Incognita a Cinque Stelle sull’accordo Pd – Forza Italia

Ultimi scampoli di vacanza e poi arriverà settembre con tutti i nodi destinati a venire al pettine: il Governo Gentiloni dovrà varare la legge Finanziaria e da quel momento in poi i partiti inizieranno la campagna elettorale per le politiche e per le regionali. Con l’appuntamento della Sicilia (5 novembre) che sarà un anticipo significativo.

I due sistemi elettorali proporzionali per Camera e Senato, peraltro diversi fra loro, sono fatti apposta per non dare la maggioranza autonoma a nessuno. Le alleanze si faranno in Parlamento dopo e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella avrà il “boccino” in mano, non soltanto per la scelta del presidente del consiglio incaricato.

 

Partito Democratico e Forza Italia sembrano destinati ad allearsi comunque, anche loro malgrado: l’esigenza di fermare il Movimento Cinque Stelle è prioritaria. Ma tutti gli altri? La Lega, Alternativa Popolare, Mdp, Sinistra Italiana, Fratelli d’Italia? Cosa faranno? Qualcuno di loro concorrerà alle grandi intese oppure no?

 

Adesso che Alternativa Popolare sembra volersi riavvicinare al Pd, appare complicato capire cosa potrà succedere.

 

La certezza è che il Movimento Cinque Stelle non farà alleanze. Però che succede se dovesse risultare il partito di maggioranza relativa? In teoria, secondo prassi costituzionale, il Capo dello Stato dovrebbe affidare a loro l’incarico di provare a formare il nuovo governo. Luigi Di Maio potrebbe provarci, andare in aula e verificare se qualcuno è pronto a dare un sostegno, anche esterno.

 

L’esito non è scontato: Lega e Mdp, per esempio, potrebbero voler affossare una volta per tutte l’idea dell’accordo tra Renzi e Berlusconi.

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