Il sindaco: “Mi dimetto”. Anzi no, “lo faccio lunedì”

Il sindaco di Sora ha annunciato le sue dimissioni durante la seduta di questa mattina del Consiglio. "Sto andando a protocollarle”. Poi al momento di formalizzarle ci ripensa: "Le presento lunedì”

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Il sindaco di Sora Roberto De Donatis annuncia le sue dimissioni, nel pieno del Consiglio comunale. Agli amministratori collegati in modalità telematica anticipa che le formalizzerà già in mattinata. ”Lo faccio per senso di responsabilità nei confronti della mia città. Meglio il commissario che un’amministrazione incapace di andare avanti” dice chiedendo la parola prima che la seduta fosse sciolta. Poi, arrivato davanti al Protocollo, tira dritto e dice “Anzi no, lo faccio lunedì così ci scrivo pure qualcosa in più.

Cronaca delle dimissioni annunciate

La cronaca di una mattinata surreale inizia alle ore 9:29. In municipio c’è il presidente d’Aula Antonio Lecce e tutto è pronto per la seduta del Consiglio. La Segretaria Generale viene invitata a fare l’appello: tutti presenti. Una situazione insolita, inusuale. C’è puzza di bruciato. Il timore è che possa accadere come la volta scorsa e durante i lavori possa venire a mancare il numero legale. Cioè, rimangano meno Consiglieri di quelli indispensabili per considerare valida la seduta.

L’apertura del Consiglio

Già all’alba circolavano voci provenienti dal palazzo comunale secondo cui il Consiglio sarebbe potuto slittare a domani.

In apertura il sindaco chiede la parola per delle comunicazioni. Riguardano l’Ati Cofim, la vicenda del cimitero e dei decreti ingiuntivi che rischiano di mettere a repentaglio il bilancio. Il primo cittadino annuncia che l’Amministrazione ha proceduto a far fare delle verifiche. E spiega che “la forbice fra l’aspettativa del privato e la ricostruzione fatta è davvero importante”. L’amministrazione ritiene che ci si debba preparare a un giudizio di accertamento. “È un appalto che pende sul Bilancio comunale. Non dico che è tramontata la transazione ma …” dice chiaramente che “bisogna approfondire”.

Nonostante le numerose interrogazioni presentate sul punto nessuno dei consiglieri chiede la parola. Tace anche il pentastellato Fabrizio Pintori, che di solito non fa mancare il suo contributo alla discussione.

La verifica del numero legale

Il presidente Lecce dà lettura del primo punto: Piano delle alienazioni e valorizzazione immobili. Relaziona l’assessore al Bilancio Maria Gabriella Paolacci. Il consigliere di opposizione Valter Tersigni chiede la verifica del numero legale.

Il momento della verifica

Sono le 9.42, appena tredici minuti dopo l’inizio dei lavori. Risulta assente tutta l’opposizione, tranne la capogruppo Pd Maria Paola D’Orazio. E risultano assenti ben tre consiglieri di maggioranza: nell’ordine Alessandro Mosticone, Francesco De Gasperis e Floriana De Donatis.
Dalle mie parti la connessione è buona. Presente!” ironizza il consigliere Massimiliano Bruni di Fratelli d’Italia che dopo la seduta del 4 marzo aveva accusato Mosticone di nascondersi dietro problemi di connessione inesistenti per becere strategie politiche. Quella volta, infatti, Mosticone era venuto a mancare sul monitor e con la sua assenza era stato inevitabile rinviare la seduta. (Leggi qui Il sindaco senza numeri e lo smemorato di Collegno).

Il presidente prende atto e sospende la seduta per cinque minuti. Il sindaco parla con qualcuno al telefono. Sono le 9.52, riprendono i lavori. Si rifà l’appello. Mancano sempre i tre consiglieri di maggioranza. Stesso risultato di prima.

Il sindaco annuncia le dimissioni

Roberto De Donatis annuncia le dimissioni

Permane la mancanza del numero legale. Devo sciogliere la seduta” annuncia Lecce. Ma il sindaco chiede la parola. Per dire che si dimetterà.

Ritengo che sia un atto doveroso nei confronti della città di Sora, che mi onoro di rappresentare come sindaco. È un fatto di dignità innanzitutto politica, quello di prendere atto che nemmeno problematiche gravissime per la città di Sora, quali sono quelle che stiamo vivendo in questa epoca, sortiscono l’effetto di tirare fuori quel senso di responsabilità in chi amministra la cosa pubblica. Non mi riferisco solamente ai giochini da prima Repubblica di una minoranza partecipativa solo a chiacchiere”.

Poi l’accusa di “nascondersi dietro uno schermo che è ancora peggio di farlo in presenza. Non esita a venir meno ai suoi ruoli e ai suoi compiti. Questo è quantomeno disdicevole. Ma poiché la responsabilità di una parte di quell’operato è anche la mia che li ho portati in Consiglio, ritengo doveroso rimettere da questa mattina le mie dimissioni, secondo quelle che sono le leggi e le regole del Testo unico degli enti locali”.

Io oggi sono laddove qualcuno mi vorrebbe far restare, a casa. Mi sono connesso da casa, e mi recherò fra esattamente mezz’ora presso la sede comunale a rassegnare le mie dimissioni da sindaco di questa città, prosegue Roberto De Donatis rivolgendosi alla segretaria generale.

“Piccoli personaggi in cerca di protagonismo”

Nel momento in cui questo lavoro mi viene reso impossibile da piccoli comportamenti di piccoli personaggi che vogliono assurgere a ruoli da protagonista, mi vedo mio malgrado costretto a prenderne atto. Meglio un commissario, che tutti sanno forse non ha il simbolo della città di Sora impresso nel cuore, ma è meglio un burocrate piuttosto che un’Amministrazione che non può fare il bene della comunità che lo ha eletto”.

La Segretaria generale ricorda al sindaco che ci sono dei termini entro cui poter ritirare le dimissioni e che quindi non sono operanti da subito.

I retroscena

Che qualcosa sarebbe potuto accadere nel palazzo comunale si temeva già da qualche giorno. Ma si pensava soltanto all’ennesima defezione da parte del consigliere Alessandro Mosticone. Al punto tale che stamattina era la stessa maggioranza a pensare di far mancare il numero legale. Si puntava alla seconda convocazione di domani mattina. Perché così sarebbe stato sufficiente un numero minore di consiglieri per approvare le delibere.

La tecnica che la maggioranza voleva adottare era la stessa usata per la trasformazione della gestione Farmacia comunale. Anche allora a far mancare il numero legale furono Mosticone e Floriana De Donatis. Stavolta si è aggiunto anche De Gasperis.

Luca a capo del blitz

Luca Di Stefano

Ha creato un gruppo WhatsApp all’alba, il consigliere di opposizione Luca Di Stefano. Ci ha messo dentro tutta l’opposizione, tranne Maria Paola D’Orazio. Hanno studiato la strategia. Erano sicuri che la capogruppo del Pd in opposizione avrebbe risposto all’appello.

Dalla maggioranza qualcuno aveva anticipato: “Maria Paola sta col sindaco. Lasciate perdere”. Lo pensavano perché non sapevano che anche Floriana De Donatis e Francesco De Gasperis stavolta avrebbero dato forfait.

Questione di dignità

Il sindaco intanto arriva in municipio. Prepara la lettera di dimissioni. Ma non la protocolla. Lo attendono fino al momento della chiusura degli uffici. Alla fine c’è chi prende coraggio e va a chiedere: vuole evitargli la figuraccia di avere annunciato le dimissioni in Aula e poi di non presentarle.

Roberto De Donatis lascia tutti stupiti dicendo “Andate, mi dimetto lunedì. Così ci aggiungo anche un altro paio di cose alla lettera”.

È possibile che le presenti. Ed il 19mo giorno dopo averle protocollate le ritiri, uno prima della scadenza in cui diverrebbero irrevocabili. Se poi non le presentasse, sui palchi chiunque potrebbe accusarlo di prendere l’Aula per una specie di Dopolavoro dove tutti possono sparare qualsiasi fesseria. Non se lo può permettere.

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