Il sogno inutile di zar Vladimir

Senza ricevuta di Ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. Putin rivuole l'Unione Sovietica? Sarebbe inutile

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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Su un punto sono tutti d’accordo: Vladimir Putin non intende fermarsi all’Ucraina ma sogna il ritorno ai confini dell’ex Unione Sovietica.

Per il resto ci sono migliaia di interpretazioni, degne dei virologi che per due anni ci hanno riempito le giornate e confuso le idee.

Alcuni sostengono che il presidente russo non sia molto lucido come conseguenza del Covid o impazzito: falsa sia la prima che la seconda ipotesi, assicurano i più eminenti clinici messi in campo dai Servizi. È lucidissimo. Ha un progetto che confligge con il nostro.

La Democrazia scontata

Foto: Kremlin Press Office

Raggomitolati nella comodità della nostra democrazia, abbiamo dimenticato che a due passi da noi esistono modelli ben diversi dal nostro. Uno è il modello post sovietico. Contro il quale per decenni c’è chi ha lavorato per impedire che potessero prevalere sulla nostra scontata comodità.

Senza addentrarci alla ricerca di provocazioni o giustificazioni: il fatto è che, con una guerra (convenzionale o nucleare) anche se ricostruisse quel modello e riportasse gli orologi ai tempi del Patto di Varsavia, Vladimir Putin perderebbe solo tempo

Perché quel modello oggi non c’è più: non per colpa dell’Occidente democratico. Ma perché è fallito. Ed è fallito perché la gente faceva di tutto per scappare e fu necessario alzare un muro a Berlino per impedirgli di fuggire, togliere i passaporti impedirgli di viaggiare. 

Foto: Kremlin Press Office

È fallito perché non funzionava e non poteva funzionare. E se anche oggi il nuovo zar riportasse i confini sui quali passeggiava Breznev, sarebbe un fallimento. Per lo stesso motivo per cui fallì allora.

Perché l’uomo nasce libero. E solo lui sa quale forma ha per lui la libertà. Non il Partito.

Senza Ricevuta di Ritorno.

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