Il segnale di Peppino: “Questa città ha bisogno di dialogo”

Cassino deve ritrovare la sua serenità e la capacità di confrontarsi. Il segnale dell'ex sindaco Giuseppe Golini Petrarcone. Le scuse? Necessarie ma non sui giornali: in Aula. Il clima da ultras. Il bisogno di dialogo

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

«Cassino ha bisogno di ritrovare la sua serenità. Nella quale recuperare la sua capacità di dialogo e di confronto: anche appassionato ma sempre nei confini della correttezza. C’è troppa esasperazione in questo periodo. Il tifo ha sostituito la passione. Credo che dobbiamo impegnarci ad individuare tutti insieme un giusto punto di equilibrio». Giuseppe Golini Petrarcone è stato sindaco di Cassino nei momenti più difficili della Seconda Repubblica: quando è collassato il vecchio sistema della partitocrazia i cassinati si sono affidati a lui; quando il centrodestra aveva evidentemente esaurito la sua fase sotto la guida di Bruno Scittarelli è di nuovo a Peppino che hanno fatto riferimento.

Avvocato, dieci giorni fa l’Aula del Consiglio Comunale è apparsa più una bettola che la massima assise cittadina: roba che nemmeno nei pejor bar de Caracas… (Leggi qui: Osteria Di Biasio: Consiglio Comunale tra ‘vaffa*’ e ‘stu cafone’).
Lo scontro De Sanctis – Fiorentino

«Devo riconoscere che si è ecceduto. Da ambo le parti. Come se ciascuno, con il suo comportamento innescasse la reazione dell’altro. È stato un gioco a scendere in basso. La passione giustifica molti atteggiamenti ‘caldi’ ma non si deve mai eccedere. Non deve succedere».

Nessuno si è scusato.

«Credo che al prossimo Consiglio sia giusto fare ammenda: da parte di tutti. Va fatto lì. Perché è quella la sede naturale dove scusarsi con la città e non, sia detto con rispetto, sui giornali cartacei o on line che siano. Soprattutto chi si è reso protagonista di scene poco consone al luogo deve avere la statura per dire che ha ecceduto. Per eccesso di passione. Ma ha pur sempre ecceduto. E che eviterà di rifarlo».

Secondo lei cosa ha innescato quel gioco a scendere in basso?

«Registro un clima troppo rissoso. Non è un sano clima di confronto. È tifoseria esasperata. È tono da ultras. Ricordo a me stesso che nessuno ha mai del tutto ragione. E questo sembra che l’abbiamo dimenticato. Cassino deve recuperare la sua capacità di dialogo, c’è un approccio toppo pragmatico che ha messo in secondo piano la capacità ed il gusto di confrontarsi, anche con la città».

In successione ci sono stati il suo governo, quello di centrodestra guidato da Carlo Maria D’Alessandro e poi quello di centrosinistra ma di Enzo Salera. Questo clima è figlio della battaglia esasperata per conquistare una posizione di vantaggio in vista delle elezioni 2024?
Giuseppe Golini Petrarcone

«Al di là dei risultati raggiunti da ogni singola amministrazione, penso dobbiamo ricordarci che è la città ad essere centrale e non i suoi uomini. Spesso i risultati amministrativi sono figli del lavoro di più sindaci che si sono succeduti, possono essere rivendicati dalle varie amministrazioni. Serve una pacificazione. Nella città si deve respirare un clima più sereno: non solo tra le varie forze politiche, non ci si puo dividere in guelfi e ghibellini».

Ci si divide pure su un tema che dovrebbe essere unificante: finalmente Cassino sta iniziando ad avere una personalità architettonica, si sta pedonalizzando…

«Personalmente, e con me buona parte dei colleghi che stanno in opposizione, n faccio un a questione di metodo più che di merito. Noi riteniamo che non siano stati rispettati gli iter autorizzativi. E non è una questione di lana caprina. È questione che se un cittadino non ha tutte le carte in ordine, arrivano le autorità e gli sequestrano il cantiere. Il Comune deve essere da esempio pure in questo. Poi si può discutere di tutto il resto. Ma prima bisogna rispettare le forme»

«Poi possiamo riflettere. Bisogna che questa città, che ha tante potenzialità, torni a pensare al proprio futuro con serenità: alla costruzione del proprio benessere, al di la di chi sia la maggioranza a guidare all’amministrazione. Ci sono tante cose su cui dibattere ma se mancano i rapporti umani, personali, la cosa non può andare a finire bene».

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