Il rebus vice presidente per Pompeo

Il rebus di Antonio Pompeo per la vice presidenza della Provincia. Con 5 soluzioni. Ciascuna gli risolverebbe un problema. Ma allo stesso tempo gliene aprirebbe un altro.

Cinque nomi per una vice presidenza. Cinque vantaggi e cinque problemi: uno per ogni nome. Ecco perché il presidente della Provincia Antonio Pompeo tarda a designare suo vice uno tra Luigi Vacana, Alessandro Cardinali, Daniele Maura, Luca Zaccari ed Alessandro Rea.

Vacana, esperienza e voti

Luigi Vacana

Luigi Vacana è il vice presidente uscente. È l’uomo di manovra dell’amministrazione. Già vice presidente provinciale del Partito Democratico ne è uscito nel 2015 quando ha capito che gli spazi di manovra sarebbero stati maggiori fuori da quel recinto politico. Infatti ha iniziato ad aggregare tutto quel mondo civico che sta fuori dal Pd ma non gli è ostile. Ideatore della civica Comune in Provincia, sta replicando il progetto alle Comunali di Frosinone dopo avere messo lo zampino in quelle dello scorso ottobre sia ad Alatri che a Sora.

Puntare su Vacana significa due cose. La prima poter contare sulla continuità e sulla sua esperienza. La seconda: avere dalla propria parte i voti che può spostare sui territori. Sono centrali per un Antonio Pompeo che si prepara a scendere in campo alle prossime Regionali. Viceversa. Scontentare Vacana significa lasciare libero per l’Aula un consigliere esperto che conosce tutti i meccanismi per inceppare la macchina. E politicamente significa non poter contare sui suoi voti.

Cardinali, il consigliere strategico

Alessandro Cardinali

Alessandro Cardinali è il Consigliere eletto nella lista del Polo Civico. Amministratore comunale ad Anagni eletto in Fratelli d’Italia è stato revocato dal sindaco Daniele Natalia che gli ha ritirato la delega di assessore ai Lavori Pubblici.

Su di lui si è scatenata una corsa sotterranea tra le due anime del Partito Democratico. Che nega in tutte le lingue. Ma è un fatto che il venerdì prima del voto il Servizio Informazioni del leader Dem Francesco De Angelis segnala un grosso pacchetto di voti spostato su Cardinali dalla componente Pd opposta Base Riformista del presidente Pompeo. Si muove a quel punto il fidatissimo Mauro Buschini che a sua volta (in accordo con De Angelis) sposta un robusto pacchetto di voti su un altro dei candidati: Alessandro Rea di Ferentino dell’area opposta al sindaco Pompeo. L’operazione è talmente poderosa che vengono eletti sia Cardinali che Rea.

Puntare su Cardinali vice presidente significa per Antonio Pompeo proseguire nell’operazione che ha portato alla sua elezione. L’obiettivo è quello di dare vita ad un cartello ampio su Anagni dove conquistare il Comune e strapparlo al sindaco Natalia, attraverso Cardinali e gli uomini di Vacana sul posto; inoltre ci sono i suoi voti per Regionali che Pompeo sta rastrellando senza sosta. Per contro, rinunciare a Cardinali significa limitare l’operazione. Che invece ha bisogno di una dimensione ed uno spessore provinciali. E significa perdere i suoi voti.

Daniele Maura, la sponda necessaria

Daniele Maura ed Antonio Pompeo

Daniele Maura è esponente storico di Fratelli d’Italia. È il presidente d’Aula uscente. Lo è stato in virtù dell’accordo trasversale che ha visto il Dem Pompeo sdoganare i Fratelli d’Italia. E dare uno spessore di Secondo Livello alla sua amministrazione. Affidare la vice presidenza a Maura significherebbe dimostrare che la volta scorsa l’accordo con FdI non era dettato dalla necessità di governare ma era stata condivisione vera.

Ora però i numeri sono nettamente diversi da quelli usciti due anni fa dalle urne. Oggi Pompeo ha una maggioranza ampia e non sta in una situazione di sostanziale pareggio. Tenere Maura significherebbe premiare la coerenza politica ed avere una sponda di voti a destra assolutamente utile. Rinunciare a Maura, per Pompeo significa finire ostaggio della componente maggioritaria del Pd che a quel punto ha i numeri per guidare il governo dell’ente.

Rea e la proposta indecente

Alessandro Rea

La vice presidente ad Alessandro Rea sarebbe utilissima ad Antonio Pompeo per chiudere il fronte interno che gli si è aperto nella sua Ferentino. Un fronte talmente agguerrito che lo ha portato a far saltare il suo vice sindaco Luigi Vittori (leggi qui Cosa c’è dietro il divorzio tra Pompeo e Vittori).

Assegnare la vice presidenza a Rea significherebbe chiudere la frattura che ha determinato la cacciata di Vittori. Il gruppo tornerebbe in sintonia con il Presidente – Sindaco, almeno fino alle prossime elezioni.

Antonio Pompeo è scettico. Perché teme di trovarsi davanti una situazione di guerra guerreggiata: con il gruppo di Vittori – Rea che in municipio gli sta accanto ma allo stesso tempo prepara una successione puntando su un sindaco diverso da quello al quale Pompeo sta pensando. Inoltre sa di non poter contare sui loro voti per le prossime Regionali: al momento sono allocati su Mauro Buschini, grazie al quale la componente Vittori ha potuto eleggere Rea in Provincia.

La bomba Zaccari

Luca Zaccari

In questo contesto è stata presa in considerazione la soluzione Luca Zaccari. Esponente neo Leghista (della componente che fa riferimento a Pasquale Ciacciarelli). Affidare a lui la vice presidenza manterrebbe la linea del dialogo con la minoranza (vedi il ragionamento fatto in precedenza per Maura). Inoltre potrebbe aprire una breccia nei voti leghisti per le prossime regionali.

Per contro, con l’incarico a Zaccari si scatenerebbe subito la guerra interna con gli altri due Consiglieri leghisti: che sono di osservanza diversa da quella del loro collega. Infatti Andrea Amata è espressione del coordinatore provinciale Nicola Ottaviani, mentre Gianluca Quadrini gioca in proprio ed ha tra i nemici giurato proprio quel Pasquale Ciacciarelli al quale Zaccari fa riferimento. m

Da Amata a Vacana, passando per Mignanelli

Il presidente della Provincia Antonio Pompeo ha sempre scelto con grande attenzione il suo “vice”. Dal 2014 ad oggi. Lo ha fatto perché ha capito prima degli altri che l’ente può anche essere diventato di secondo livello ma ha mantenuto una centralità politica fondamentale. Di conseguenza le brutte figure si pagano. Fra l’altro ha costantemente messo al primo posto il rapporto con tutti gli amministratori, di maggioranza come di opposizione. Riuscendo quindi ad interpretare lo spirito di una legge (la Delrio) che non prevede più una logica di contrapposizione ma dinamiche da ente intermedio.

All’inizio come vicepresidente scelse Andrea Amata, che allora faceva parte dell’Ncd. Nel 2014 Pompeo diventò presidente battendo Enrico Pittiglio in quello che è passato alla storia come il “derby” del Pd. E c’è riuscito con il sostegno del Nuovo Centrodestra e di Forza Italia. L’indicazione di Amata era un segnale politico preciso.

Poi in quel ruolo c’è stato Massimiliano Mignanelli. La logica è stata la stessa: esponenti di centrodestra che in consiglio provinciale però trovano un’intesa amministrativa prima che politica. Quindi c’è stata l’era di Luigi Vacana, esponente di una civica, Provincia in Comune, che fa parte ormai del cosiddetto centrosinistra allargato. Nel recente passato Luigi Vacana ha perfino partecipato a delle riunioni dell’area del Pd che fa riferimento proprio a Pompeo.

Il passo di Vacana su un lato

Adesso, in questa fase, la delega alla vicepresidenza dovrebbe essere assegnata ad Alessandro Cardinali, consigliere comunale di Anagni, possibile “certezza” di quel Campo Largo che Francesco De Angelis vuole come prospettiva decisiva ovunque. In ogni elezione comunale. Il braccio di ferro tra lo stesso Alessandro CardinaliLuigi Vacana è inevitabile.

Complicato che Antonio Pompeo riesca a trovare una soluzione condivisa realmente da entrambi. E questo apre nuovi scenari possibili in quelli che sono gli ultimi mesi del suo mandato come presidente, che scade il 31 ottobre 2022. Una delle soluzioni possibili è che Vacana rinunci alla vice presidenza per tornare a presiedere l’Aula, nell’incarico che aveva fino a due anni fa prima di cederlo a Maura.

Bisognerà vedere non tanto quello che succederà in Consiglio, ma le manovre nel Pd sulle candidature che contano. Cioè quelle i Parlamento e alla Regione. Ci puntano sia Francesco De Angelis (alla Camera) che Antonio Pompeo (al consiglio regionale). La scelta del vicepresidente della Provincia sarà  decisa dai due insieme. Poi si capiranno quali saranno le strategie elettorali e le possibili reazioni politiche.

Per esempio di Luigi Vacana. O di Alessandro Cardinali.