché mi percuoti” chiede Gesù a colui che lo picchia, mentre il sinedrio lo processa per poi essere condotto a Pilato. Gli chiede ragione del suo comportamento ma non lo insulta, non gli rivolge contumelie, nonostante quello che sta subendo, pur completamente innocente dalle accuse che gli vengono rivolte.

La perseveranza è molto difficile, richiede impegno, coraggio, forza, capacità di rimettersi in carreggiata, correggere gli errori, ammettere che si può sbagliare, disponibilità a chiedere scusa, attitudine a ringraziare.

Così, soltanto così, ci salveremo.

(Leggi qui tutte le meditazioni di Pietro Alviti).

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