Il telefono bollente di Fantini. Il silenzio eloquente di Astorre. E la tentazione di Scalia

La lunga giornata di Luca Fantini per ricucire l'unità nel Partito Democratico. L'amarezza in un fronte. la rabbia nell'altro. L'esigenza di fare la sintesi. Il silenzio eloquento di Bruno Astorre. Che vale più di qualunque dichiarazione. La voglia di ritorno che secondo alcuni ha Scalia

Luca Fantini si è messo a fare il Segretario Provinciale del Partito Democratico. Ha preso i fili interrotti del dialogo tra le componenti Pensare Democratico e Base Riformista. Ed ha iniziato a lavorare per riannodarli, riallacciando così l’unità perduta in pochi giorni. Il risultato di un’intera giornata trascorsa al telefono è che nessun filo è ancora stato ricollegato: ma la temperatura all’interno del Partito è scesa. Anche se resta molto alta.

Un giorno di telefonate

Fino ad oggi il candidato unitario alla Segreteria provinciale Pd non si era mosso. Per rispetto dello Statuto e del Segretario uscente Domenico Alfieri che risulta formalmente in carica.

È stato proprio Domenico Alfieri a dare il via libera a Luca Fantini. Lo ha fatto con l’intervista ad Alessioporcu.it in cui ha detto nelle ore scorse che il suo ruolo a questo punto è finito. E che tocca ad altri recuperare quell’equilibrio interno perduto con la sua uscita di scena. Fatta per “disciplina di Partito”.

Un passaggio, questo, sul quale un sassolino se lo è tolto dalla scarpa: «Mi è stato chiesto di lasciare il passo nel segno del rinnovamento, anche se a 46 anni tutto mi sento tranne che vecchio o superato politicamente. Ma da “uomo di Partito” quale sono sempre stato, non ho battuto ciglio». (leggi qui Pd, l’appello di Alfieri: “Basta veleni, serve unità”).

Il messaggio politico inviato da Alfieri è chiaro: tocca a Luca Fantini riannodare i fili. Perché sarà lui a dover governare il Pd sulla base degli equilibri che saprà ricomporre.

Bolle il telefono

ANTONIO POMPEO E DOMENICO ALFIERI. FOTO © GIORNALISTI INDIPENDENTI

Il segretario in pectore ha rischiato più volte di ustionarsi. Nel Partito la temperatura o vicina al punto di fusione. E di rottura.

Luca Fantini ha sentito il presidente della Provincia Antonio Pompeo che è il leader di Base Riformista. Sulle sue posizione è Simone Costanzo, l’ex Segretario Provinciale. Sono arrabbiati. Molto. Accusano Pensare Democratico di essere stata scorretta. E lo hanno pure scritto nella lettera aperta indirizzata a Nicola Zingaretti ed al Segretario Regionale Bruno Astorre. (leggi qui Caos Pd. Pompeo e Costanzo rompono: “Non erano questi gli accordi”).

In pratica: avevano detto si alla lunga e paziente mediazione portata avanti per mesi da Francesco De Angelis al fine di giungere ad un congresso unitario. Individuando come candidato unico Luca Fantini. In cambio chiedevano ‘pari dignità‘.

Cosa significa? Che Pensare Democratico è la componente largamente maggioritaria ma riconoscendo pari dignità a Base Riformista rinuncia ad esercitare la forza bruta dei numeri e si impegna a coinvolgerla nel dibattito politico, riconoscendone comunque il peso non secondario.

Perché sono arrabbiatissimi? Per la piega presa a Ceccano e Pontecorvo in vista delle prossime elezioni comunali. In entrambi i casi Base Riformista rimprovera a Pensare Democratico di avere imposto le sue regole: niente simbolo Pd, alleanze ampie. Scelte che penalizzerebbero i candidati di Pompeo e Costanzo.

L’allievo di Zingaretti

Nicola Zingaretti e Luca Fantini

Luca Fantini ha seguito Nicola Zingaretti durante l’intero tour con cui ha scalato la Segreteria del Partito. E oggi al telefono ha usato il ‘metodo’ appreso dal Segretario. Ha ascoltato. Sforzandosi di individuare dove potesse stare la ragione del suo interlocutore. Fino a coprenderne le motivazioni.

Il dubbio è che in assenza di un Segretario in carica ognuno si sia mosso come ha ritenuto. È mancata quella camera di compensazione che è ciascuna segreteria provinciale di Partito. In assenza della mediazione che viene esercitata dal Segretario ha agito la forza bruta dei numeri.

Tutto legittimo, rispettoso dello Statuto. Come giustamente hanno fatto notare il presidente del Consiglio Regionale Mauro Buschini con il consigliere Sara Battisti, nella lettera di risposta inviata a Nicola Zingaretti. (leggi qui Buschini e Battisti respingono al mittente le accuse contro De Angelis).

Più Partito avrebbe spento sul nascere le scintille? È quello sul quale l’allievo di Nicola Zingaretti sta lavorando.

Su un punto è stato irremovibile: è destituito di qualunque base il passo della lettera in cui si dice che è intenzionato a realizzare una Segreteria che non tenga conto delle diverse sensibilità interne. Luca fantini ha assicurato che è sua intenzione fare l’esatto contrario: comporre una segereria politica che sia il più possibile plurale. Ma – altro punto fermo – sarà lui a decidere i nomi, nella sua autonomia di Segretario, dopo avere ascoltato tutte le sensibilità.

Pensare Democratico

SARA BATTISTI E MAURO BUSCHINI

Nel corso della giornata Luca Fantini ha telefonato a Mauro Buschini e Sara Battisti. Nelle file di Pensare Democratico sono fuori dalla grazia di Dio per due motivi: di merito e di metodo.

Nel metodo: giudicano inaccettabile una lettera come quella che è stata inviata al Segretario Nazionale; è un atto d’accusa pubblico, ufficiale, inviato al massimo livello del Partito. Nella visione della politica di chi viene dai Ds è l’atto più grave che la base possa compiere.

Nel merito. È un gesto ritenuto ancora più inaccettabile. “Perché – spiega un Dirigente del Partito – Francesco De Angelis è andato a Ceccano e Pontecorvo ma per tutelare i candidati di Antonio Pompeo”.

In pratica? A Ceccano il nodo del contendere è l’ex capogruppo Pd Giulio Conti. Antonio Pompeo lo vuole in lista e come capolista. C’è una parte del Partito che a Ceccano è nettamente contraria. “Francesco De Angelis – spiega il Dirigente – è stato l’unico ad avere il coraggio di andare in Sezione a Ceccano e dire che in una lista di Partito non è concepibile tenere fuori il capogruppo uscente. In pratica è andato a difendere Giulio Conti davanti al Direttivo. Non ricordo che altri lo abbiano fatto. Nemmeno Pompeo”. Il direttivo, a larghissima maggioranza, ha preferito ammainare il simbolo pur di non avere Giulio Conti.

Chiaro il motivo per cui Pensare Democratico trovi incomprensibile la lettera contro De Angelis?

E Pontecorvo? “Hanno voluto le Primarie, hanno voluto la lista di Partito, hanno voluto l’espulsione per chi si fosse candidato al di fuori del Partito. Gli è stato accordato tutto. Se nessuno ha voluto fare le primarie con loro dovrebbero farsi qualche domanda anziché prendersela con il Partito”.

Impossibile ora non capire perché Pensare Democratico giudichi incomprensibile la lettera.

Il silenzio di Astorre… e di Scalia

BRUNO ASTORRE CON FRANCESCO DE ANGELIS © AG IchnusaPapers

In mezzo a tanto rumore ci sono due silenzi assordanti. Il primo è quello del senatore Bruno Astorre, Segretario regionale del Partito Democratico.

Il suo silenzio è un’iniezione di fiducia a Luca Fantini. Ma è anche un chiaro segnale politico: meglio lasciar decantare. Significa che non c’è una situazione grave, imminente, contingente, che imponga un intervento immediato.

La non risposta è già un’indicazione di risposta.

Tutto allora è ancora più legittimamente nella mani di Luca Fantini. Che a questo punto ha il non facile compito di salvare il lavoro di mediazione portato avanti per mesi da Francesco De Angelis fino a giungere alla candidatura unitaria; salvaguardare l’immagine del leader lesa da quella lettera; rspettare la sua legittima amarezza; allo stesso tempo tenere conto del punto di vista di Base Riformista. E fare la sintesi tenendo dentro tutto. Un lavoro da Segretario.

Più eloquente ancora il silenzio di Francesco Scalia. Più di qualcuno in questi giorni ha contattato il senatore pregandolo di tornare in politica. Lui giura che sta bene a fare l’avvocato ed il professore universitario. La sua componente ora si è riunita intorno ad Antonio Pompeo e tra i fedelissimi c’è chi ha chiesto almeno un suo commento pubblico, con cui prendere posizione. Favorendo il dialogo.

Anche in questo caso la non risposta è un’indicazione di risposta. Forse con qualcosa in più. C’è chi giura che Scalia stia sentendo il richiamo della Politica.