Incredibile, il teatro D’Annunzio è agibile

“Il Teatro D’Annunzio è agibile”: l’annuncio del sindaco di Latina Damiano Coletta con un post su Facebook. C’è stato questa mattina l’ultimo sopralluogo nella struttura di viale Umberto I. Ed è arrivato il via libera da parte della Commissione di Vigilanza sul Pubblico Spettacolo.

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Ma una notizia un po’ originale
Non ha bisogno di alcun giornale
Come una freccia dall’arco scocca
Vola veloce di bocca in bocca

Fabrizio De Andrè, Bocca di rosa

Incredibile… il Teatro D’Annunzio di Latina è agibile. Non ci credeva più alcuno, tutti avevano dimenticato che la città capoluogo aveva avuto, anche se per poco, un teatro.

Stamane il miracolo. In molti scettici chiedevano conferma al vescovo: che sui miracoli ha competenza assoluta. Laicamente di bocca in bocca correva la notizia, del resto se dopo 70 anni muore una Regina, ogni sette possiamo fare uno spettacolo teatrale.

Damiano Coletta non cammina: vola. Le compagnie teatrali non festeggiano: hanno esaurito tutte le bollicine, anche l’Asti spumante.

Il teatro D’Annunzio lo volle Nino Corona: sindaco democristiano di Latina dal 1972 al 1980 e poi dal 1983 al 1985, poi presidente della Provincia di Latina dal 1989 al 1991. Anni in cui la Balena Bianca con lo scudo crociato dominava la politica italiana.

Ha vissuto tutta una storia triste il D’Annunzio: da biglietteria per i bus e le mense, a mille funzioni comunarde senza alcuno spettacolo. Ma non ha visto mai una sua tranquillità. Ora? Ora pare che uno dei misteri di Fatima fosse questo “a Latina riaprirà il teatro con agibilità“.

Il teatro più grande della città era stato chiuso nel 2015. Lo dispose l’allora commissario del Comune Giacomo Barbato. Da allora si sono rincorsi un’infinità di provvedimenti finalizzati alla messa in sirurezza.  Lo scorso primo settembre il sindaco aveva ufficializzato di avere depositato la Segnalazione di Certificata di Inizio Attività: quella che noi comuni mortali chiamiamo Scia e dobbiamo depositare al Comune anche se spostiamo una mattonella. Ora l’atto finale: la conferma ufficiale dell’agibilità.

Sette anni di attesa

Ci sono voluti 7 sette anni di vacche magre, il teatro chiuso, per avere uno qualche spettacolo grasso di pubblico. Rivedremo le piccole ballerine dei saggi di danza da aprile a luglio, qualche piano suonare antiche canzoni e potremmo dire che sì, abbiamo un campanile, una torre civica, un teatro e siamo una grande città.

Indosserò la cravatta a cioffo (il papillon), la marsina, il cilindro e con il bastone farò la mia scena: a teatro ci si va teatralmente. La notizia c’è: abbiamo un teatro non so se avremo un sindaco ma se avremmo tutti e due insieme sarebbe una beltà. 

Il teatro non è altro che il disperato sforzo dell’uomo di dare un senso alla vita.
Eduardo De Filippo

E ora in quello spazio può morir contento anche il pagliaccio che per mesi ha chiesto di provare ad aprire il luogo dove si piange e si ride ma tutto è così falso da esser fin troppo vero. Il pagliaccio non è quello musicato da Mascagni ma è il cronista che sono 

Cari amici, ascoltatelo un momento
Sta per morire e così l’ha finita
La pagliacciata che chiamava vita
Sta per morire, e ha fatto testamento
Cristalli di pensieri, ali di vento
Ululeranno cupi questa sera
Salmodieranno monaci in preghiera
Perché, sì, in pace lui muore contento

Francesco Guccini, Testamento di un pagliaccio

Il teatro a questo serve a far risorgere ogni morto, a far morire ogni vivo. Per un applauso.

Naturalmente io ho poetato ma da domani sarà corsa a diventare direttore artistico. E si farà in prosa. 

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