Il voto all’unanimità che invece è solo campagna elettorale

Come va letto il voto all'unanimità dato dal Consiglio Comunale di Anagni contro il biodigestore. Solo campagna elettorale. Sanno che è un voto ininfluente. E che erano altre le strade per impedire l'opera. Sulla quale invece il Governo chiede di accelerare

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Come era ovvio aspettarsi, il Consiglio comunale che ad Anagni, nella tarda serata di ieri, ha varato una delibera unanime per contrastare la realizzazione del biodigestore, il cui destino in realtà non è legato a quel voto (il Comune non ha competenza). Il via libera in realtà dipende dalla conferenza dei servizi di mercoledì 6 aprile.

Se non ha competenza sul tema allora perché il Comune se n’è occupato, ha messo ai voti il tema, lo ha addirittura approvato all’unanimità? Quel voto ha rappresentato, di fatto, la prima tappa di una lunga campagna elettorale che da oggi fino alla primavera del 2023 arroventerà il comune di Anagni.

Il fiammifero di Vecchi

Guglielmo Vecchi

A farla scoppiare (in modo evidente, perché il tema era già chiaro) è stato l’intervento del consigliere comunale Guglielmo Vecchi, esponente di Idea Anagni. Che ha detto senza mezze parole che la responsabilità della struttura è della Regione Lazio a maggioranza progressista. Specificando che ovviamente il Pd è, in questo senso, il maggiore indiziato, sia come forza regionale che come espressione locale.

Un attacco in piena regola. Che ha causato la reazione dell’esponente del Pd Sandra Tagliaboschi. Che ha chiesto di evitare “strumentalizzazioni”.

Frecciate avvelenate anche nei confronti dell’amministrazione provinciale preceduta da Antonio Pompeo; in questo caso prendendo di punta il vice presidente dell’amministrazione, presente in aula come consigliere comunale di opposizione, Alessandro Cardinali. Entrambi, Cardinali e Tagliaboschi, hanno ribattuto chiarendo che è necessario evitare strumentalizzazioni sul tema. Lo stesso Cardinali ha peraltro ricordato come già da tempo il consiglio provinciale si fosse pronunciato in maniera netta contro la struttura. Probabilmente ha un ricordo sbagliato: il Consiglio provinciale non ha competenza in materia.

Il senso e la prospettiva

Foto: Stefano Carofei © Imagoeconomica

Ma, al di là della polemica che ha caratterizzato una parte del Consiglio comunale (che comunque ha fatto registrare alla fine l’approvazione unanime della delibera), resta il senso di quello che è accaduto e la prospettiva di quello che accadrà da adesso in poi. Che dipende molto da quello che accadrà in Regione.

La conferenza dei servizi che si terrà mercoledì 6 aprile potrebbe dare un’autorizzazione definitiva nei confronti della struttura progettata per sorgere nella zona industriale della città di Anagni. In questo caso la campagna elettorale del centrodestra alle prossime comunali sarà tutta giocata sull’opposizione cattiva nei confronti del centrosinistra in Regione che non ha voluto rispettare il volere della maggioranza comunale e di tutto il popolo che, invece, questa struttura non la voleva.

Ed è del resto quello che ha detto anche, nelle sue considerazioni, il sindaco Daniele Natalia.

Solo chiacchiere e campagna elettorale

La sostanza dei fatti è ben diversa. Se il Comune di Anagni (e questo vale anche per Frosinone e tutti gli altri Comuni del Lazio) avesse voluto davvero azzerare la possibilità di avere un biodigestore aveva tutti gli strumenti per impedirlo. Bastava riunire gli uffici e poi l’Aula dichiarando che la zona su cui è stato progettato il biodigestore non fa più parte della zona Industriale; sarebbe così tornata interamente di sua competenza ed avrebbe avuto tutti i diritti di dire no. Non lo ha fatto la maggioranza, non lo ha suggerito l’opposizione.

Seconda strada. Bastava riunire i Comuni che sono soci del consorzio industriale e variare il regolamento nel punto in cui si dice che i biodigestori possono essere realizzati perché sono indispensabili alla crescita economica ed industriale (altrimenti, agli attuali prezzi del gas possiamo dire addio a tutto il comparto produttivo). Correggere aggiungendo la parola non e trasformando la frase in non possono essere realizzati. Non lo ha fatto la maggioranza, non lo ha suggerito l’opposizione.

La realtà è che maggioranza ed opposizione hanno voluto evitare il bis della sciocchezza compiuta quando in Italia è stato votato No alle centrali nucleari; la Francia ha ringraziato e le ha costruite a due passi da noi vendendoci a prezzo carissimo l’energia elettrica lì prodotta.

Il Comune non c’entro

Il sindaco Daniele Natalia (che nella prima fase di questa storia è stato un sostenitore convinto del progetto, anche contro la sua maggioranza), ha chiarito in maniera estremamente evidente che la “responsabilità” della struttura è ascrivibile solo e soltanto alla Regione Lazio. E quindi alla maggioranza di centro-sinistra che siede alla Pisana. 

La speranza segreta di molti Consiglieri è che in Conferenza si decida per un rinvio. Ignorando l’emergenza energetica nella quale sta sprofondando il Paese e gli input dati dal Governo per evitare che il prossimo inverno ci ritroviamo con l’energia razionata. Il rinvio verrebbe interpretato dal centrodestra e dal centrosinistra come una vittoria della propria strategia. Rimarcando ancora di più che è solo una discussione da campagna elettorale.

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