Il triplete di Coletta

Sarà Damiano Coletta il candidato dei Progressisti alle Comunali di Latina. Ha vinto le Primarie. Ora il M5S potrebbe unirsi. È il candidato più indigesto per la destra

di LIDANO GRASSUCCI

e ANDREA APRUZZESE

È ancora lui l’uomo da battere. L’usato garantito, l’alternativa affidabile, la bestia nera dei neri che ha già battuto due volte (e mezza se si considera anche il turno di suppletive). Damiano Coletta ha vinto le Primarie del polo progressista di Latina ed è per la terza volta il il candidato sindaco del centrosinistra alle Comunali di Latina del 14-15 maggio.

Ha preso più voti della candidata Dem Daniela Fiore. Tanti voti. Il che rende la sua candidatura solida, legittima. Ma il risultato rende forte anche l’alleanza. Perché Daniela Fiore non ha preso pochi voti. Significa che il mondo progressista c’è.

La vitttoria di Coletta

La coda alle primarie

Sarà nuovamente Damiano Coletta di Lbc a sfidare il centrodestra. L’ex sindaco ha stravinto le primarie della coalizione del campo progressista con 1.628 preferenze, davanti a Daniela Fiore con 1.007 voti e Filippo Cosignani con 125.

A dare la vittoria a Coletta sono ben quattro seggi sui cinque totali: Coletta stravince in centro, alla ex Stoà, con 889 voti; a Borgo Grappa con 89; a Borgo Podgora con 175; in Q4 con 357. Unico seggio in favore della Fiore, quello di Latina Scalo, dove la candidata del Pd ha avuto 135 preferenze rispetto alle 99 dell’ex primo cittadino. È stato dunque un quasi en plein per Coletta e per i suoi movimenti, Lbc e Per Latina 2032, dopo le iniziali perplessità relative allo svolgimento, ma soprattutto alla partecipazione delle primarie. Nessuna vittoria invece per Filippo Cosignani.

Coletta, tornato a casa il 28 settembre dopo le dimissioni dei consiglieri comunali di centrodestra che hanno provocato la caduta del Consiglio, incassa dunque una quarta vittoria, sebbene diversa dalle tre precedenti delle elezioni amministrative (2016, 2021 e rinnovazione in 22 sezioni nel 2022) e da oggi sarà dunque il leader di una coalizione che, immediatamente dopo la vittoria (per la quale ha espresso «grande soddisfazione»), ha affermato che «dovrà essere la più ampia possibile».

Coalizione ampia

Lo spoglio

Una coalizione al momento formata da movimenti e partiti che lo sostengono (Lbc, Per Latina 2032, EUropa Verde, Psi), e dal Partito democratico. Difficile, ma non impossibile, a questo punto, che il M5S, rimasto finora alla finestra per esaminare il risultato delle primarie, possa farne parte. Più probabile che i grillini facciano una scelta alternativa, ma la decisione sarà assunta, al loro interno, nelle prossime ore.

In particolare, la scelta del M5S sarà sui temi e sul programma: ovvero, se al tavolo del programma della coalizione, se ci sarà convergenza, i grillini saranno in coalizione. Il terzo polo, Azione-Italia viva, aveva invece già reso noto di avere scelto una strada differente, con l’indicazione di un candidato sindaco che – anche in questo caso – sarà pubblica entro poco.

Dall’altra parte, invece, il candidato sindaco della coalizione di centrodestra è – come annunciato una settimana fa – Matilde Celentano, ex capogruppo di Fratelli d’Italia. La Celentano avrà cinque liste: FdI, Lega, FI, Udc, Lista Matilde Celentano Sindaco-Rinascimento con Sgarbi-Fare Latina. Al momento quindi, il quadro delle elezioni amministrative del capoluogo pontino vede quasi certamente quattro candidati alla carica di sindaco. Un nodo che si scioglierà, definitivamente, entro pochi giorni: il deposito delle liste e delle candidature è infatti fissato per il 14 e 15 aprile. 

Coletta tri candidato

Paolo Trancassini e Matilde Celentano

Matilde Celentano è una candidata diversa da quelli già battuti dal medico dell’ospedale di Latina. Perché stavolta non ci sono le divisioni che caratterizzarono la sconfitta di Nicola Calandrini, non ci sono le faide interne che hanno fatto vincere la volta scorsa il centrodestra facendo perdere però il suo candidato sindaco Vincenzo Zaccheo. E consegnando a Coletta un’anatra zoppa che l’Aula di centrodestra ha sfiduciato dopo un anno e mezzo.

Il segnale arrivato dalle Primarie è chiaro. Damiano Coletta è la scelta affidabile, il nuovo corso del Pd ci sta ma deve ancora prendere forma: troppo presto, troppo recente la vittoria Schlein. Ma ci sono segnali di vita nel mondo Dem. Il vento del civismo soffia ancora forte in città.

L’analisi del voto dirà il resto. Se a contribuire a quel risultato è stata anche una mancanza di compattezza nel Pd. Che potrebbe avere deciso di spostare sul due volte sindaco i propri consensi.

Il candidato indigesto

Damiano Coletta

Coletta vince le primarie, quasi santeria. Non si può dire che sia “digesto” per gli avversari: anzi è come una peperonata… Ti sfianca in fase digestiva.

È come un mulo testardo, dritto per la sua strada. Lui non fa la guerra di fronte, ti sfianca. Così come ha sfiancato anche il suo stesso fronte: lo dicono i numeri, c’è una città con lui non un apparato. Infatti se ne erano andati nomi centrali nel suo progetto civico, come Valeria Campagna, Colazingari, Lanzidei, Ciolfi, Tassi. Sottratti tutti, lui resta intonso, satollo.

Comunque sia è uno spettacolo della politica locale. Non lo spieghi con Guicciardini o Machiavelli, manco con le categorie di Norberto Bobbio... Qua si spiega con il Divino Amore, la Madonna del Soccorso, l’intercessione di Sant’Antonio da Padova. Siamo alla politica della Provvidenza.

Gli avversari, per non capire nulla, potrebbero cominciare a piazzare una sede alle Ferriere, Santa Maria Goretti aiuta. Perché a Latina rischiamo la santeria. Cioè quella forma di religione importata dagli schiavi africani deportati in America Latina. Fede forte, potente: dalla quale derivavano Ginga e Copoeira che si dice fossero l’arma segreta di Pelè. E Coletta da giovane era anche un buon calciatore.