Il ritorno di Piero Marrazzo: in fila alle Primarie Pd

L'ex Governatore del Lazio Piero Marrazzo ha votato per le Primarie Pd nel circolo Ponte Milvio - Vigna Clara - Fleming. "Vengo a votare per la vita democratica dell'unico Partito nel quale sono i suoi iscritti a decidere”. Non intende tornare in politica. "La mia stagione si è conclusa”. ma potrebbe fare politica.

Lo hanno visto arrivare a metà mattinata. Nel suo giaccone blu aperto con la sciarpa Burberry lunga a ripararlo dal freddo del mattino. Il gusto per l’eleganza non gli è mai mancato. Si è messo in fila nella sezione del Partito Democratico Ponte Milvio – Vigna Clara – Fleming come tutti gli altri militanti: arrivato il suo turno ha pagato i due euro previsti ma non c’è stato bisogno che declinasse le sue generalità. Ha rimesso piede in una sezione Pd Piero Marrazzo, allievo modello nella scuola politica di marca socialista, levriero televisivo elegante nella presa e implacabile nel morso alla preda che immancabilmente cacciava dagli schermi di Mi Manda Rai Tre, soprattutto governatore della Regione Lazio per una stagione interrotta troppo presto.

Ha preso la scheda e votato alle Primarie con cui scegliere il nuovo Segretario nazionale. Non si vedeva da una vita. Da quando aveva deciso di lasciare la politica: indifferente verso un Partito che al suo interno non aveva la minima intenzione di cambiare e nemmeno di essere cambiato. E per uno di scuola riformista come lui è l’inconciliabilità.

Al voto dopo la Palestina

La riflessione l’ha compiuta, lunga e profonda in Terra santa. Non perché avesse bisogno di illuminazione. Ma perché quella non è una sede Rai qualsiasi. È un posto per giornalisti con l’usta del diplomatico. Perché lì è terra di confine: tra gli ebrei che rivendicano il diritto alla Terra Promessa, i Palestinesi che rivendicano il diritto alla terra e basta, i falchi e le colombe dell’una e dell’altra parte. Sbagliare un reportage da quella latitudine significa creare problemi agli equilibri del Tricolore.

Il gusto per le cose di politica l’ha recuperato lì. Giura il suo confidente Pino Candido che l’abbia riacquistato facendosi una personale rassegna stampa italiana quotidiana e leggendola con gli occhi di chi vive nel mezzo di un’intifada. «Se volete capire perché Piero è qui dovete partire da questo».

Marrazzo: “Niente ruoli io ho già dato”

Piero Marrazzo negli anni da Governatore (Foto: Pierpaolo Scavuzzo © Imagoeconomica)

Presidente, torna in Politica? «Non ci penso proprio. La mia stagione si è chiusa. Non cerco ruoli, non voglio candidature, non voglio andare da nessuna parte». Il tono è lo stesso degli anni in cui guidava la Regione: fermo e malinconico, sicuro e struggente. Il tono con cui affrontò la piazza di Anagni che voleva assaltare un suo comizio e la domò uscendone tra gli applausi. E lo sguardo sconcertato ed incredulo di un Franco Fiorito allora in rapida ascesa.

Lì convinse dicendo “Vi hanno detto che voglio chiudere il vostro ospedale. Sappiate che Piero Marrazzo non chiuderà niente dovunque ci sia una Croce Rossa. Ma voi da questo ospedale cosa volete? Se vostra madre deve essere operata al cuore la portate qui o a Frosinone? Ecco: io devo fare in modo che qui voi troviate tutto quello che vi serve sotto la croce di colore rosso e spostare a Frosinone i letti vuoti di cardiologia per far trovare prima il posto a vostra madre”.

Tribuno della plebe. Troppo scomodo. Non solo per gli avversari ma soprattutto per il suo Partito. Che già aveva cominciato a dire di voler riformare. E nel Pd non c’è troppo margine di agibilità per i rottamatori, ieri come l’altroieri: su oggi basta andare a Montecitorio e chiedere di Nicola Zingaretti.

Presidente allora cosa è venuto a fare nella sezione del Pd?
Piero Marrazzo

«Il mio dovere civico. A votare per la vita democratica dell’unico Partito nel quale sono i suoi iscritti a decidere».

Premesso che non vuole tornare in politica, vuole tornare a fare politica?

«La politica si può fare in tanti modi. Io oggi non intendo in alcun modo interferire con la vita democratica del Pd, sono un semplice militante. Vedo però che all’esterno del Pd c’è un vuoto di interesse e di contenuti: mi piacerebbe mettere a disposizione la mia esperienza e le mie conoscenze in quell’area che è esterna ma non distante dai valori del Pd. Ma senza ruoli, senza ambizioni: ve l’ho detto, la mia stagione si è conclusa. E adesso, fatemi andare a votare».

Per chi voterà, presidente?

«Per il Pd del futuro. E per un Pd che ci porti nel futuro».