Il Rubicone di Michele Marini: si candiderà

Quattro nomi per l’assessorato ai Lavori Pubblici di Frosinone. Antonio Scaccia: «Centrodestra maggioritario, vinceremo ancora». Michele Marini ha deciso: si candiderà

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Sono quattro i nomi che il Polo Civico ha ufficialmente proposto al sindaco Nicola Ottaviani per la carica di assessore ai Lavori Pubblici. Sono tutti “esterni”: Andrea Turriziani, Antonello Galassi, Angelo Retrosi e Fulvio Benedetti. (Leggi qui La cena è servita. Ma l’assessorato ancora no)

Il nodo del Polo Civico 

Il primo cittadino ha fatto capire di preferire un “interno”, vale a dire un consigliere comunale. Il Polo Civico ne ha quattro: Debora Patrizi, Igino Guglielmi, Claudio Caparrelli e Francesco Trina. Se fosse indicato uno dei primi tre in aula subentrerebbe Valeria Morgia, prima dei non eletti della lista di Gianfranco Pizzutelli.

Francesco Trina, invece, è stato eletto in Alternativa Popolare: una sua nomina come assessore determinerebbe l’entrata in consiglio di Pasquale Cirillo, da tempo però assessore in quota Fratelli d’Italia. Il che comporterebbe l’ulteriore scorrimento della lista. E la seconda dei non eletti è Gina Tripodi. Anche il nome di Gina Tripodi era circolato tra le opzioni degli “esterni”, unitamente a quello di Daniela Testa.

Gianfranco Pizzutelli

Nicola Ottaviani ha incontrato già diverse volte gli esponenti del Polo Civico, ma con ogni probabilità saranno necessari ulteriori confronti. Gianfranco Pizzutelli, leader della formazione civica, ha dato carta bianca ai consiglieri comunali. Si tratta pure di capire quali sono i tempi di una eventuale operazione. Al termine della consiliatura mancano poco più di otto mesi. Se per metà ottobre la situazione non si dovesse sbloccare è possibile che il Polo Civico decida di non essere più interessato al riequilibrio delle deleghe in giunta.

Una vicenda nata dopo l’adesione di Fabio Tagliaferri a Fratelli d’Italia. Perché è Fabio Tagliaferri l’assessore ai Lavori Pubblici in quota Polo Civico. Sembra che nei giorni scorsi ci sia stato un incontro tra lo stesso Tagliaferri e i consiglieri della lista. Ma poi c’è stata la consegna ufficiale al primo cittadino della “rosa” dei nomi. (Leggi qui Il Polo Civico a Ottaviani: revochi le deleghe).

C’è anche un nodo politico interno alla maggioranza di centrodestra, perché Fratelli d’Italia ha chiesto la sottoscrizione di un documento di fine consiliatura, con il quale ci si impegni altresì a sostenere il centrodestra a giugno 2022. Non è un mistero che Francesco De Angelis e altri big del centrosinistra siano in pressing sul Polo Civico. (Leggi qui Centrodestra ad alta tensione. Ma si tratta).

La Lega perde un pezzo 

Sara Bruni

Come riferito ieri Sara Bruni ha annunciato in consiglio comunale l’uscita dalla Lega. Il Partito di Matteo Salvini scende da quattro a tre esponenti in aula.

La Bruni si è dichiarata “indipendente” e confluirà nel Gruppo Misto, che a questo punto è il più numeroso in aula, con 5 esponenti: Carlo Gagliardi, Thaira Mangiapelo, Vittorio Vitali, Alessandra Sardellitti e Sara Bruni. (Leggi qui Le spine di Ottaviani: Sara Bruni esce dalla Lega).

Quest’ultima ha ribadito il sostegno a Nicola Ottaviani, che fra l’altro è anche il coordinatore provinciale della Lega. Sotto traccia ci sono diversi movimenti all’interno della maggioranza di centrodestra. Non si possono escludere ulteriori colpi di scena. A stretto giro di posta. 

L’intervento di Scaccia 

Antonio Scaccia. Foto © Stefano Strani

Antonio Scaccia, assessore e leader della Lista per Frosinone, rileva: «Credo che vada sottolineato il risultato numerico e politico dell’ultima seduta del consiglio comunale. Il bilancio consolidato è stato approvato con 19 sì, 2 no e 2 astenuti. Questo dimostra l’ottimo stato di salute di una maggioranza che da nove anni sostiene un’Amministrazione che ha letteralmente cambiato il volto del capoluogo».

«Il centrodestra conta 21 consiglieri sulla carta. L’altra sera ce n’era uno fuori Frosinone, che sicuramente avrebbe votato sì. Siamo a 20. Ma sinceramente credo che possiamo perfino arrivare a 21. Dico questo perché la volta scorsa nelle file delle opposizioni qualcuno sottolineò di aver retto il numero legale per qualche minuto. Ora, questa maggioranza ha dimostrato con i fatti compattezza e cultura di governo. Non mi sembra di aver visto in nove anni proposte programmatiche delle opposizioni. Non hanno mai messo in campo un’alternativa di governo».

«Se come centrodestra restiamo uniti (e lo resteremo) continueremo ad amministrare il capoluogo. Ci sono tutte le condizioni, ma è chiaro che dobbiamo essere capaci di mantenere valori come l’unità, la lealtà e lo spirito di squadra. Aggiungo che le primarie rappresentano a mio giudizio il metodo migliore per la scelta del candidato sindaco. Con l’impegno di tutti di sostenere chi le vince». 

Il vertice di maggioranza 

Palazzo Munari a Frosinone

Qualche sera fa c’è stata una riunione di maggioranza, alla presenza del sindaco Nicola Ottaviani. Il quale ha parlato soprattutto dell’ormai prossimo trasferimento della sede comunale a Palazzo Munari.

Ma il primo cittadino si è soffermato altresì sul tentativo di trovare le 16 firme necessarie per sottoscrivere le dimissioni di massa o una mozione di sfiducia. Tentativo poi naufragato.

Ottaviani ha voluto sottolineare due aspetti. Il primo: l’iniziativa è partita da esponenti dell’opposizione, ma anche qualche consigliere di maggioranza si era detto disponibile. Il secondo: il sindaco ha assicurato che più di qualche espo nente delle opposizioni non avrebbe firmato un simile atto. Una sorta di messaggio ai naviganti. 

Il Rubicone di Marini 

Michele Marini

Vorticoso giro di telefonate dei fedelissimi dell’ex sindaco Michele Marini. Il dado è tratto: quest’ultimo si candiderà a sindaco, probabilmente con il sostegno di due liste civiche.

Ci sono stati già diversi incontri e in questa fase si stanno raccogliendo le adesioni per concorrere come consigliere. Ottobre è il mese decisivo: Michele Marini la decisione l’ha già presa. Si tratta di capire adesso se compirà anche un ulteriore passo: l’uscita dal Partito Democratico. 

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