Il taglio dei posti e le casacche cambiate troppo in fretta

Vorrebbero tornare in Parlamento. Ma i collegi ora non ci sono più. Sono stati tagliati. La situazione degli uscenti

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

La vita è incerta, tanto. Lo sanno i sei parlamentari eletti nel 2018 nei Collegi della provincia di Latina. Sei tra deputati e senatori: tanti, tantissimi. Mai così tanti. Ora i magnifici sei pontini vorrebbero tornare in Parlamento. Ma mica si può: il taglio di quasi 350 seggi compiuto sulla spinta di un populismo inutile rende impossibile il loro ritorno in blocco.

Avanti non c’è posto

Sesa Amici (Foto: Alessandro Paris © Imagoeconomica)

Senatori e deputati, la sinistra non ne aveva alcuno. E questo è un vantaggio per il prossimo turno per questa parte politica: non ci sono prenotazioni, non c’è diritto di prelazione. In fondo, da questo punto di vista, possono a sinistra impostare il gioco come vogliono. Cercare nuovi stimoli, o tornare a vecchi. Tra le disponibilità a candidarsi c’è Sesa Amici con 5 legislature alle spalle e la nomina a Sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento. 

Il nodo è tra Destra e Movimento 5 stelle. Qui bisogna piazzarne ben sei, in un contesto nel quale le poltrone rimaste sono solo quattro tra uninominali e proporzionali; soprattutto con un nutrito plotone di big nazionali pronti a calarsi su quei Collegi a causa della soppressione dei loro. È come aver alzato il livello degli esami di maturità a quello degli esami all’università.

Soggetti in cerca di conferma

Claudio Durigon e Gianfranco Rufa. Foto: Stefano Carofei © Imagoeconomica

Chi sono gli uscenti destri? Alla Camera c’è Claudio Durigon, capo della Lega pontina e già sottosegretario: dovette dimettersi per porre fine al fuoco incrociato innescato da una sua frase sulla intitolazione dei giardinetti di Latina, tra Mussolini e Falcone con Borsellino. 

Un posto va trovato e viene considerato un blindato insieme a pochissimi altri nel Lazio: il barometro in queste ultime ore indica il suo nome al Senato e quelli del sottosegretario Federico Freni, della uscente Giulia Bongiorno e del tesoriere Gianfranco Rufa, del due volte sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani e della mancata pro sindaco di Roma Simonetta Matone. E Barbara Saltamartini? Potrebbe essere spostarsi in Umbria. A rendere tutto più precario è il deputato uscente Antonio Angelucci patron del gruppo sanitario Tosinvest: altro nome sul quale si deve trovare una collocazione nel Lazio.

Certo la Lega si è liberata di Francesco Zicchieri che da nazionalista duro e puro si era fatto federalista ed ora sta con Matteo Renzi in una Italia viva che dovrà prendere il quorum del 3%. In positivo per la Lega: ha liberato un posto. Per Zicchieri? L’audacia politica di Renzi e la sua complessità fiorentina (machiavellica) calzano a deputato terracinese come la calzamaglia nera ad un mimo.

Fuori ed al centro del gioco

Claudio Fazzone

Il Movimento 5 Stelle nel 2018 ha eletto alla Camera Raffaele Trano che nel frattempo è passato con “Alternativa per l’Italia“: un problema di meno per Conte e Grillo, uno in più per lui dal momento che la formazione di Tabacci e Di Maio non ha molti collegi ai quali poter aspirare.

Quindi di tre deputati pontini di fatto due sono fuorigioco. Resta Claudio Durigon in corsa.

E al Senato? Qui i senatori sono tre. Il primo è Claudio Fazzone leader di Forza Italia nel Lazio: lui fa come Napoleone al momento dell’incoronazione si “nomina da solo” e sta nel suo collegio quello senatoriale di Latina. Che a seguito della riforma con il taglio dei posti, è solo diventato più grande comprendendo ora anche Frosinone. Per lui calza a pennello il claim pubblicitario della Star: “Il ragù come lo fai tu, solo un po’ più grande”. 

Al tavolo del centrodestra ha difeso con la baionetta tra i denti quel collegio senatoriale. Facendo barriera a Fratelli d’Italia che lì di senatori nel 2018 ne ha eletti due: uno a Latina Nicola Calandrini ed uno a Frosinone Massimo Ruspandini.

Fratelli c’è posto, pure dopo il taglio

Nicola Calandrini

Nicola Calandrini sta nella partita, la pattuglia di parlamentari di Fratelli d’Italia dovrebbe crescere stando ai sondaggi. E qui posto c’è. Va ricordato che Giorgia Meloni è stata eletta nel collegio uninominale di Latina per la Camera che ora potrebbe liberarsi. Per Calandrini è incerta più la collocazione tra Camera o Senato rispetto al ritorno in parlamento.

Il Movimento 5 Stelle aveva eletto qui la senatrice Marinella Pacifico che ora sta con Coraggio Italia. Il posto lo dovrebbe trovare a Destra, un’operazione non certo agevole anche perché da quelle parti non aspettavano certo lei. È molto indaffarata ma pare come quelli che si buttano a mare e nell’incertezza di nuotare si muovono tanto e tanto si stancano.

Finisce qui la fiera.