Il silenzio dei fedelissimi non aiuta il Capitano

Si è aperta la resa dei conti nella Lega. E dopo le comunali lo scontro tra Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti salirà di tono. In provincia di Frosinone dovrebbero essere schierati tutti con Matteo Salvini. Ma prevalgono tatticismi e silenzi

Forse lo scarso peso politico della provincia di Frosinone dipende anche dal fatto che nessuno si schiera mai… prima. I parlamentari nazionali e regionali (eletti in questo territorio) dei Cinque Stelle non hanno detto mezza parola quando è caduto il Conte bis e nemmeno quando l’ex premier è diventato capo del Partito.

Nella Lega sta succedendo la stessa cosa. Ma c’è un elemento ancora segreto che rende tutto molto diverso.

Lo scontro in atto

Matteo Salvini, Nicola Ottaviani e Giancarlo Giorgetti

Lo scontro tra Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti è ormai iniziato chiaramente. Anche se il Capitano lo nega: come ha fatto questa mattina dai microfoni di Radio Anch’io su Radio Rai. “Mentre i giornali si occupano di ipotetiche spaccature, noi insieme stiamo cercando di non tornare alla legge Fornero” ha detto Salvini a Radio Anch’io a proposito dei rapporti con Giancarlo Giorgetti. Gli domandano: con Giorgetti la pensate allo stesso modo sul futuro della Lega? “Assolutamente sìè stata la risposta del leader del Carroccio.

I fatti stanno in un altro modo. I Governatori del nord del Carroccio sono schierati con il ministro dello Sviluppo Economico, ma bisognerà vedere cosa succederà se davvero si andrà al congresso anticipato. Salvini è intenzionato a non mollare.

C’è indubbiamente una ripresa forte dell’asse del nord della Lega. Ma in questi anni il Partito si è sviluppato anche nel centrosud. E in provincia di Frosinone, sulla carta tutti dovrebbero stare schierati dalla parte di Salvini. Non è certo.

I contatti con quelli del Lazio

Claudio Durigon

L’offensiva di Giorgetti è destinata ad aumentare, soprattutto se dopo il 3 e 4 ottobre i risultati elettorali non sorrideranno al Carroccio. Nei giorni scorsi ci sono stati con molta discrezione dei contatti “con quelli del Lazio”. Non con Claudio Durigon che viene considerato un inavvicinabile ma anche uno poco presentabile dopo il caso FanPage e le dichiarazioni dal palco di Latina a proposito del Parco Mussolini che gli sono costate la carica di Sottosegretario.

Claudio Durigon, deputato e coordinatore regionale della Lega nel Lazio, ha già provato sulla sua pelle l’urto dell’asse del nord. Ed è stato costretto al passo indietro come sottosegretario al Mef. Non ci sono dubbi: starà con Salvini. Sulla carta non ci sono dubbi neppure sul deputato Francesco Zicchieri, fedelissimo della prima ora di Matteo Salvini. Nemmeno ce ne sono anche se sul piano strettamente politico non esternano da tempo immemorabile la deputata Francesca Gerardi ed il senatore Gianfranco Rufa.

Le risposte? Non è un segreto che due dei quattro parlamentari eletti dalla Lega tra le province di Frosinone e Latina già da tempo chiedano una linea meno esasperata, più centrista, sganciata da un sovranismo che non è in sintonia con l’Europa. Per il momento però nessuno si muoverà perché non c’è da muoversi: l’eventuale conta si farà dopo le elezioni di ottobre, in base ai risultati.

Tutti fedeli al Capitano, sulla carta

Pasquale Ciacciarelli e Matteo Salvini

In un partito come la Lega, in un momento come questo, non schierarsi è il peggior errore che si possa fare. Tutto per ora vengono conteggiati tra i fedelissimi del Capitano. Come il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli, molto vicino a Claudio Durigon. Da mesi e mesi il sindaco di Frosinone e coordinatore provinciale Nicola Ottaviani ha intensificato i rapporti con Matteo Salvini. Ottaviani però conosce molto bene anche Giorgetti.

Dopo la tornata delle Comunali però si tratterà di capire chi sta con chi con esattezza. Il braccio di ferro nella Lega è abbastanza semplice nelle motivazioni forti. Se il Partito è accreditato del 20% nei sondaggi, vuol dire che al nord starà intorno al 30% e nel centrosud al 10%. Per questo motivo Giorgetti e i Governatori nordisti intendono prendere il controllo del Carroccio. (Leggi qui Tutti gli uomini del Capitano).

Naturalmente anche Salvini conta molto nel nord. Ma per vincere la partita ha bisogno di tutti i fedelissimi del centrosud. I silenzi tattici non hanno senso.