Il virus attacca le suore: 59 casi in un giorno. Lazio terzo per tamponi

Foto © Imagoeconomica / Alvaro Padilla

I 59 casi positivi in una sola mattina. Infettati due istituti di suore alle porte di Roma. L’assessore alla sanità Alessio D’Amato non perde la calma, sorvola sulle domande a proposito delle polemiche con altre Regioni, ribadisce il no all’ipotesi Forlanini. Il caso Fondi.

Cinquantanove casi, tutti insieme. Il virus è allo porte di Roma. Ha aggredito due istituti di suore, costringendo ad isolarli. Il primo è quello delle Figlie di San Camillo in via Anagnina a Grottaferrata: sono risultate positive 40 suore ed una di loro è ricoverata. Isolato anche l’istituto della congregazione delle suore angeliche di San Paolo sulla via Casilina a Roma: sono 19 i casi di positività registrati su 21 totali.

Il bollettino quotidiano dello Spallanzani parla di 211 pazienti COVID 19. e di loro, 19 pazienti vivono grazie ad un ventilatore polmonare che li aiuta a respirare. I pazienti dimessi, che hanno superato la fase clinica e che sono negativi per la ricerca dell’acido nucleico del nuovo coronavirus sono 324. I pazienti dimessi e trasferiti a domicilio o presso altre strutture territoriali, compresa la Città militare della Cecchignola, sono a questa mattina 51.

È uno dei segnali che siamo all’inizio del picco. Lo aveva detto nei giorni scorsi e lo ha confermato questa mattina l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato: “Nel Lazio questa settimana abbiamo avuto un incremento costante di casi positivi, ma sempre sotto il 20 per cento. Però già da oggi ci attendiamo un ulteriore aumento dei casi, i nostri scienziati ci dicono che l’andamento e’ quello“. Lo ha detto intervenendo in diretta a ‘Buongiorno Regione’ su Rai Tre.

Terza regione per tamponi

Foto © Imagoeconomica / Alvaro Padilla

Il Lazio è la terza regione in Italia per numero di tamponi effettuati. È una scelta precisa, fatta insieme al team di scienziati al quale l’assessore si sta appoggiando per avere i riscontri. “La comunità scientifica non ha una univocità” sulla scelta di estendere a tutti i tamponi per il coronavirus. In questo momento si rischierebbe di allungare i tempi, meglio allora concentrarsi su chi ha già i sintomi e vedere se vanno isolati o non.

E poi c’è una considerazione logica: chi oggi risulta negativo al tampone potrebbe diventare positivo domani. “Noi ci atteniamo alle indicazioni dell’Istituto superiore di Sanità, però voglio dire che il Lazio è la terza regione per numero di tamponi, abbiamo superato gli 11mila“. assicura l’assessore.

Fondi zona rossa

Codogno posto di blocco © Marco Cremonesi / Imagoeconomica

Fondi da ieri è zona rossa, chiusa ed isolata ermeticamente. Per non esportare l’infezione a tutto il basso Lazio. Una quarantena nella quarantena, una clausura nella clausura. (leggi qui Fondi città chiusa. È zona rossa come Codogno).

L’assessore ieri sera era al tavolo che ha deciso quella misura così estrema. “Stiamo monitorando attentamente la situazione di Fondi. Purtroppo è stata necessaria dichiararla ‘zona rossa’ per tutelare sia la salute dei residenti, sia la salute dell’intero comprensorio” ha detto oggi a Rai Tre Alessio D’Amato.

Ha ribadito ciò che è ovvio ma andava comunque detto. E cioè che “non sarà possibile entrare e uscire dal Comune, saranno soppresse le fermate del trasporto pubblico e la fermata della ferrovia. Inoltre verranno effettuati degli screening sia attraverso i tamponi che attraverso le Tac, per verificare in via preventiva le polmoniti. Chiediamo questo sforzo ai residenti, ma e’ uno sforzo necessario“.

Il caso mascherine

Coronavirus, Ospedale e tenda medica: sanitario con mascherina Foto © Carlo Lannutti / Imagoeconomica

Le mascherine stanno diventando un’emergenza. Scarseggiano. Ma c’è da fare una distinzione. Tra quelle che servono per la popolazione, al fine di non emettere le particelle che finiscono nell’aria se si tossisce o si parla e potrebbero diventare veicolo di infezione. E poi quelle professionali che si usano nei reparti Infettivi degli ospedali o nelle fabbriche dove si lavora in presenza di polveri, si fanno bonifiche per l’amianto.

Molti hanno riconvertito la produzione e stanno già facendo migliaia di mascherine al giorno. In provincia di Frosinone sono già una mezza dozzina le sartorie industriali che hanno smesso di fare abiti e camicie per rispondere alle esigenze della popolazione e degli ospedali.

Per alcuni giorni ci sarà ancora il problema dell’approvvigionamento. “Sono in consegna 12.000 mascherine alla Asl di Latina – assicura Alessio D’Amato – . È stato dato mandato al direttore generale della Asl, come priorita’, di seguire la situazione del Comune di Fondi

Solidali con la Lombardia

Coronavirus, bombole di ossigeno Foto © Imagoeconomica / Stefano Cavicchi

La linea dell’assessore è la stessa dall’inizio: niente polemica, risposte concrete. Non vuol dire sottovalutare, ma affrontare la situazione giorno per giorno. Essendo pronti a ogni emergenza. Nessuna polemica quindi sulla distribuzione delle risorse tra Regioni nel nord e del centrosud.

Ha ribadito nelle ultime ore D’Amato: “Siamo in una situazione di guerra e non parlerò mai male di chi deve essere in questo momento il nostro alleato. Siamo solidali con il sistema nazionale della Protezione Civile, con le altre Regioni e in particolar modo con la Lombardia. Stiamo cercando di lavorare su più livelli. L’importante è avere questi dispositivi, poi da quale canale provengono ci interessa poco”.

D’Amato ha semplicemente ricordato “che la Regione Lazio ha affrontato la questione garantendosi gli approvvigionamenti attraverso la partecipazione a gare internazionali”.

Alla solita (e inutile) domanda sulla possibilità di aggiungere il Forlanini ai 5 Covid Hospital istituiti nel Lazio per affrontare l’emergenza, D’Amato ha dato la solita risposta: “Il tema del Forlanini non è all’ordine del giorno perché abbiamo bisogno di soluzioni rapide, in sette giorni non in sette anni, per cui non è una questione che adesso sta nell’orizzonte del lavoro che stiamo conducendo“.

Ci salva la tecnologia

Il Lazzaro Spallanzani © Carlo Lannutti / Imagoeconomica

La novità importante è quella legata alla tecnologia. Per anni tutti noi abbiamo ascoltato discorsi che la tecnologia poteva portarci via il lavoro e complicato la vita. Oggi, ai tempi del Coronavirus, è proprio la tecnologia a reggere la situazione.

D’Amato ha affermato: “Abbiamo lavorato con la federazione italiana dei medici di medicina per creare questa App agile e semplice, che mette in contatto il medico di medicina generale e il pediatra con il proprio assistito che in questa fase sta in isolamento domiciliare. La App consente di ‘leggere’ dei parametri fondamentali: due volte al giorno la temperatura e, per i casi più gravi, l’ossigeno nel sangue attraverso un pulsimetro che viene consegnato al cittadino. Per noi è uno strumento molto importante perché attualmente in domiciliare abbiamo oltre 8.500 concittadini.

Aver costruito in così poco tempo questo meccanismo di rapporto con medici e pediatri è assolutamente importante. La App è scaricabile dal sito della Regione e stiamo aspettando che Google e Apple ci mettano in condizione di scaricarla sui loro store, è questione di ore e poi sarà ampiamente disponibile“.