In un modo o nell’altro è monocolore Natalia

Una variazione di bilancio milionaria. per lavori fondamentali e attesi dalla città. Ma il sindaco di Anagni se la vota da solo con la sua maggioranza. Perché l'opposizione non c'era. Situazione da monocolore. E pochi giorni prima Rosatella lo aveva accusato di credersi un podestà

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Lo hanno notato in pochi. Ma martedì scorso ad Anagni la maggioranza capitanata dal sindaco Daniele Natalia ha avuto, per qualche minuto, un consenso unanime. E non su una mozione di indirizzo generico, non vincolante, ma su una delibera precisa. Una variazione di bilancio importante.  Che ha impegnato più di un milione di euro per lavori attesi in città. Tra questi, la messa in sicurezza della frana della Calzatora; la valorizzazione di Piazza Innocenzo III e di Casa Barnekow; la realizzazione di un ascensore nel palazzo comunale.

L’unanimità si è verificata per un insieme di cause diverse, ma che hanno avuto tutte lo stesso esito; i consiglieri Fernando Fioramonti  e Valeriano Tasca (che probabilmente avrebbero battagliato di più) erano assenti per motivi di lavoro; invece Nello Di Giulio di Anagni Cambia Anagni è uscito al momento del voto per non dare adito a sospetti di conflitto di interessi, essendo parte dell’associazione per il recuperi di Casa Barnekow; mentre Alessandro Cardinali  e Sandra Tagliaboschi hanno fatto sapere, nella dichiarazione di voto finale, che per venire incontro alla necessità di fare presto per i cittadini da mesi alle prese con i disagi legati alla frana, si sarebbero astenuti.

Monocolore Natalia

La maggioranza di Anagni

Un combinato disposto che, come detto, ha favorito la creazione, certamente eccezionale ma non per questo meno significativa, di un monocolore intorno alla figura del sindaco. Dando ragione a chi, come il generale Guglielmo Rosatella, gli aveva solo pochi giorni prima dato del podestà. (Leggi qui Il nostro sindaco si crede un podestà).

Al di là della nota di colore, l’episodio però può essere analizzato più a fondo. E permette di rivelare una verità abbastanza evidente. E cioè che l’opposizione consiliare in questo momento è di fatto evanescente. Al di là delle battagliere testimonianze singole dei consiglieri, non sembra esserci in minoranza una strategia di fondo che possa permettere di recuperare terreno rispetto ad una maggioranza al momento senza avversari.

Nel caso del voto sulla delibera, ad esempio, sicuramente Di Giulio aveva ragione nel comportarsi come ha fatto: ma l’impressione generale è stata quella di una spaccatura. Che rende ancora più netto il solco tracciato dopo le polemiche sul ritiro della firma dal ricorso contro il biodigestore. Episodio che ha di fatto allontanato dal gruppo di minoranza Tasca e Fioramonti ( che infatti la sera prima aveva criticato, sia pure velatamente, il Pd cittadino). (Leggi qui Il Pd incoerente: Fioramonti lo sorpassa a sinistra).

La maretta interna

Una situazione nella quale bisogna inserire anche la maretta interna al Pd, con segretario ed esponenti di peso che sembrano piuttosto distanti, per usare un eufemismo. Tanto che voci più o meno di corridoio sembrano prefigurare uscite eccellenti dal Partito.

Una situazione che sembra ideale per Natalia. Che corre un solo rischio. Quello di non mettere in pratica ciò che ha promesso. Adesso sembra non avere più alibi. O quelle opere sbandierate diventano realtà, nei tempi annunciati, oppure la situazione potrebbe cambiare in fretta.