Il silenzio dei grillini: la rivoluzione mancata dei 5 Stelle

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Qualcosa nel sistema non va. La rivoluzione promessa dal  MoVimento 5 Stelle sul territorio della provincia di Frosinone non è più arrivata. Non ha trasformato nulla nonostante sia la principale forza politica sul campo: è l’unica ad avere eletto un Senatore della Repubblica ed un Deputato (Sel ha eletto un deputato, il Pd ha mandato a Palazzo Madama due senatori ma sono di osservanza diversa).

Il male che in Ciociaria affligge il movimento di Grillo & Casaleggio ha il sapore della promessa tradita. A partire dai primi passi.

Il metodo per scegliere i candidati.  Non sempre ha funzionato. Come in altre parti d’Italia. Ha prodotto eccellenti parlamentari, capaci di dare voce ed anima alle tesi ed alle ragioni del Movimento. Ma ha prodotto anche il senatore Marino Mastrangeli: persona assolutamente degna ma la sua voce non è stata mai sentita su nessuna delle grandi tematiche del territorio. Non si è sentito un suo intervento sulla questione Fiat, sulla crisi del tessuto industriale, sulla lotta di potere puro tra i vecchi Partiti ed i nuovi poteri forti del territorio culminata negli scontri per il controllo di Asi a Colsilam. Si obbietterà che Mastrangeli non è un 5 Stelle e che da subito il Movimento ed il senatore si sono separati. Il tema non è questo. E’ il criterio con cui è stato selezionato: se non viene corretto allora potremmo riavere uno, dieci, cento Mastrangeli.

La questione del tutto sul web. Funziona. Perbacco e se funziona. Ha messo in crisi una mente politica come Pierluigi Bersani, eccelsa ma assolutamente fuori dal contesto di un mondo che viaggia interconnesso su smartphone e tablet. Quella famosa riunione trasmessa in streaming dimostrò, semmai ve ne fosse bisogno, l’indiscutibile capacità di pensiero politico che appartiene a Bersani, così come la totale lontananza della sua generazione politica dal mondo contemporaneo: quello che ha prodotto la massa grillina in Parlamento. Ma allora, se ha funzionato, perchè non abbiamo mai visto in straming una riunione dei 5 Stelle della provincia di Frosinone? Non abbiamo mai avuto il piacere di assistere ad un loro dibattito interno, ad un confronto tra tesi contrapposte con cui si plasma la tesi finale che da Frosinone il cittadino Luca Frusone porta a Montecitorio. A meno che non si scopra che decida tutto da solo. Nascondere allo streaming il mondo che ci era stato promesso lascia spazio all’idea che lentamente si sia scivolati nelle solite logiche dei vecchi Partiti che il Movimento invece condanna.

Gli stipendi dei politici M5S. Sui soldi, nel Movimento Cinque Stelle la brutale realtà dei fatti ha portato ad una mutazione complessiva del progetto: ognuno fa come gli pare. La promessa di campare a Roma con duemila euro andando a dormire nei B&B e viaggiando sui mezzi pubblici è finita poco dopo la campagna elettorale. Ma non per tutti. C’è chi ha rispettato la parola, chi rendiconta tutto, chi si accontenta della quota promessa agli elettori e versa tutto il resto. Il punto è questo: la busta paga mensile dei parlamentari 5 Stelle eletti nel Lazio dov’è? Se viene resa resa pubblica perchè la sua diffusione non viene annunciata, in modo che tutti possano vederla e così lasciare a bocca aperta i vecchi burosauri della casta che il MoVimento si era candidato a seppellire? E’ possibile che l’onorevole Luca Frusone già renda pubblica ogni mese la sua busta paga, sin dal primo cedolino riscosso. Ma se lo sanno solo quelli del Meetup poi si cade nella logica dei vecchi Partiti. E si rinuncia anche qui in modo clamoroso ad un grandissimo veicolo di propaganda che metterebbe in ginocchio tutti gli altri.

Come vengono rendicontati i rimborsi. Sulla Stampa di Torino è stato possibile leggere che alcuni Parlamentari abbiano tradito gli elettori e lo spirito del MoVimento, giungendo ad accampare scuse di ogni genere: «Da tre mesi sto segnando tutti gli scontrini su un quaderno, se volete lo posso esibire. La promessa di ridurci lo stipendio è un’arma politica contro i nostri avversari, anche se i parlamentari non si riducono a 2500 euro netti ma a 5000 lordi, che è di più. Ci vuole tempo per capire come fare la rendicontazione, in Piemonte hanno iniziato la restituzione solo dopo un anno dall’elezione. Seguiremo pedissequamente le direttive dello staff». Ecco: come rendicontano i parlamentari eletti sul nostro territorio? Le loro spese messe on line dove stanno?

Le nomine. Con quale criterio vengono scelti i membri dello staff? Chi sono? Ci sono legami di parentele, amicizie sincere convivenze? O sono stati il ricettacolo dei trombati della politica, come accade normalmente per gli altri Partiti e puntualmente veniva denunciato dal Movimento 5 Stelle? C’è chi campa con i soldi del partito alle spalle dei cittadini?

A scanso di equivoci. Affinché la critica sia costruttiva: la prima forza politica del territorio perché non fa sentire la sua voce sui principali temi? O qualcuno dei mezzi di informazione sta impedendo a quella voce di essere sentita. O quella voce non c’è.