Il segnale di Mitrano che spiazza il Pd

L'apertura di Sabina Mitrano al Pd. Dove però la minoranza vuole le Primarie e non intende seguirla senza la legittimazione del voto.

Le primarie? Quando le ho proposte io nessuno le ha volute. C’è solo la mia coalizione che da oltre un anno sta lavorando alla costruzione di una reale alternativa all’amministrazione di Cosmo Mitrano che da dieci anni governa Gaeta e che ora propone per il futuro, in palese continuità, Cristian Leccese”. Quattro righe con le quali la professoressa Sabina Mitrano fa scacco al Partito Democratico. Lo mette di fronte alle sue responsabilità politiche, gli lascia una via d’uscita per le prossime elezioni. Ma non si piega: è lei a condurre il gioco, non si lascia prendere per mano dal Pd né cucire lo stemma Dem sulla bandiera.

La prof di Lettere ed assessore alla Cultura per un breve periodo, domenica mattina nell’Hotel Mirasole International lancerà la sua sfida all’erede designato del sindaco uscente. Lo farà guidando la coalizione “Gaeta Comunità di Valore” che ha raccolto l’adesione de “Una Nuova Stagione” e di “Europa Verde”.

La partita con il Pd

Sabina Mitrano

Il Partito Democratico una settimana fa ha deciso di inaugurare un nuovo corso. Da quando è nato dalla fusione di Ds e Margherita il suo simbolo non è mai apparso sulle schede per le Comunali di Gaeta: qui la fusione a freddo non si è realizzata; troppe divisioni, troppe distanze. Le diverse sensibilità interne si sono sempre schierate esponendo un simbolo civico. Ancora oggi, la presidente del Consiglio Comunale in carica è Pina Rosato leader di un’area Pd, in opposizione c’è Emiliano Scinicariello che è leader di un’altra area Pd che domenica scorsa ha vinto il Congresso. (Leggi qui Fine delle ambiguità: il Pd volta pagina e candidato).

E quella vittoria ha imposto un nuovo corso al Pd: si scende in campo con il simbolo, si fa una battaglia di identità. Anche se questo alla fine dovesse aiutare a vincere il centrodestra com’è accaduto lo scorso autunno alle Comunali di Formia. (Leggi qui: Il Pd al bivio, le primarie rischiano di diventare una trappola).

Il Pd però ora è finito in un cul de sac. Deve candidare un suo uomo. O un uomo che esca vincitore dalle primarie di coalizione. Il fatto è che Sabina Mitrano non vuole proprio sentirne di fare le Primarie. E nemmeno le passa per la mente di tesserarsi con il Pd. Ma Scinicariello vorrebbe schierarsi apertamente con lei.

Come se ne esce?

Gianluca Conte

A tracciare una via d’uscita è proprio Sabina Mitrano. È stata lei a mandare un segnale al Pd, invitandolo a seguirla. L’invito non è casuale: venerdì sera è in programma la seconda riunione della Direzione del Partito Democratico.

È chiamata a dare “definitivamente e senza tentennamenti” una risposta alla richiesta fatta dalla minoranza interna che ha sostenuto il candidato Segretario sconfitto Giovanni Di Bernardo: vuole le Primarie per scegliere il candidato sindaco.

Nessuna votazione, nessuna conta. Lo ha fatto intendere il neo Segretario del Pd: “La strada è ancora lunga da percorrere…”. E non è un caso che proprio in questa fase sia arrivata la richiesta di Sabina Mitrano.

Auspico che il Partito Democratico, che nel recente congresso ha rinnovato la segreteria ed il direttivo, possa dare dimostrazione tangibile della nascita di un “nuovo corso” abbracciando questa sfida” ha dichiarato la professoressa Mitrano. “Potrebbe cogliere l’occasione per dare finalmente un segnale di reale cambiamento di rotta posizionandosi in maniera alternativa rispetto alle vecchie spiacevoli dinamiche locali”.

C’è chi dice no

Emiliano Scinicariello

Ma la minoranza del Pd continua a chiedere il rispetto delle regole statutarie:  Sabina Mitrano, voglia o non voglia, partecipi alle primarie, del Pd o di coalizione, le vinca per partecipare alle prossime elezioni amministrative con una maggiore legittimazione politica.

Se non lo farà, se ne assumerà tutte le conseguenze del caso” tuona il consigliere comunale di Demos Franco De Angelis. Lo ha detto in una riunione dai toni a tratti accesi che si è tenuta giovedì sera convocata dal Segretario Gianluca Conte. Presso il suo studio legale in via Piave avrebbe dovuto ascoltare singolarmente i dirigenti dei Partiti e delle liste ciche che fanno parte del cartello elettorale di Silvio D’Amante, l’ex sindaco Pds che oggi guida la minoranza interna Pd.

Alla fine, si è deciso per un confronto assembleare cui hanno preso parte Demos (Franco De Angelis), Gaeta 5 Stelle 2050 (Simone Avico, Salvatore Fortunato e Michele Vaudo), Insieme per Gaeta  (Maria Mancini) e Movimento Progressista (l’ex sindaco Antonio Raimondi, Savatore Di Ciaccio e Mino Forcina).

Ci sarebbe dovuta essere la quinta gamba della coalizione D’Amante, “Orizzonti per Gaeta” ma correttamente ha detto di no perché alcuni suoi dirigenti (l’avvocato Claudia Magliuzzi) sono stati eletti nei nuovi organismi del Pd Gaetano.

La rabbia dell’ex sindaco

Anthony Raimondi

Il più duro degli intervenuti è stato quello in video conferenza dell’ex sindaco Anthony Raimondi. “Sinora tutti buttavano la croce addosso alla Presidente del Consiglio Comunale Pina Rosato. Sostenevano che da una parte avesse messo in naftalina il Pd e dall’altra stesse governando il Comune con Cosimino Mitrano e con Forza Italia”.

Il nuovo corso del Pd – ha aggiunto l’ex primo cittadino di Gaeta – non perda l’occasione di essere pronto al rispetto delle regole interne. Lo Statuto preveda lo svolgimento delle primarie e questo momento democratico non venga perso per favorire tatticismi o facili personalismi. Si vota a  metà giugno ed il tempo per effettuare questa scelta alla luce del sole ancora ce n’è”.

Che le primarie stiano perdendo inesorabilmente quota – con le  inevitabili fratture interne nel cuore della campagna elettorale- l’ha confermato anche il neo segretario Dem Conte ed il suo ideologo Emiliano Scinicariello. Intanto Conte ha spazzato il campo: “Io candidato sindaco? Non ci penso proprio”.

Primarie, candidatura di Partito o cionvergenza verso Sabina Mitrano: questione di ore. La prof però non aspetta: lei domenica cala l’asso della sua candidatura. Se il Pd vuole la segua.