Il silenzio carico di parole che Piergianni non dice

Ci sono silenzi che urlano. E solo chi vuole ignorarli fa finta di non sentirli. Silenzi che valgono mille parole: quelle non pronunciate e che avrebbero potuto ribaltare una situazione. Il silenzio di Piergianni Fiorletta è uno di questi.

Sindaco di Ferentino per due mandati, autore del risanamento delle casse cittadine che erano al collasso (gli avversari hanno sempre rimproverato d’esserci riuscito ma a costo di vendere l’argenteria), ha firmato una serie di progetti con i quali rivoluzionare la città: erano altri tempi, cioè quelli del decennio d’oro nel quale lui indossava la fascia da sindaco ed il suo predecessore Francesco Scalia governava la Provincia.

Finita la sua stagione, Piergianni ha fatto come Cincinnato: svestiti i panni del sindaco ha indossato quelli del semplice consigliere comunale. E non ha commesso l’errore fatto da tanti altri suoi colleghi, che non avevano capito il loro nuovo ruolo ma pretendevano di fare il ‘sindaco ombra’. Piergianni no. E per non fare ombra al suo successore Antonio Pompeo, al voto di fedeltà, castità ed obbedienza alla causa ha aggiunto anche il voto del silenzio. Non ha più parlato: né sui giornali né in aula. Nè nei momenti in cui poteva rivendicare i suoi meriti, tantomeno in quelli in cui avrebbe potuto correre in soccorso al sindaco in difficoltà. Silenzio. Deve esserci sangue sabaudo, in giro per Ferentino: facevano così i Savoia tra i quali la regola era “Si regna uno alla volta“.

Nel frattempo, ci sono altre sedi nelle quali la voce dell’ex sindaco si sente, forte e chiara: al Ministero Beni Culturali ed in Regione Lazio, dove non ha smesso mai di fare la spola per riuscire a realizzare il suo sogno per la città, il progetto per la valorizzazione delle Mura Poligonali e degli altri beni storici di Ferentino.

Anche per questo il silenzio di Piergianni non è un silenzio muto. E’ un silenzio che urla. Più degli strepiti lanciati in aula dal consigliere socialista Gianni Bernardini: suo cugino in primo grado, oppositore per convinzione (in Provincia è l’unico a non avere approvato il bilancio) ma mai sterile. Vicini politicamente ma anche personalmente: entrambi abitano nell’ex lanificio che fu di famiglia. Ma mai Piergianni ha rotto la regola del silenzio, nemmeno per controbattere a Gianni.

Nessuno potrà rimproverargli di avere fatto ombra, ma nemmeno di essere stato in sintonia. Perché è questo il segreto dei silenzi: nessuno potrà dirti che sei stato contro, nessuno potrà rimproverarti che sei stato a favore.

C’è chi vede un messaggio preciso nel silenzio di Piergianni Fiorletta: il percorso verso il suo ritorno alla carica di sindaco. Finito il mandato, Antonio Pompeo vuole spiccare il volo: vorrebbe il Consiglio regionale del Lazio, magari nel listino con cui si eleggono i  nuovi Senatori della Repubblica, il bis in municipio avrebbe per lui il sapore della minestra riscaldata.

A Piergianni no. Quel sapore piace. E’ per questo che resta in silenzio.