Il Prusst non è più in soffitta

Il via libera alla riattivazione dei Prusst. E la riunione dei 33 sindaci dell'area a cavallo tra Lazio e Abruzzo. Ai quali ora la Provincia di Frosinone offre ciò che mancava ed aveva fatto finire in soffitta i Piani. Tecnici e coordinamento. E la possibilità di estendere su scala provinciale

Era finito in qualche scatolone. Nella soffitta delle cose che questo Stato riesce ad immaginare: belle ma troppo complicate da realizzare. Colpa della diffidenza: siccome sappiamo che durante il percorso ci potrebbe essere l’assalto alla diligenza la copriamo con così tanto piombo che nemmeno riesce ad uscire dal garage. E se esce, viaggia così lenta che arriverà con anni di ritardo.

Fuori di metafora? Prendete la Legge di Bilancio varata dal Governo Meloni. Lì ci sono tutte le cose che si intendono fare, c’è dove si prendono i soldi, come verranno impiegati. Ma una Legge è come la diligenza: non viaggia da sola, servono i decreti attuativi; cioè i provvedimenti che dicono come si devono fare le cose. E fino a pochi giorni fa lo stesso Governo Meloni che ha varato la Legge di Bilancio aveva approvato solo 27 decreti attuativi sui 117 necessari per far partire quel testo. Per alcuni decreti è già stata superata la data entro cui dovevano essere approvati. Altri sono in scadenza.

Ora lasciamo Palazzo Chigi e spostiamoci in provincia di Frosinone. Un destino simile lo hanno subito i Prusst, cioè i Piani di Riqualificazione Urbana e Sviluppo Sostenibile. Sono loro ad essere finiti in qualche scatolone. E non per la mancanza di decreti.

La riesumazione dei Prusst

Belli nelle intenzioni. Ma troppo complicati da realizzare. Troppe teste da mettere d’accordo. Troppi interessi che non coincidono. Così nessuno ne ha più fatto nulla. Eppure sono progetti di tantissimi anni fa. Soldi che pochi sono stati capaci di utilizzare al punto che quel piano era finito nel dimenticatoio. Non sono stati usati perché i Comuni non avevano né una sintesi tra di loro né i tecnici e gli uffici in grado di affrontare un progetto di quelle dimensioni che va ad integrarsi con tutti gli altri centri.

Per capirci è un progetto che abbraccia l’area a cavallo tra Lazio e Abruzzo. Il sindaco di Sora Luca Di Stefano ieri ha riunito i 33 sindaci dell’area. Per mettere a terra i progetti del Prusst: ha ottenuto dal ministero la riattivazione del Piano ormai dimenticato.

Nel municipio di Sora ha messo tutti insieme i rappresentanti dell’area vasta che va dal Medio Bacino del Liri segue la linea che congiunge l’Abruzzo con la costa tirrenica e un asse trasversale Avezzano- Sora-Ceprano-Fondi. Ha spiegato cosa si può fare, come si può fare. E soprattutto che l’Amministrazione Provinciale intende mettere a disposizione quello che a loro è mancato negli anni scorsi. Cioè il supporto tecnico ed organizzativo. E non solo.

I progetti

La riunione dei 33 sindaci

Soprattutto c’è la possibilità di connettere quei piani con il Pnrr. È emerso che da subito si può ragionare dei centri storici con effettive azioni di recupero: attivazione di housing e ospitalità diffusa sociale, alberghi diffusi, servizi privati ad uso pubblico.

È possibile la realizzazione di grandi infrastrutture viarie a supporto del turismo: Sora-Pescasseroli e Sora-Fondi; ma anche il riuso di assi ferroviari: Roccasecca-Sora-Avezzano; il riordino dei collegamenti su gomma e dei collegamenti ciclabili, il monitoraggio di strutture e infrastrutture. Sta lì dentro la possibilità del raddoppio della Formia-Cassino-Avezzano;

Il Prusst copre anche il riutilizzo delle aree già compromesse, la riqualificazione dei contesti, le comunità energetiche.

Dimensione provinciale

Ma soprattutto sarà possibile allargare quel Prusst anche alle aree vicine che oggi non sono coinvolte. Ad esempio se il sindaco di Cassino intenderà agganciarsi, potrà sviluppare un suo progetto creando un’area di confine che si integra a quella progettualità.

In questo modo il Prusst diventa un progetto di dimensione provinciale. Ed è da lì che può ripartire lo sviluppo.

L’assemblea dei 33 Comuni riunita nelle ore scorse ha raggiunto una prima tappa. Stabilendo che è necessaria una ulteriore fase di aggiornamento del programma sia per coordinare le valenze degli investimenti pubblici provenienti dal PNRR, sia da altre fonti non statali e comunitarie. Sia per far emergere il valore aggiunto dell’apporto della risorsa privata.

Ma soprattutto un dato è chiaro. Il Prusst non è più in soffitta.