Il sondaggio che sveglia l’incubo del ’94 per Buschini

Lo scontro in atto per le cifre uscite nelle ultime ore. Calenda minaccia il ricorso all'AgCom. Fantini le prende dannatamente sul serio. E manda casa per casa Buschini a 'svegliare' gli elettori si sinistra

Per il candidato sindaco di Roma Carlo Calenda non hanno alcun valore, li hanno realizzati istituti farlocchi e minaccia il ricorso all’Autorità Garante delle Comunicazioni. Il Segretario provinciale Dem di Frosinone Luca Fantini invece li ha presi dannatamente sul serio. Al punto che ha mobilitato il Partito Democratico. Tra Roma e Frosinone i sondaggi delle delle ultime ore vengono vissuti in maniera diversa.

La premessa: la diffusione di sondaggi politico elettorali sugli organi di informazione negli ultimi giorni che precedono il voto è vietata. Proprio per questo l’ex ministro dello Sviluppo Economico nei governi Renzi e Gentiloni ha annunciato un esposto all’Ag.Com.

Carlo Calenda (Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica)

Spiega Carlo Calenda: “Credo che Roberto Gualtieri sia una persona perbene. Il punto non è questo, ma è la classe dirigente che gli sta dietro: Bettini, Astorre e Mancini li conosciamo molto bene… Stanno facendo circolare sondaggi che non hanno nessuna base statistica di agenzie sconosciute in violazione di ogni norma e credo che sia un comportamento da censurare“. Lo ha detto a margine di un’iniziativa elettorale al quartiere Flaminio.

Nelle file del Pd respingono al mittente le insinuazioni. In maniera ufficiale. Lo fa attraverso le parole di Renato Palmisano, rappresentate legale del Partito a Roma. Dice “Non capiamo sulla base di quale presupposto Carlo Calenda provi a minacciare di fare un esposto contro il Partito Democratico di Roma per un sondaggio di cui è entrato in possesso surrettiziamente e che non è stato divulgato in alcun modo dal PD di Roma“.

Si tratterebbe di quella che in gergo si definisce lite temeraria. Se i dati del sondaggio commissionato dal PD Roma – secondo le regole – non piacciono a Carlo Calenda, non possiamo farci nulla. Saranno gli elettori, domenica, a dire la loro.

Cosa dice il sondaggio

Cosa dicono quei sondaggi? Assicura Matteo Salvini durante un comizio a Tor Bella Monaca: “Non posso parlare di sondaggi ma vi dico che Michetti arriva al ballottaggio con dieci punti di vantaggio sul secondo. E la Lega prenderà molti più voti di quelli che dicono“.

Fabio Di Fabio

Altri sostengono che indichi un rilassamento dell’elettorato Dem nell’ultima settimana di campagna elettorale: come se il traguardo fosse stato già raggiunto. Su Roma questo si sostanzierebbe in una ripresa di Virginia Raggi sul candidato Dem Roberto Gualtieri. Ed in provincia di Frosinone, ad Alatri la rilevazione prevede un calo di voti sufficiente per mettere in discussione l’ingresso di Fabio Di Fabio al ballottaggio di una sfida tutta sul filo di lana, con tre dei cinque candidati separati da una manciata di voti; cinquecento al massimo per gli analisi. Tanto che il risultato viene classificato too close to call, cioè la forbice è troppo ristetretta per poter prevedere chi andrà al ballottaggio.

Un risultato preso dannatamente sul serio dal Segretario provinciale Pd Luca Fantini. Che da due giorni ha ordinato a tutti di andare casa per casa a fare un recall di tutti gli elettori, soprattutto quelli della sinistra, che per il sondaggio sarebbero i più tiepidi. Ci sta pensando Mauro Buschini. Ha preso alla lettera la questione: sta bussando alle case dei militanti storici, degli operai, dei pensionati, degli iscritti alla Cgil, ad uno ad uno per paura di un risultato beffa, cioè che non sia favorevole per una manciata di voti.

Alatri non è nuova a risultati simili: nel 1994 i sostenitori di Antonello Iannarilli avevano già iniziato i festeggiamenti per l’elezione a sindaco del giovano esponente della neonata Forza Italia; a caroselli già iniziati arrivò la telefonata: per 46 voti appena quelle elezioni le aveva vinte invece Patrizio Cittadini.

A distanza di 27 anni è l’incubo di Buschini e del centrosinistra di Alatri.