Il tradimento di Pietro

Nonostante le promesse, nonostante le buone intenzioni. Come Pietro tradisce l'uomo al quale ha visto restituire la vista ai ciechi e resuscitare Lazzaro, così pure noi. Perché siamo tutti deboli...

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.

Mt 26,14

Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte».

Mt 26, 33-34

Due tradimenti, non uno soltanto. Due amici, scelti accuratamente per rappresentare le dodici tribù di Israele, con cui aveva vissuto insieme per tre anni. Entrambi avevano ascoltato i suoi discorsi, con entrambi aveva camminato, con entrambi discusso. Entrambi avevano visto i suoi miracoli, la folla sfamata, i morti risuscitati, i ciechi che avevano riacquistato la vista, i sordi che avevano ripreso a sentire.

Allo stesso modo, entrambi qualche giorno prima avevano visto Gesù risuscitare l’amico Lazzaro. Ed entrambi avevano assistito agli scontri di Gesù con quella parte dei farisei che lo voleva morto. Entrambi erano suoi amici, persone su cui contava. E invece… uno lo vende ai sacerdoti, rivelando loro il posto dove avrebbe passato la notte. Addirittura accompagna le guardie ad arrestarlo, mostrando loro, senza errore, chi fosse Gesù, nell’oscurità… colui che bacerò.. è lui

Pietro, uno di noi

Ma l’altro non è da meno. Dopo averlo abbandonato insieme con tutti gli altri, è curioso di vedere come vada a finire là nella casa di  Caifa, dove conosce qualcuno che lo fa entrare. Si siede attorno al fuoco: tutti chiacchierano dell’arresto del Nazareno. Le opinioni, come sempre, sono diverse, ma lì si è a casa di Caifa, la maggior parte è contro Gesù. Pietro ha paura, teme che arrestino anche lui,  se ne sta in silenzio, l’oscurità della notte sembra proteggerlo, fin quando una donna… accidenti, una serva per di più, alza la voce.

Ma tu, non eri con quelli del Nazareno?  sì, guardatelo, è lui. E Pietro subito a schermirsi, a cercare di sfuggire ai riflessi del fuoco a nascondersi con il mantello. Non sono io, ti sbagli. Non lo conosco! Ma quella insiste: è lui, vi dico, era con il Nazareno. Una seconda volta e poi ancora una terza fin quando Pietro, travolto dalla paura, non fugge via.

Corre giù lungo la scalinata che lo porta verso il Cedron, proprio lì dove qualche ora prima c’era stato l’arresto, quando sente il gallo cantare e rabbrividisce. Si ferma, si volta e capisce l’abisso in cui è sprofondato. Nonostante tutti i suoi impegni, i suoi giuramenti, nonostante tutta la sua autostima, aveva tradito il maestro, aveva ceduto alla paura, al terrore di fare la stessa fine di quel Gesù, cui aveva promesso fedeltà in eterno.

I vangeli narrano senza alcuna pietà il tradimento di Pietro. Lo fanno con maggiore cura rispetto a quello di Giuda perché il tradimento di Pietro, la pietra su cui Gesù ha deciso di fondare tutto, dimostra quanto siamo deboli, tutti, ma soprattutto che non dobbiamo soccombere a queste debolezze, dobbiamo rivolgere ancora una volta lo sguardo a colui che hanno trafitto e ripartire da lui, affidandoci alla sua misericordia.

Come ha perdonato Pietro, e forse anche Giuda, chi lo sa, perdonerà le nostre debolezze, si caricherà su quella croce le nostre piccolezze e i nostri tradimenti, quelli grandi e quelli piccoli. Tutti. 

(Leggi qui tutte le meditazioni di Pietro Alviti). 

(Foto di copertina © DepositPhotos.com).

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