Industriali a caccia di talenti per rilanciare il Lazio

Il presidente di Unindustria al Corriere della Sera traccia la rotta per portare il Lazio fuori dalle secche determinate dalla pandemia.

Un’Expo per Roma, un nuovo Politecnico e il completamento delle grandi infrastrutture materiali e immateriali. Pensa “in grande” il neopresidente degli industriali del Lazio Angelo Camilli eletto mercoledì scorso dall’Assemblea di Unindustria. Lo dice sull’inserto L’economia del Corriere della Sera in edicola questa mattina.

Si parte dal presente e da quello che ha lasciato la pandemia. Nei mesi scorsi l’allora presidente Filippo Tortoriello l’aveva paragonata ad uno tsunami, che prima sommerge tutto e poi trascina via. Nel caso del Lazio lo tsunami è arrivato in un periodo di stagnazione: l’economia e lo sviluppo avevano già rallentato fino a fermarsi. Lo dicono i numeri: nel 2019 il Pil era aumentato appena dello 0,2% e non aveva ancora recuperato il livello del 2007, anno che ha preceduto la crisi finanziaria globale. (Leggi qui Camilli prende il timone di Unindustria e traccia la rotta).

La nuova squadra di governo di Unindustria

La preoccupazione di Angelo Camilli è per le conseguenze sui settori strategici per l’economia laziale. “Per asettori come il Turismo, i Trasporti e l’Audiovisivo, siamo a livello di azzeramento, con un calo dei ricavi dell’80-90%. Le basti pensare che a Roma Centro gli alberghi sono occupati al 7% contro il 90% pre-pandemia“.

Le conseguenze sull’occupazione sono state devastanti. Nei mesi da aprile a giugno Unindustria ha registrato un calo di 89mila posti di lavoro che corrispondono al -3,7%. La domanda centrale è se e quando si riuscirà a recuperarli. Angelo Camilli è preoccupato per “la capacità di reazione del sistema-Lazio: le stime ci indicano un rimbalzo nel 2021 più contenuto rispetto ad altre regioni: +4,1% contro il +6,9% della Lombardia e il +7,8% del Veneto“.

Il Covid-19 non è stato solo distruzione. Nel Lazio operano alcuni dei settori chiave nella lotta alla pandemia: sono stati coinvolti a pieno titolo. È il caso delle industrie del polo Chimico – Farmaceutico tra le province di Frosinone e Latina. Spiega Angelo Camilli che “Il farmaceutico a livello nazionale pre-pandemia valeva 33 miliardi, il 38% dei quali realizzato nella nostra Regione. Latina è la prima provincia italiana per export, precedendo Milano e Frosinone. È chiaro che ci puntiamo molto. Come su altri settori che tengono: l’alimentare, l’aerospazio, l’Ict e l’automotive“.

Foto © Sergio Oliverio / Imagoeconomica

C’è bisogno di incentivi con i quali aiutare la ripresa, stimolare la ripartenza. Perché tre mesi di lockdown hanno azzerato le riserve. Unindustria ha chiara la ricetta: bisogna “spendere bene le ingenti risorse che ci sono e che arriveranno per l’emergenza. Ci saranno 6 miliardi di fondi comunitari strutturali, cui si aggiungeranno quelli del Recovery Fund che per il Lazio potrebbero generare altri 6 miliardi, e 3 ne verrebbero dal Mes, se vi attingessimo. Il tema e’ piu’ che mai fare bene la programmazione“.

Nel Lazio c’è anche un altro tema: dieci anni di cura da cavallo per risanare le casse della Sanità hanno tagliato tutti gli investimenti. In particolare le infrastrutture: strade, ferrovie, porti, reti immateriali, sono elementi strategici per far crescere un territorio. Il neo presidente di Unindustria non la vede in maniera tragica e chiede poerò di portare “a termine opere, spesso già finanziate, come la Roma-Latina, la Orte-Civitavecchia, la bretella Cisterna-Valmontone, il potenziamento della Salaria, la chiusura dell’anello ferroviario di Roma e l’espansione della capacità di Fiumicino. Inoltre bisognerebbe fare del porto di Civitavecchia che è già il secondo in Europa per traffico turistico con 2,7-2,8 milioni di passeggeri all’anno, un vero e proprio hub anche per le merci“.

Già dalla precedente gestione, Unindustria sta puntandi con decisione sulle infrastrutture immateriali, sulle reti e servizi, sui cloud, sulle eccellenze territoriali della cyber security.

ANGELO CAMILLI. FOTO © PAOLA ONOFRI / IMAGOECONOMICA

La più grande Associazione imprenditoriale del sistema Confindustria per estensione territoriale, con oltre il 90% dei voti ha un progetto ben definito. Chiede al sistema “Un salto di qualità del territorio a partire dalla ricerca. Dobbiamo trattenere e coltivare le nostre intelligenze. Penso a un grande Politecnico che formi i giovani nelle discipline scientifiche“.

Nel programma di Camilli sono altre idee ambiziose, come portare l’Expo a Roma nel 2035. “Bisogna recuperare ambizione e coraggio. Una manifestazione come Expo ci consentirebbe di rilanciare la filiera turistica imponendo a Roma un’agenda concreta di grandi cambiamenti e di interventi di rigenerazione urbana da realizzare nei prossimi 10-15 anni. Gli effetti sull’occupazione sarebbero importanti“.