Il Frosinone torna a muovere la classifica a Perugia, dove la gestione arbitrale a tutto tondo non ha soddisfatto. E il caso del 'Curi' si aggiunge ad altri nella stagione in corso. Il dato statistico conferma le parole del tecnico alla vigilia dell'ultima gara: “Siamo una squadra nella quale non ci sono ragazzi che hanno un minutaggio elevatissimo rispetto ad una classifica di tutte le altre. Significa che siamo stati bravi ad utilizzare le risorse della rosa”
Solido e concreto. Pur nelle difficoltà generali di un campionato condotto da grande protagonista ma che a 7 giornate dalla fine lascia inevitabilmente scorie sia nel fisico che nella testa. E’ la fotografia del Frosinone che doveva muovere classifica dopo il tonfo casalingo con il Cosenza ed a Perugia lo ha fatto, anche a costo di qualche sofferenza di troppo soprattutto dopo aver agguantato il meritatissimo pareggio.
La serie B già di per sé è un campionato usurante ma a 10-12 giornate dalla fine assume totalmente altre sembianze e il carattere della totale imprevedibilità. Per questo è anche necessario dare fondo a tutte le risorse a disposizione ed ha fatto bene Grosso soprattutto a preservare quei giocatori che erano appena tornati disponibili. Il suo è stato un turn-over ragionato e allo stesso tempo ha lanciato un messaggio a tutto l’organico: tutti dobbiamo sentirci dentro la stessa ‘barca’ fino all’ultimo secondo del campionato.
Sostanza che lo stesso allenatore giallazzurro aveva fatto intendere nella conferenza stampa di presentazione della gara del ‘Curi’: “Siamo una squadra – aveva detto – nella quale non ci sono ragazzi che hanno un minutaggio elevatissimo rispetto ad una classifica generale di tutte le squadre. Questo significa che siamo stati bravi ad utilizzare le risorse di tutta la rosa, ben sapendo che dentro ci sono ragazzi con esperienze diverse. La nostra forza è stata quella di saper mixare il tutto, andare in campo e disputare comunque delle grandi prove”.
Tutti convocati
A conferma di quanto detto da Grosso, c’è un dato statistico che comprende anche i minuti di recupero totali: sono 4 i giocatori che viaggiano tra i 1.000 e i 1.500 minuti di presenza (Szyminski, Kone, Frabotta e Insigne), 9 quelli che sono tra i 1.500 e i 2.000 minuti (Cotali, Sampirisi, Mazzitelli, Rohden, Moro, Mulattieri, Caso, Garritano e Ravanelli), 2 giocatori tra i 2.000 e i 2.500’ (Lucioni e Boloca) e 1 ha giocato tutte le partite (Turati, 3.001’). Bene anche Oyono che sfiora i 1.000, considerando che ha saltato 19 partite delle quali 6 per infortunio alla caviglia.
Tra i nuovi arrivati a gennaio Baez (496’) davanti a Gelli (408), quindi Bidaoui (153). Tra quel manipolo di giocatori che viaggiano tra 1’ e 500’, ha giocato di più Monterisi (461’), poi Borrelli (323’), Bocic (258’) e quindi Oliveri (152’). Appena oltre i 500’ c’è Kalaj (538’). Nessuna presenza infine per il secondo e terzo portiere Loria e Marcianò e per il neo ingresso Kujabi.
La coperta si era ristretta in mezzo al campo
Non va mai dimenticato che, al netto degli infortuni occorsi a Lucioni (6 gare out, 11 punti ottenuti) e Ravanelli (8 partite totali, 13 punti conquistati ma in concomitanza anche i ko casalinghi con Parma e Cosenza), le assenze del centrocampo giallazzurro in rapida successione sono quelle che hanno pesato maggiormente.
Grosso infatti ha dovuto fare a meno di Kone (14 partite saltate finora in due fasi, intervallate da 1 gara intera a Ferrara con la Spal e 4 spezzoni), Lulic (out ormai da 7 gare, stagione terminata per lui) che aveva dato grande equilibrio dopo l’infortunio del giocatore scuola Toro e di Mazzitelli (3 assenze, rientrato 19’ totali a Perugia).
Vale a dire due mezze ali, tra i quali un tuttocampista (Kone) e un regista, tutti con elevatissime capacità di interdizione e di inserimento. Senza contare che in mediana era mancato anche Boloca ma in concomitanza con la sua assenza erano arrivate 5 vittorie di fila.
Attenzione, andiamo al Var
In questa stagione il club giallazzurro ha sempre mantenuto un profilo basso di fronte a quella manciata di errori arbitrali che però hanno sicuramente penalizzato la squadra.
Un breve riassunto delle puntate precedenti: era accaduto a Benevento (2-1 per i sanniti, arbitro Pairetto di Nichelino, 2 rigori negati su Garritano), era accaduto anche a Parma (2-1 per i ducali, record di cartellini gialli sventolati dall’arbitro Dionisi de L’Aquila, per un totale di 8 compresi i 2 gialli per Grosso), era accaduto al ‘Ferraris’ contro il Genoa (arbitro Sozza di Seregno, rigore del possibile 1-1 negato dal Var nel finale), era accaduto a Palermo (arbitro Ghersini di Genoa, rigore su Garritano negato dal Var prima del pari di Boloca) ed è accaduto a Perugia (arbitro Feliciani di Teramo, esordiente, gol del provvisorio vantaggio dei grifoni convalidato al Var).
I vecchi saggi del calcio dicono che nel calcio i pro e i contro si bilanciano sempre. Ma se un Var non riesce a notare 2 infrazioni su 3 dello stesso giocatore (il perugino Rosi) nella stessa azione, vuol dire che la tecnologia è ancora parecchio da affinare. La prossima si chiama Ascoli, in visita al ‘Benito Stirpe’. Un altro derby e si sa che i derby vanno sempre valutati, maneggiati e diretti con la massima cura e attenzione. Come il Var.
Il Genoa cala il poker, ok il Bari
Vince il Genoa nell’anticipo della 31.a giornata con la Reggina e lo fa grazie ad un gol dell’attaccante Coda, una rasoiata che passa tra le gambe di Gagliolo e non trova al massimo della reattività il portiere dei calabresi Colombi. Quarto successo di fila per i grifoni che sono a -4 dal Frosinone e infilano la quarta vittoria di fila. Per la squadra di Inzaghi, al contrario, è la quarta sconfitta consecutiva.
Alle spalle della formazione ligure c’è il Bari grazie al 2-0 sul Benevento. Ma sulla vittoria dei ‘galletti’ ci sono quantomeno due ombre: un rigore non concesso nemmeno al Var per fallo di mano di Vicari e il rigore concesso ai padroni di casa per un punzecchiata con le punta del piede di Foulon. I gol di Antenucci (dal dischetto) e quello di Folorunsho su punizione (deviazione) chiudono la pratica. Benevento nei guai, la cura-Stellone non sta dando risultati e lo spettro della serie C è dietro l’angolo.
Spal e Brescia in caduta verticale
Stessa questione per la Spal che in casa con la Ternana conduce per 82’ dopo il rigore di Moncini ma cede fisicamente e mentalmente negli ultimi 20’ e a 4’ dal 90’ subisce la rete del pari della formazione di Lucarelli, gol realizzato da Favilli. Precipita senza appello il Brescia che sul campo dell’Ascoli tiene fino al 2-2 ma poi cede a 15” dal 90’ per un rigore segnato da Caligara, poi c’è il 4-2 siglato dall’ex Marsura e solo a tempo scaduto il 4-3 di Bisoli. Ad oggi Brescia, Spal e Benevento sarebbero retrocesse.
In basso sorride invece il Cosenza alla sua terza vittoria di fila: dopo Modena, Frosinone è il turno del Pisa. A mettere in cassaforte tre punti è l’attaccante scuola Milan Nasti con un gran colpo di testa.
Avanti adagio del Cittadella che fa 0-0 con il Modena mentre graffia 3 punti importanti il Venezia in casa contro un Como abbastanza sbadato che resta nella terra di nessuno a 39 punti a braccetto con Ascoli e Modena. Sul 2-2 si fa cacciare il tecnico Vanoli, brutta la reazione nei confronti dell’arbitro Serra. E la mano del Giudice potrebbe essere pesante sull’allenatore dei lagunari che nel frattempo si portano appena ai margini della zona calda ma tirano fuori la testa dalle sabbie mobili.
Il Palermo resta al palo, il Cagliari avanti tutta
Il salto di qualità non riesce al Palermo che paga le tante defezioni ma anche un errore del portiere Pigliacelli che spiana la strada al 2-1 definitivo di Coulibaly e il Parma risale sull’ottovolante. A nulla è servito il gran gol che si è confezionato da solo l’attaccante Soleri in risposta al provvisorio vantaggio firmato da Benedyczak.
In alto batte il passo il Cagliari che passa in casa con il Sudtirol col solito Lapa-gol, spreca l’impossibile e si fa raggiungere nel finale su rigore. Altoatesini a 52 punti quarti a -1 dal Bari, sardi a 46 punti al quinto posto.