Il ruolo delle civiche e quella voglia di… Cambiare

Cambiare è la lista civica che a Ferentino ha avuto spesso un ruolo. Da quattro anni è 'dormiente'. Ma "continuiamo ad esaminare e valutare tutti gli atti pubblicati all'Albo". La possibilità di un ritorno. Ma la fondatrice Adele Reali assicura "Non mi candido, resto a fare la Segretaria”

Emiliano Papillo

Ipsa sua melior fama

Non solo alla Provincia. Non solo a Frosinone. Il ruolo delle liste civiche sarà determinante anche per eleggere nel 2023 il nuovo sindaco di Ferentino. I numeri sono chiari: alle Provinciali la civica di Luigi Vacana ancora una volta ha eletto un consigliere: lo ha fatto raccogliendo il consenso di quella parte del centrosinistra che non si riconosce nel Partito Democratico e non intende allinearsi; il Polo Civico ha eletto due Consiglieri, catalizzando i voti del centrodestra stufo dei suoi gruppi dirigenti e premiando il vice presidente Alessandro Cardinali; facendo altrettanto con i Pd in aperto dissenso interno e concentrando il voto su Alessandro Rea.

Alle Comunali di Frosinone storicamente vince e diventa sindaco chi riesce ad essere più trasversale. È il caso di Domenico Marzi che vent’anni fa prese una fetta determinante di consenso al centrodestra. Altrettanto, seppure in misura minore, era riuscito a fare Michele Marini. Nessuno può negare che alcune aree di pensiero del centrosinistra abbiano sostenuto Nicola Ottaviani.

Il fenomeno diffuso

Foto © Marco Cremonesi / Imagoeconomica

Ferentino ha una dimensione ed un ruolo che la pongono nella stessa condizione di Provincia e Capoluogo. Non è una questione di civismo: è la necessità di intercettare elettori che non si sentono più rappresentati da un sistema dei Partiti che nulla ha a che vedere con quelli di trent’anni fa o prima.

Una necessità che a Ferentino ora è particolarmente avvertita perché le prossime Elezioni amministrative non vedranno candidato sindaco Antonio Pompeo: termina i due mandati consecutivi consentiti dalla legge e soprattutto si candiderà alle Regionali.

Tra le liste civiche più longeve del centro ernico e che saranno presenti alla prossima tornata elettorale c’è Cambiare. È nata nel 2012 da un gruppo di amici provenienti da culture politiche diverse. Nel 2013 ha appoggiato una coalizione di centrosinistra eleggendo un consigliere comunale senza però avere rappresentanza in giunta. La forza del civismo sta nella sua trasversalità, nella possibilità di cambiare fronte sulla base di un progetto senza i vincoli dell’ideologia. Così nel 2018 c’è stato a sorpresa il sostengo al candidato sindaco di centrodestra. Una scelta che ha lasciato Cambiare fuori dal Consiglio.

Ora la coordinatrice cittadina Adele Reali ci riproverà. Nel 2023 valuterà la coalizione da appoggiare valutando progetti e programmi per la città.

In che modo Cambiare

Adele Reali ed Alberto Tribioli
1) Tra poco Cambiare festeggerà i 10 anni della sua nascita. Perché nel 2012 avete deciso di fondare questa civica?

Perché era entrato in vigore l’obbligo di trasparenza per le amministrazioni pubbliche. Finalmente avevano l’obbligo di rispondere alle richieste avanzate dai gruppi organizzati di elettori. Grazie alla nostra civica nel 2012 finalmente potevamo avere a disposizione gli atti amministrativi per ricostruire i castelli di carta. Quelli che i Partiti al potere ci avevano fatto credere fossero solidi e di pietra. Invece erano solo castelli in aria. Mi riferisco a Farmacia, STU, Acea, depuratori, Aeroporto, Interporto, Bonifica. E infatti a distanza di 10 anni sono caduti tutti, anche grazie alle nostre azioni, anche se molti lo hanno dimenticato.

Quando siete nati eravate molto vicini alle idee della sinistra . Al vostro interno c’era una componente ecologista, rappresentata da Antonio Palombo. È vero che già in quel 2012 avevate un legame con Casaleggio che non aveva ancora creato il Movimento 5 Stelle?

Il gruppo era nato attorno alle idee di Gianroberto Casaleggio che era stato lo stratega di Italia dei Valori, prima di creare il Movimento 5 Stelle. Abbiamo raccolto dapprima i Partiti di sinistra: Rifondazione, Verdi, Radicali. C’erano Giancarlo Canepa, Sergio Collalti, Vera Zerabruk, Fabio Magliocchetti, Ambrogio Coppotelli, Luigi Di Tomassi che hanno fatto scuola ai tanti nuovi elementi che abbiamo proposto e che si sono fatti valere su turismo, urbanistica, ambiente. Non è poco.

Nel 2013 siete riusciti ad eleggere un consigliere comunale, Pio Riggi. Con il quale siete entrati subito in conflitto. Una decisione che vi ha precluso la rappresentanza in giunta.
L’Aula del Consiglio di Ferentino

Pio resta un caro amico, ma invece di costruire ed allargare il gruppo seguendo votazioni interne, in quel momento intendeva decidere la linea in autonomia.
Cambiare invece ha cercato di costruire “futuri amministratori”, ognuno con una personalità che faceva riferimento alle più interessanti evoluzioni della politica nazionale. Basta ricordare le primarie con Vendola e poi Civati, il “referendum di Renzi”, le follie di Beppe Grillo, il Conte 1 con la Lega, la quota donne obbligatoria in politica. Per capire il nostro modella bisogna eliminare il modello di lista civica costruita intorno all’unico consigliere che “deve uscire”: queste liste vengono create solo per la tornata elettorale. Quel che serve invece è qualcosa che duri e vada oltre il voto. Possibilmente svincolato dai nomi di Partito, perché anche quelli cambiano troppo spesso.

Nel 2018 vi siete invece presentati con il centrodestra fallendo l’elezione di un rappresentante in consiglio. Lo rifarebbe?
La lista schierata con il centrodestra

È stata l’ovvia conseguenza di quel che ho appena detto, anche se avremmo preferito che tutta l’opposizione andasse unita con Berretta e Maddalena. Questo non è stato possibile, quindi abbiamo scommesso su un governo 5 Stelle – Lega, cosa che si è verificata qualche settimana dopo su scala nazionale. Qui abbiamo precorso i tempi. ma non siamo stati capiti.
Quindi, dopo aver preso gli elementi liberi a sinistra, abbiamo cercato quelli liberi a destra: i giovani scappano via da Ferentino. Devono far esperienza prima che sia troppo tardi. Chissà, un giorno torneranno con il loro bagaglio di esperienze e la città farà quel salto di qualità che tanto speriamo.

Da quattro anni siete fuori dal Consiglio: cosa avete fatto?

Dopo avere trascorso sette anni a martellare, i membri si sono presi una pausa: per motivi di lavoro, per la nascita di figli, per la morte di persone importanti. La politica è un servizio, non un mestiere, ma gli elementi di Cambiare saranno sempre pronti per Ferentino. L’attività amministrativa dei governi Pompeo 1 e 2 è stata sotto la nostra lente d’ingrandimento: noi leggiamo tutti gli atti pubblicati sull’albo pretorio. È stata sempre molto attenta ed ha evitato gli evidenti errori del passato, come nel caso RSU e con la chiusura dei vari project financing.

Foto © Pietro Scerrato
Oggi cosa è Cambiare?

Stiamo ragionando su progetti, tenendo in considerazione quella che è la nostra Identità, la nostra storia. Siamo antifascisti, ecologisti, riformisti e innovatori, questo fardello lo porteremo ovunque. Non escludiamo nulla, siamo persone libere. Nelle prossime settimane, tireremo anche noi le nostre conclusioni dopo un’attenta analisi. Non certo sui nomi o su contenitori vuoti, costruiti a comando, ma su temi veri . Sui temi del Lavoro, dell’equità, dell’ambiente, della giustizia sociale. Come è ovvio, a noi non interessa la bandiera, che è solo un modo per dividere l’elettorato. Basta vedere quel che accade in provincia per capire il giochino.

Il futuro politico di Adele Reali?

Ho sempre fatto la Segretaria, il che significa che aiuto il gruppo a stare insieme, a dialogare. Non mi candido. Altra situazione sconosciuta ai Partiti ufficiali di Ferentino, dove vige il “solo io”.

Cosa pensa dell’attuale quadro politico di Ferentino?

L’esperienza insegna che alla fine il candidato sindaco è solo un nome. Noi vorremmo ragionare sul progetto, sui contenuti. Se molti di noi sono stati capaci, persino di essere candidati in una coalizione di destra, seppur con una lista civica, figuriamoci se davanti ad un progetto politico che rappresenta anche la nostra identità, possiamo scartarlo a priori e non sederci a ragionare.

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