Il segreto dei cerchi della vita

Senza ricevuta di Ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. Per quelli che pensano di avere fallito perché non hanno chiuso un cerchio

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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La vita è fatta di cerchi, più o meno grandi: tutti cercano di completare il giro e chiudersi, non tutti ci riescono. Amori spezzati, studi mai completati, traguardi mai tagliati.

Spesso nasce un senso di fallimento e di frustrazione: se lo avete provato, sappiate che state sbagliando.

Perché il destino non è che il cerchio si chiuda, ma provare a chiuderlo. Ci aiutano a capire le parole di un grandissimo presidente di calcio: Orfeo Pianelli. Ai calciatori del Torino che stavano per scendere in campo diceva “Per me, la partita potete pure perderla, a condizione che quando rientrate negli spogliatoi abbiate girato tutte le zolle del campo e scheggiato almeno due volte i pali e la traversa”.

Bisogna provarci: è quella la missione. Riuscirci poi dipende da tantissimi elementi, alcuni imponderabili: possiamo farci nulla se non almeno provarci fino alla fine.

I cerchi si chiudono da soli

La signora Meri di Vicenza

Perché se è destino, i cerchi si chiudono da soli. Chiedetelo alla signora Meri di Vicenza. Ha 90 anni e quindi, nel 1945 ne aveva 13: la mamma le preparò una torta per festeggiare il compleanno che – ironia del destino – cadde nel giorno della Liberazione; la città fu invasa dai soldati americani, che rubarono la torta a quella bambina di 13 anni. E la mangiarono loro.

Oggi, dopo 77 anni, il Comando dell’Armata americana a Vicenza le ha fatto una sorpresa: ha voluto festeggiare il suo compleanno e regalarle una torta, restituendole, simbolicamente, quella che le era stata rubata nel 1945.

I cerchi si chiudono da soli, a noi spetta provarci. E resistere fino alla fine.

Senza Ricevuta di Ritorno.

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