Il rischio del grande freddo dietro l’angolo

Non c'è più molto tempo. La provincia di Latina ha recuperato il ritardo sulla Ciociaria nella produzione di gas. In itinere ne ha almeno tre. Nella provincia di Frosinone: zero. La conferenza su Anagni compie un altro passo. Ma sposta ad agosto la decisione. Mentre Nord Stream riduce le forniture dalla Siberia. E manda in crisi il sistema industriale

La provincia di Latina si è portata avanti. La chiusura del metanodotto Nord Stream che collega la Siberia alla Germania avrà un impatto molto più basso sulle fabbriche e sulle case pontine. Lì il gas se lo fanno in casa. E da tempo.

Innanzitutto usando il letame animale. Lo hanno fatto la Agri Power Plus di Latina, la Mascetti – Sbardella di Cisterna di Latina, la E.R. e la Bioenergie Italia entrambe di Aprilia con quattro impianti da 999 kilowatt ognuno. In provincia di Frosinone quando è stato presentato un progetto analogo per fare la stessa cosa con il letame prodotto ad Amaseno (dove il numero delle bufale da latte è superiore a quello degli abitanti umani) poco c’è mancato che venissero impugnati i forconi.

Non solo con il letame

Foto Luigi Mistrulli © Imagoeconomica

Non solo letame. La provincia di Latina si è portata avanti anche con gli impianti per smaltire le erbacce tagliate dalle strade: non si possono bruciare. Altrimenti producono sostanze inquinanti.

La provincia di Frosinone spende circa 140 euro a tonnellata per portarle a Vicenza. A Latina hanno il progetto approvato un anno fa alla Rifuture srl che a Cisterna di Latina ha già avviato i lavori; quello della Easy Energia Ambiente di Pontinia e quello della Recall di Latina che sono in itinere. Lì ci metteranno le erbacce (che fanno come l’insalata nello stomaco umano) e gli avanzi di cucina. Al confine tra le province di Latina e Roma c’è l’impianto Biowaste di Anzio che è già operativo. E quello di Acea a Pomezia.

In provincia di Frosinone? Zero. Tanti progetti presentati, nessuno ancora approvato: lasciando le bollette a carico dei cittadini su tariffe stellari. Potrebbero essere ridotte di un terzo grazie ai ricavi dalla produzione del gas, del concime naturale, finanche dell’anidride carbonica da rivendere all’industria alimentare per fare acqua minerale e bevande gasate.

Anagni, nuovo passo in avanti

L’impianto di Costa di Rovigo

Il progetto che ormai è arrivato all’ultima tappa dell’iter di approvazione è quello di EneAna Srl di Anagni. Lo propone Saf la società composta dai 91 Comuni della provincia di Frosinone in parti uguali; come partner privato ha scelto uno dei principali operatori in Italia che è A2A (altra società pubblica, guidata dalle Province di Brescia e Milano, un colosso da 13mila dipendenti e 11,5 miliardi di fatturato nel 2021); come socio il gruppo Saxa Gres pronto ad acquistare il gas per alimentare i suoi forni.

La Conferenza dei Servizi (il tavolo con tutti gli enti interessati) di oggi doveva essere decisoria. La decisione invece slitta al 9 agosto perché mancavano ancora due pareri: quello dell‘Arpa Lazio (l’agenzia regionale per la Protezione dell’Ambiente) e quello dei Vigili del fuoco. Quaranta milioni di euro d’investimento, una trentina di dipendenti solo per la gestione dell’impianto, stop alle migliaia di viaggi nei camion per i rifiuti che dalla Ciociaria vanno fino a Rovigo in Veneto.

La conferenza di oggi è stato un ulteriore passo in avanti. Il Comune ha letto i pareri negativi sul piano Urbanistico e quello Sanitario: poco o nulla incidono perché l’autorizzazione regionale risolverebbe la questione urbanistica; il Ministero della Sanità ha già dato il suo parere su richiesta dell’associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente e non ha dato prescrizioni al progetto fornendo solo consigli su come trasmettere i dati ambientali. Idem la Asl di Frosinone che non ha sollevato rilievi. Oggi nessuno ha contestato (ma non è stato mai fatto) il merito del progetto, ma solo il suo contesto.

L’industria boccheggia

Il comparto industriale dell’intera provincia di Frosinone è in forte sofferenza. In mattinata è stato annunciato il nuovo taglio nelle forniture di gas dalla Russia all’Italia, lungo il metanodotto Nord Stream. Lo ha annunciato Eni, spiegando che il colosso russo Gazprom oggi avrebbe fornito al gruppo 21 milioni di metri cubi di gas, rispetto a una media degli ultimi giorni pari a circa 32 milioni di metri cubi/giorno. È un taglio di quasi il 30% nelle forniture da Mosca. Per le industrie significa rivedere ancora una volta i prezzi, mettere in discussione i contratti, i costi del prodotto finito.

Un problema ancora più pressante per le industrie energivore: come i settori della ceramica, del cemento, dell’acciaio e del vetro. Che rischiano il collasso in assenza di forniture certe ed a prezzi stabili. Un settore che nella sola provincia di Frosinone riguarda ben oltre il migliaio di famiglie.

Un impianto per la produzione di energia non basta, non sarà sufficiente. Non basterà Anagni, non basterà il progetto Fenice in fase di approvazione a Frosinone. Soprattutto non basteranno gli avanzi di cucina e gli sfalci delle erbe della provincia di Frosinone per alimentarli: nemmeno potranno arrivare da fuori territorio. Non per via delle norme. Ma perché se li prenderanno altri. Che sono partiti prima con i loro impianti. E ci alimenteranno le loro fabbriche, ci riscalderanno le loro case.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright