Il tavolo ribaltato da Ottaviani ai Fratelli d’Italia

Cosa è accaduto in realtà durante la riunione di ieri sera a Montecitorio tra i vertici di Fratelli d'Italia. Il ruolo di Pallone. E quello di Ottaviani. La posizione di Ruspandini. Chi vince, chi perde e chi deve stare attento.

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Non è stata una passeggiata. È stata una resa dei conti. Nella quale la tattica di Alfredo Pallone ha pesato più dell’ardimento di Massimo Ruspandini. Il pareggio è stato imposto dal coordinatore regionale Paolo Trancassini, arbitro del confronto avvenuto ieri sera a Montecitorio tra i vertici di Fratelli d’Italia di Frosinone con il Gruppo consiliare al Comune capoluogo.

La tattica di Ottaviani

Al centro della discussione c’è stata la strategia che condizionerà il ruolo del Partito alle Comunali della prossima primavera. Il sindaco leghista Nicola Ottaviani nei giorni scorsi ha messo all’angolo le velleità dei Fratelli d’Italia: gli ha revocato il votatissimo assessore ai Lavori Pubblici Fabio Tagliaferri. Non è stata una decisione amministrativa come hanno voluto raccontare a caldo, si è trattato di una decisione politica e pesantissima.

Ottaviani e Tagliaferri

Per capirlo basta tenere conto delle due chiavi con cui poteva essere letta la situazione. L’antefatto: Fabio Tagliaferri è stato eletto nel Polo Civico ed a Luglio ha aderito a FdI, innescando la richiesta di riequilibrio della giunta da parte dei civici. Prima chiave: aderendo al Partito di Giorgia Meloni l’assessore ha squilibrato gli assetti di governo della città, legittima la richiesta del Polo Civico di avere un suo assessore. Seconda chiave: Fabio Tagliaferri si è eletto da solo con i suoi 528 voti personali, è lui ad averli portati in dote al Polo Civico; legittima la sua ambizione di mantenere la delega, dovunque si spostasse. Ecco perché la scelta di Nicola Ottaviani è stata politica: scegliendo di revocarlo ha fatto implodere Fratelli d’Italia, portandola allo scontro interno culminato nella riunione di ieri. (Leggi qui Top e Flop, i protagonisti del giorno: mercoledì 3 novembre 2021).

Via la fiducia, ma anche no

Il punto di sintesi dello scontro è stata la risposta da dare al sindaco di Frosinone, che è anche Coordinatore provinciale della Lega. Il presidente provinciale di FdI Massimo Ruspandini viene dai movimenti Giovanili di Alleanza Nazionale, si è formato in quel terreno di coltura che era la destra sociale. Per lui il Partito doveva ritirare l’appoggio al sindaco e passare ad una posizione di indipendenza.

Posizione forte. Che però non tiene conto di due evidenze. La prima: il Gruppo di Fratelli d’Italia in Comune a Frosinone non è composto da storici esponenti né di FdI, né di Alleanza nazionale, meno ancora del Movimento Sociale. Il Consigliere Domenico Fagiolo ha una formazione politica senza dubbio di destra ortodossa ma allo stesso tempo non è uno che possa essere intruppato; per capire il suo rapporto con il sindaco basta ricordare che è stato lui a legittimare le Primarie con cui Ottaviani è stato candidato. Maria Rosaria Rotondi è in FdI perché c’è Fagiolo, si è spostata seguendolo quando ha lasciato la Lega. L’assessore Pasquale Cirillo viene dal cattolicesimo popolare di centrodestra che in un periodo storico ha avuto come esponenti Angelino Alfano e Beatrice Lorenzin. E come stratega regionale quell’Alfredo Pallone che è stato tra i colonnelli di Silvio Berlusconi, talmente addentro agli ambienti romani da guidare il Popolo delle Libertà nel Lazio quando veleggiava vicino al 45%.

Chiaro a questo punto che il Gruppo comunale di Fratelli d’Italia a Frosinone è una finzione. È un’alchimia geo politica nata su ispirazione di Nicola Ottaviani. E Alfredo Pallone. La prova provata sta nel fatto che nel momento in cui il Partito ha detto di ritirare la fiducia al sindaco, il Gruppo ha detto no e si è schierato con il sindaco.

La tattica del ridimensionamento

Foto © Imagoeconomica / Daniele Scudieri

Non finisce qui. È chiaro che nel Partito sia in corso una pesatura tra le singole forze. Se n’è reso conto Massimo Ruspandini che in Fratelli d’Italia non è affatto l’ultimo arrivato. Anzi. È stato tra i primi in Italia ad aderire seguendo ad occhi chiusi lo slancio di Giorgia Meloni. Ma in questi giorni si è accorto che a Roma ascoltano Alfredo Pallone tanto quanto ascoltano lui. E Pallone ha messo piede in FdI da un paio d’anni.

Nessuno deve dimenticare da dove è partito Alfredo Pallone per arrivare al vertice del PdL regionale al 45%. Stava in un sottoscala della Regione Lazio dove lo aveva relegato il Partito Socialista nel momento più basso della sinusoide che caratterizza la vita di ogni politico, con la sua alternanza di alti e bassi. Fu lì che il neo assessore democristiano Fernando D’Amata lo trovò e dispose invece che gli venisse riconosciuto un ruolo adeguato: sperava di attirarlo nella sua orbita insieme ai voti che Pallone è capace di spostare. La storia racconta che ad Alfredo basta uno spazio come il Liechtenstein per riuscire a sedersi al tavolo con gli Stati Uniti. Ci è riuscito ancora una volta.

Pallone sta creando le condizioni per uno dei suoi soliti exploit. Ne sa qualcosa Gabriele Picano che se lo è ritrovato in tutti i gangli vitali dei suoi flussi di voti a Cassino e nei Comuni del collegio. Lo sanno ad Anagni dove Alfredo ha già piazzato i suoi capisaldi.

Il punto di mediazione

Paolo Trancassini. Foto © Livio Anticoli / Imagoeconomica

Alla riunione di ieri a Montecitorio erano presenti i consiglieri comunali Domenico Fagiolo e Maria Rosaria Rotondi, l’assessore Pasquale Cirillo e l’ex assessore Fabio Tagliaferri, il senatore Massimo Ruspandini. Oltre ca va sans dire all’onorevole Alfredo Pallone. Ed all’onorevole Paolo Trancassini. (Leggi qui La rotta di Trancassini: Si al ritiro della fiducia ad Ottaviani).

Il documento finale è un capolavoro di moroteismo democristiano. Inizia dicendo una cosa e conclude sostenendo l’opposto. “Si è convenuto all’unanimità di stigmatizzare il merito ed il metodo con il quale il sindaco Ottaviani ha rimosso l’assessore Tagliaferri”.

Una decisione presa in solitaria senza aver preventivamente posto il tema né sul tavolo comunale né su quello provinciale né tantomeno su quello regionale. Conseguentemente si invita il Sindaco a rivedere la sua unilaterale decisione fissando a stretto giro un incontro con FdI e con tutte le forze di centrodestra al fine di condividere sul piano provinciale e regionale le problematiche, le soluzioni e le prospettive di questo delicato momento storico stante anche l’imminenza delle elezioni”.

Il nulla. Ad Ottaviani non toglieranno la fiducia e nemmeno lo spaventeranno facendogli . La vera questione è ora l’assetto interno ai Fratelli d’Italia. E quella la partita che Ottaviani è riuscito ad aprire.