Il silenziatore di Pompeo e l’asse con De Angelis

Il presidente della Provincia ha completamente cambiato schema e si vede anche per le comunali di Frosinone: ha evitato di farsi notare, aspettando che alla fine si arrivasse comunque al Campo largo che lui stesso ha sperimentato per primo.

Dopo l’elezione dei 12 consiglieri, il presidente della Provincia Antonio Pompeo ha messo il silenziatore: sedute consiliari convocate con il contagocce e quadro completamente stabile. Calma piatta insomma. Non sta avvenendo per caso.

Antonio Pompeo, dopo l’asse di ferro con Francesco De Angelis, ha capito che nel Pd soprattutto bisogna comportarsi esattamente come fa De Angelis. Cioè uscire fuori al momento opportuno, quando ne vale la pena, cambiare lo scenario e poi tornare a farsi dimenticare, lasciando al resto del Partito il compito di sviluppare quello scenario; un modo per assicurare a tutti un ruolo ed un pezzo di responsabilità sulla crescita.

Il primo Campo Largo

Francesco De Angelis con Antonio Pompeo

Alla Provincia di Frosinone c’è stato il primo vero esperimento di Campo largo in Ciociaria. Cioè un’alleanza tra Pd, Polo Civico e Provincia in Comune. Il Partito Democratico ha eletto 4 consiglieri in quello che si può definire un capolavoro di equilibrio: Antonella Di Pucchio (fedelissima di Antonio Pompeo), Enrico Pittiglio (fedelissimo di Francesco De Angelis e Sara Battisti), Gino Ranaldi (esponente di riferimento del sindaco di Cassino Enzo Salera), Alessandro Mosticone (elemento decisivo per l’asse di ferro con il sindaco di Sora Luca Di Stefano).

Il Polo Civico ha portato in aula due consiglieri. Ma attenzione: mentre Alessandro Cardinali è il vicepresidente, Alessandro Rea è ai margini della maggioranza che appoggia Pompeo. Di Provincia in Comune neppure a parlarne: c’è Luigi Vacana.

La trasposizione dello schema

Domenico Marzi

Lo stesso schema si sta spostando su Frosinone, ma nelle scorse settimane nel Pd del capoluogo è successo davvero di tutto. Si è arrivati al punto di non ritorno. Fino a culminare con la rinuncia preventiva annunciata questa mattina da Domenico Marzi, al quale in serata l’Assemblea avrebbe chiesto ufficialmente di candidarsi. (Leggi qui Il No di Marzi che manda nel caos il Pd).

In altri tempi Antonio Pompeo si sarebbe esposto in prima persona dicendo che per lui il candidato migliore non poteva essere Mauro Vicano. In altri tempi Antonio Pompeo avrebbe sostenuto a spada tratta l’ipotesi Michele Marini. Stavolta ha osservato, ha aspettato che la situazione si componesse (non senza pesanti scosse di assestamento) e alla fine ha ribadito l’asse con Francesco De Angelis. Anche nel corso dell’ultima riunione del circolo frusinate del Partito Democratico.

Adesso che è definitivo il No di Domenico Marzi ed è necessario individuare il candidato sindaco, Antonio Pompeo aspetterà. Lascerà che la situazione maturi. Entrerà in campo solo nel momento in cui sarà necessario.

Sono passati otto anni dalla frattura alla Provincia tra De Angelis e Scalia, che portò poi alla prima elezione di Antonio Pompeo presidente. Il quadro è completamente cambiato.

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