Il prof di Cassino: “Vi spiego perché il modello cinese non può funzionare da noi”

Troppo diversi. I cinesi si sentono parte del tutto, mentre da noi è la somma delle individualità a fare il tutto. Perché la comunicazione non è stata efficace. E perché chiudere l'Italia non è come chiudere Wuhan

Lucio Meglio è professore di Sociologia all’università di Cassino. Studia i comportamenti umani, cerca di raccoglierli e spiegarne le dinamiche. Divertendosi a stringere la lente dal piano mondiale a quello locale.

Professore, molti in questi giorni hanno sollecitato una soluzione cinese per contrastare in Italia il coronavirus: avrebbe lo stesso risultato anche da noi?

Noi italiani abbiamo un rapporto del tutto diverso tra Popolo e Autorità. Nella cultura cinese il cittadino è parte del tutto: il singolo discende dalla comunità ne è legato a doppio filo. Da noi invece è l’esatto opposto: l’idea di nazione discende dall’unione delle singole individualità. Le individualità non si omologano al tutto, ma mantengono ampi spazi di libertà che non considerano trattabili.

Il centro di Wuhan deserto

Ecco perché c’è stato il caos a cui abbiamo assistito la scorsa domenica notte con la fuga da Milano: ognuno ha pensato per sé. Invece in Cina quando il governo ha deciso di chiudere la città di Wuhan, poiché il singolo fa parte del tutto, come un solo organismo hanno accettato le norme imposte dall’autorit: perché .

Siamo indisciplinati, insofferenti alle regole, incapaci di rispettare gli altri?

Il senso civico del singolo non è nel nostro dna: ci viene trasmesso dal contesto culturale nel quale veniamo educati ad essere “animali sociali”. La nostra è una cultura individualistica diametralmente opposta a quella orientale.

Pensiamo all’utilizzo delle mascherine. In Cina e Giappone si utilizzano sempre anche per un semplice raffreddore per proteggere gli altri, colleghi o amici, dal contagio; noi le abbiamo scoperte oggi per proteggere noi stessi dagli altri. Assistiamo così a persone che le indossano senza nemmeno sapere che spesso non hanno alcuna efficacia.

Noi però abbiamo fatto peggio: fino a domenica c’è stata gente che faceva lo struscio in centro, si abbracciava e stringeva le mani per salutarsi.

La nostra non è insofferenza alle regole: è un modo per esorcizzare la paura. In modo inconsapevole siamo abituati a questo fin dall’infanzia: ci spingono ad andare verso il buio per non averne paura, veniamo invogliati ad affrontare ciò che più ci spaventa. Questo ha determinato la nostra prima reazione: abbiamo ‘sfidato’ il virus e solo una minima parte si è chiusa in casa.

I messaggi inviati dal Governo sono stati efficaci?
Il professor Lucio Meglio

Sta a chi detiene il potere saper utilizzare nei casi di crisi un mirato protocollo di comunicazione d’emergenza.

Faccio un esempio: in una situazione di pericolo un genitore non farà mai percepire a un bambino lo stato di paura, metterà tutto in sicurezza e cercherà di rassicurarlo.

Ecco a livello sociale si parla di “ignoranza istituzionale” quando lo Stato utilizza il ruolo dell’ignoranza (il non conoscere qualcosa) per tranquillizzare i cittadini. È quello che stanno facendo tutti i paesi europei nel far conoscere solo alcuni dati sulla reale diffusione del virus (i malati e non i positivi; i soli morti per coronavirus e non i morti con coronavirus).

I nostri leader hanno nel proprio staff consulenti comunicativi per l’immagine, ma non per le emergenze.

In provincia di Frosinone c’è differenza nei comportamenti?

La provincia di Frosinone poggia su un retroterra culturale agricolo e pastorale dove il senso di comunità era molto forte in passato e nonostante tutto lo è ancora oggi. Nei momenti di difficoltà abbiamo sempre dimostrato di avere delle grandi risorse. Penso alla grande nevicata di qualche anno fa dove ogni persona si mise a disposizione dei vicini per aiutarli. Anche oggi stiamo confermando questa nostra vocazione al senso di sacrificio e di solidarietà.

Ma oggi il modello cinese sarebbe realizzabile da noi?

Il modello cinese non è realizzabile per il semplice motivo che la struttura culturale di un popolo non può essere cambiata da un giorno all’altro. Senza pensare comunque che la Cina ha  isolato una sola provincia (seppur numerosa) inserita all’interno di una nazione più ampia che ha continuato a produrre e funzionare. Noi saremmo l’unico Paese al mondo a bloccare un’intera nazione.

Dobbiamo pensare a un modello italiano di contenimento che come un abito viene cucito su misura per le esigenze economiche e sanitarie della nostra nazione. Anche perché abbiamo visto di non poter contare sull’aiuto concreto dei nostri partner europei o occidentali, gli aiuti paradossalmente arrivano dalla Cina, nazione che fino a qualche mese fa avevamo ghettizzato

Gli scaffali svuotati
C’è stata la corsa ai supermercati: siamo irrecuperabili?

L’istinto di sopravvivenza ci accomuna sì al resto della specie animale, ma rispetto a loro noi abbiamo una potente arma di difesa rappresentata dalle strutture culturali che dovrebbero guidare, ma lo fanno poco, le nostre azioni individuali. Speriamo che la ragione prenda il sopravvento.