Il sondaggio che fa saltare tutte le certezze

La rilevazione di Pagnoncelli rivoluziona il quadro politico: Fratelli d’Italia vola mentre la Lega precipita, il Pd non sfonda mai e i Cinque Stelle scendono. Ma soprattutto: astenuti e indecisi oltre il 43%.

Non è mai un semplice sondaggio. Non quello dell’Ipsos di Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera. Perché quel sondaggio contiene anche un’analisi politica dettagliata.

La Lega di Matteo Salvini fa segnare un ulteriore calo di 1,1 punti attestandosi a maggio al 24,3%, seguita dal Pd di Nicola Zingaretti, stabile al 21,2%.

Al terzo posto resta l’M5S di Vito Crimi con il 16,7%, in calo di 1,9%. Ma i 5 Stelle sono tallonati da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni che cresce del 2,1% raggiungendo il 16,2%, il valore più elevato mai registrato da questi sondaggi. Quindi Forza Italia di Silvio Berlusconi con il 7,4% e Italia Viva di Matteo Renzi con il 3%, entrambe stabili rispetto ad aprile.

Pagnoncelli nei suoi sondaggi segnala un netto aumento di astensione e indecisione che ha raggiunto il 43,2%, circa 10 punti in più rispetto a un anno fa. E questo è forse l’elemento più importante.

Fine del virus, giù il gradimento

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte

Gli indici di gradimento di Giuseppe Conte e del Governo «fanno registrare un calo rispettivamente di 6 e 3 punti rispetto ad aprile, riportandosi ai valori di marzo, quando il consenso aumentò significativamente a seguito dell’adozione delle misure per il contenimento del contagio». Spiega Pagnoncelli: «A fronte della diminuzione delle preoccupazioni per la salute e della crescita dell’inquietudine per la situazione economica sono emerse critiche sull’efficacia delle misure finora adottate dal governo».

Il gradimento di Giuseppe Conte è ora al 60. Poi Giorgia Meloni con il 36, Roberto Speranza con il 35 e Matteo Salvini con il 33. Quindi Dario Franceschini (32), Luigi Di Maio (27), Teresa Bellanova (26), Nicola Zingaretti (25), Silvio Berlusconi (24), Alfonso Bonafede (22). Vito Crimi (20), Matteo Renzi (13).

La profezia di Salvini nel Lazio

Matteo Salvini durante l’incontro con gli eletti nel Lazio

Per quanto riguarda la crisi della Lega, secondo Pagnoncelli «le sue perdite sono soprattutto verso Fratelli d’Italia (se facciamo 100 gli elettori della Lega alle Europee, poco meno del 18% si è spostato sulla formazione di Giorgia Meloni) e verso incertezza e astensione (il 19%)».

Alla luce di questi numeri assume un significato molto più importante la riunione tenuta il mese scorso da Matteo Salvini con i parlamentari regionali e nazionali eletti dalla Lega nel Lazio. In quell’occasione gli aveva detto che bisognava essere più incisivi nel confronto con Virginia Raggi e con Nicola Zingaretti. Perché quel ruolo di contrapposizione, nel giudizio degli elettori lo stava assumendo invece Fratelli d’Italia. Quindi aveva indicato il vero bersaglio: FdI ma senza creare incidenti ne scontri, bensì una sana competizione a destra. (leggi qui Promoveatur o amoveatur: cosa c’è dietro al ritorno di Zicchieri a Frosinone).

A rendere più allarmante il dato è l’analisi fatta da Pagnoncelli. Aggiunge che le perdite maggiori si registrano tra diplomati, professionalizzati e ceti medi, casalinghe, residenti nel Nordovest e nel Centronord (le quattro regioni che un tempo si definivano rosse. E tra i cattolici praticanti.

E quella di Ruspandini

Il senatore Massimo Ruspandini

Sempre secondo le analisi di Pagnoncelli «Fratelli d’Italia segna un’impetuosa crescita di consensi, beneficiando ad un tempo sia del più elevato tasso di fedeltà degli elettori delle Europee, sia di quello di attrazione di nuovi elettori, a partire dai leghisti delusi».

È quanto sostiene da settimane Massimo Ruspandini: il senatore di Fratelli d’Italia sta battendo i territori e serrando i ranghi; spegnendo i focolai interni e compattando ulteriormente truppe e colonnelli. Perché ora si stanno vedendo i risultati dell’intelligente selezione in ingresso fatta da un anno a questa parte.

In pratica, mentre la Lega ha alzato il ponte levatoio e detto no a chi veniva da Forza Italia o altre esperienze, Fratelli d’Italia ha adottato un criterio differente. Puntando su esponenti politici strutturati, delusi dal berlusconismo, carichi di consenso. È stato così che ha abbracciato l’ex deputato, ex consigliere ed assessore regionale, ex presidente della Provincia Antonello Iannarilli; l’ex sindaco di Torrice Alessia Savo che ha mancato l’elezione alla Pisana per un nulla; da tempo c’è in linea una figura di elevato spessore come l’ex coordinatore regionale del PdL Alfredo Pallone; l’ex consigliere regionale e deputato Ue Alfredo Antoniozzi.

Che siano loro un valore aggiunto lo spiega proprio un passaggio di Pagnoncelli. E cioè quando afferma che: «La leader della formazione gode di un elevato posizionamento personale, con un apprezzamento ormai stabilmente più elevato di Salvini. Pur con qualche sbavatura, Giorgia Meloni è apparsa come più «nazionale» in un momento difficile». A compensare sui territori hanno pensato quelle figure strutturate accolte nei mesi scorsi.

Dal punto di vista sociale FdI recupera voti nel lavoro autonomo (flusso in uscita dalla Lega) e tra i dipendenti pubblici dove, soprattutto nel Centrosud del Paese, aveva già un punto di forza.

M5S e Pd

Nicola Zingaretti

Prosegue Ipsos: «Il calo del Movimento 5Stelle? Rispetto alle elezioni Europee la perdita in assoluto più consistente (più di un quarto dei voti) è verso incertezza e astensione, mentre flussi più contenuti si hanno verso le formazioni di centrodestra (8%) e di centrosinistra (poco più del 5%)».

Il Partito democratico invece è stabile da marzo, «oltre al flusso in uscita verso l’area grigia, il Partito ha perso parte dei propri consensi (oggi infatti è circa un punto e mezzo sotto il voto europeo) verso Italia Viva». Sottolinea: «La scissione ha determinato un’uscita sensibile (poco meno del 7%), di certo non un travaso. Dall’altro lato il Pd ha recuperato quote di elettori ambientalisti e di sinistra, grazie alla nuova segreteria, più spostata in quell’area e al rientro nel Partito di alcuni protagonisti della scissione bersaniana, come il presidente della Toscana Rossi. Questi rientri rafforzano l’elettorato «tipico» del Partito: tra i pensionati orientati a sinistra, infatti, si registrano crescite apprezzabili negli ultimi mesi».

Analisi che fanno capire pure quale sarà il terreno di confronto dei prossimi mesi. Fratelli d’Italia può avvicinarsi perfino alla Lega nel centrodestra, mentre al Pd di Nicola Zingaretti serve uno scatto vero per tornare ad essere un Partito “contenitore” di varie sensibilità. La caratterizzazione a sinistra ha lasciato scoperto il centro. Giuseppe Conte sta scendendo sul punto che ne ha caratterizzato la forza: il gradimento personale. Un allarme da non sottovalutare.

Ma soprattutto: astensione e indecisione oltre il 43%. È questa cifra che può cambiare tutto.

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