Il segreto di Fabrizio: voglia d’essere campione anche a 43 anni

Il Triplista ciociaro interviene al Meeting per l'Amicizia fra i Popoli di Rimini. E svela cosa gli consente di essere il top anche in un'età che pone molti limiti

Alessandro Salines

Lo sport come passione

Se a 43 anni festeggiati la vigilia di Ferragosto continua ancora a saltare e a sognare nuove vittorie lo deve soprattutto alla famiglia con la quale condivide ogni giorno la sua vita sportiva e le emozioni che prova. Fabrizio Donato, frusinate, campione di triplo, medaglia di bronzo all’Olimpiade di Londra, lo ha rivelato senza troppi giri di parole al convegno “Lo sport italiano che vince – Ogni successo nasce dalla preparazione”  che si è svolto nello “Sport Village” allestito all’interno del quarantesimo Meeting per l’Amicizia fra i Popoli di Rimini. L’appuntamento clou di fine estate, organizzato dal movimento cattolico Comunione e Liberazione. Una manifestazione dove politici, intellettuali, giornalisti, religiosi, artisti e sportivi si confrontano su vari temi attraverso una serie d’incontri ed eventi. La rassegna è partita domenica scorsa ed ha come filo conduttore il verso “Nacque il tuo nome da ciò che fissavi“, tratto dalla poesia “Il nome” di San Giovanni Paolo II

Fabrizio e gli altri campioni

Fabrizio Donato a Zurigo

Donato è stato tra i protagonisti della mattinata all’interno dello “Sport Village” che quest’anno grazie alla nuova partnership con Master Group Sport e al tradizionale impegno del CSI diventa teatro di riflessione e incontro sul mondo dello sport con la presenza nella fiera di Rimini di grandi campioni. Il saltatore ciociaro, vice brigadiere delle Fiamme Gialle e record italiano della specialità (17.60), è stato uno degli ospiti di un convegno molto atteso e condotto dal giornalista Giovanni Bruno, editorialista di Sky Sport. Come detto il titolo dell’incontro era “Lo sport italiano che vince – Ogni successo nasce dalla preparazione“. Oltre a Fabrizio, sul palco c’erano Davide Cassani ex ciclista e ct della nazionale, Rossano Galtarossa già campione europeo di canotaggio e facility manager della Canottieri Padova, Riccardo Pittis ex azzurro dell’Italbasket ed oggi mental coach.

Inoltre sono intervenuti Mauro Fabris presidente della Lega Volley e Rocco Sabelli amministratore delegato Sport e Salute spa, che hanno posto l’accento sul ruolo svolto dalle istituzioni nel creare successo.

L’intervento di Fabrizio

Il campione ciociaro è stato come al solito molto diretto e sincero. Ha parlato con il cuore in mano come ha sempre fatto nella sua lunga e carriera. Dopo le vittorie e le sconfitte. Si è detto orgoglioso di essere un esempio per i giovani e ha dettato la sua ricetta per cercare il successo. “Essere un punto di riferimento, una guida per gli altri giovani è uno stimolo – ha affermato Donato su IMG Press –  Non bisogna rischiare di esigere risultati subito, in questo modo si bruciano talenti. La strada migliore è trovare la giusta identità all’atleta facendo provare diverse discipline“. 

Fabrizio Donato

Poi Fabrizio Donato ha rivelato il segreto del suo successo. Ovvero qual è la molla che a 43 anni lo spinge ancora in una specialità durissima, tra le più selettive e competitive dell’atletica. “La tecnica aiuta, la scuola italiana dei salti ci dà gli strumenti per andare avanti – ha aggiunto – Per quanto riguarda le motivazioni è l’ultimo dei miei problemi, ce l’ho tutti i giorni al mio fianco ed è la mia famiglia. Condividere la mia vita sportiva con loro è un’emozione continua. Queste sono le emozioni che ogni giorno mi fanno andare avanti con la stessa passione, con lo stesso fuoco della mia prima olimpiade“.

Fabrizio Donato a Rio Foto © Giancarlo Colombo / A.G.Giancarlo Colombo

Un campione eterno

Il triplista delle Fiamme Gialle ha fatto intendere di voler continuare a saltare. Malgrado l’età e i tanti acciacchi. L’obiettivo è l’Olimpiade di Tokyo nel 2020. La sesta consecutiva a partire da quella del 2000 a Sydney. Due in meno dei fratelli Pietro e Raimondo D’Inzeo che hanno il record italiano con otto partecipazioni.

Un risultato straordinario per Fabrizio. Il coronamento di una carriera luminosa che vanta i record italiani all’aperto (17.60) e indoor (17.73). Ma anche ventitré scudetti tricolori, due titoli europei oltre alla medaglia di bronzo conquistata ai Giochi di Londra del 2012.