Indotto Stellantis, cresce la preoccupazione

La rimodulazione degli assetti e degli organici spaventano molti lavoratori dell'indotto del Cassinate. E sullo sfondo c'è lo spauracchio dello sblocco dei licenziamenti. Il sindacato Flmu-Cub accendi i riflettori sulla questione con un presidio-volantinaggio: "Nessuno deve rimanere indietro"

Alessio Brocco

In definitiva, le parole sono tutto quello che abbiamo

Non ha fatto solo vittime, non ha cancellato solo storie e affetti. Il Covid ha avuto anche la forza di modificare l’accezione di alcune parole. Come futuro: un concetto che racchiude in sé altri termini: possibilità, entusiasmo, prospettiva. Li ha riposizionati: sul timore, il punto interrogativo sul domani, la preoccupazione.

Preoccupazione: un’altra parola su cui accendere i riflettori. Uno stato d’animo con cui convivono troppi lavoratori. Come quelli, migliaia complessivamente, dell’indotto Stellantis. (leggi Stellantis, le preoccupazioni di Picano)

L’ora della mobilitazione

FOTO IMAGOECONOMICA

Ad accendere i riflettori su quelle parole cambiate è stato in queste ore il sindacato Flmu-Cub. Ha organizzato per oggi un presidio-volantinaggio dalle 12 alle 14 all’esterno di uno degli ingressi dello stabilimento Fca di Piedimonte San Germano. Sono preoccupati: temono che sia l’indotto a dover pagare il costo della nuova organizzazione del lavoro: “in particolar modo tocca ai lavoratori della Iscot Italia, Service Key, De Vizia, Logitech e degli addetti alla mensa Break & Lunch, nonché di tutto l’indotto pagare in prima persona i costi della ristrutturazione”.

Dal sindacato proseguono evidenziando che “decine di questi operai praticamente non sono ancora rientrati al lavoro dopo il periodo della prima emergenza sanitaria di oltre un anno fa. Le aspettative di rientrare in fabbrica si affievoliscono giorno dopo giorno. Parliamo di operai e padri di famiglia, molti dei quali già a orario ridotto prima della pandemia e che da quindici mesi percepiscono 400 o 500 euro al mese”.

Lo spauracchio è la rimodulazione di assetti e organici. Ma non è l’unico. Sullo sfondo c’è la preoccupazione per lo sblocco dei licenziamenti (fissato al 30 giugno 2021 in modo generalizzato, ma dal 1° luglio 2021 al 31 ottobre 2021 resta il divieto per i destinatari dell’assegno ordinario e della cassa integrazione in deroga). Per il sindacato le prossime settimane saranno decisive per la tenuta dei livelli occupazionali dell’area industriale del cassinate“.

E proseguono affermando che “oltre allo sblocco dei licenziamenti collettivi ci sarà da fare i conti con centinaia di esuberi e licenziamenti nell’indotto della FCA di Cassino. Le società dell’indotto e dei servizi della FCA, infatti, in questi giorni stanno rimodulando i loro assetti e organici”. Una delle preoccupazioni del sindacato risiede nel fatto che i licenziamenti degli esuberi possano diventare “efficaci e inoppugnabili”.

Parola d’ordine: unità

Automotive
Foto: Kelly Lacy da Pexels

Il leitmotiv alla base delle preoccupazioni è chiaro. E per Delio Fantasia, segretario provinciale della Federazione lavoratori metalmeccanici uniti – Confederazione unitaria di base, è fondamentale sollevare la questione in tempo e non ridursi all’ultimo minuto che, in questo caso, collima con la data dello sblocco dei licenziamenti. Proprio per questo motivo – conclude – abbiamo voluto accendere i riflettori sul tema attraverso un presidio-volantinaggio. La risposta dei lavoratori è fondamentale”.

Affinché nessuno resti indietro dal sindacato chiedono unità perché, spiegano, “se toccano un solo operaio, toccheranno tutti noi. Questa frase vuol dire sentire sulla propria coscienza la responsabilità di non abbandonare nessuno. L’unità dei lavoratori, mai come in questo momento, assume un significato straordinario”.

Perché concludono dalla Flmu-Cub,“se passa il principio “mors tua vita mea”, ovvero il sollievo per lo scampato pericolo di chi “sopravviverà”, alla fine “moriremo” tutti”.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright