Terremoto Forza Italia, via Augello si rifanno le liste Regionali (Insider)

Terremoto in Forza Italia. Dopo la rottura con Augello via anche gli uomini che aveva imposto. Il doppio patto: con Ghedini e con Cesa. Ora si ridisegnano le liste.

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Il grande caos matura nella notte. Le luci sono accese a piazza San Lorenzo in Lucina a Roma, nella sede centrale di Forza Italia. A pochi isolati di distanza, al Nazareno, i generali del Partito Democratico stanno combattendo uno scontro interno del tutto uguale. (leggi qui Pilozzi non è più candidato a Frosinone: la Camera va a Cerquozzi)

Le candidature hanno fatto esplodere le correnti. I regolamenti di conti sono iniziati subito: senza aspettare le urne. Perché c’è chi ora cerca di intervenire e spegnere gli incendi che sono divampati dovunque nel Lazio. Magari cambiando all’ultimo momento qualcuno dei nomi in lista.

 

LE IDI DI AUGELLO

Il primo a restare sotto i colpi è Andrea Augello. Non è uno qualsiasi. È un pezzo della storia politica del centrodestra regionale. Fino a ieri sera è stato nella stanza dei bottoni, lì dove si decide. Ha partecipato a tutte le riunioni con cui individuare il candidato governatore del Lazio con il Centrodestra. Fatto nomi, indicato soluzioni, proposto strategie.

Nella serata di ieri lo hanno messo alla porta. Fuori da Palazzo Madama, fuori da Montecitorio, fuori dalla Pisana. Fine. Niente candidatura per lui. (leggi qui Niente Camere per Andrea Augello: Il centrodestra lo lascia a casa)

Non è stata la serena fine di un ciclo. Non è vero che è stata una normale operazione di ricambio generazionale. È stato un regolamento di conti interno. Feroce e sanguinoso. Che non si fermerà con la messa alla porta di Andrea Augello. Proseguirà con l’eliminazione dei suoi candidati dalle liste di Forza Italia.

 

IL DOPPIO GIOCO

La decisione di pugnalare Andrea Augello è stata presa dopo che i colonnelli di Forza Italia del Lazio hanno maturato un sospetto: che il senatore stesse facendo il doppio gioco. Cercando così di piazzare le sue pedine sia nelle file di Forza Italia che in quelle di Noi con l’Italia. Facendo saltare tutti gli equilibri provinciali che erano stato costruiti con mesi e mesi di attività politica.

Nasce da qui il caos che ha portato il capogruppo provinciale azzurro Gianluca Quadrini a lasciare Forza Italia: il suo posto in lista per la Regione è stato cancellato in una notte per fare spazio a Carlo Gagliardi imposto proprio da Augello. (leggi qui Via alla scissione: Quadrini lascia Forza Italia e si candida con Pallone) Allo stesso modo sono nate da lì le tensioni che si sono accese all’interno dell’amministrazione comunale di Nicola Ottaviani a Frosinone con il rischio di far esplodere tutto (leggi Caos Forza Italia sulle candidature, scontro Ottaviani – Mandarelli. Quadrini convoca il Coordinamento e leggi anche I paracadutati, la rivolta in FI, la rabbia del sindaco (di L. D’Arpino)

 

IL PATTO CON GHEDINI E QUELLO CON CESA

La candidatura di Carlo Gagliardi che ha innescato il terremoto politico nasce da un patto sottoscritto da Andrea Augello con Niccolò Ghedini.  In base al quale veniva garantita una rappresentanza al senatore in tutte le liste per le Regionali del Lazio: il consigliere comunale Carlo Gagliardi a Frosinone, il consigliere regionale uscente Daniele Sabatini a Viterbo, il consigliere comunale Enrico Tiero a Latina,  l’europarlamentare Roberta Angelilli a Roma, più un altro nome sulla lista di Rieti.

Nomi imposti dall’alto, a prescindere dagli equilibri locali.

Allo stesso tempo però c’era anche un altro patto. Che legava Andrea Augello a Noi con l’Italia – Udc, cioè la Quarta Gamba dell’alleanza di centrodestra costruita da Silvio Berlusconi su scala nazionale. Un patto in virtù del quale la componente Augello (Cuori Italiani) andava a formare il polo centrista insieme ai movimenti di Raffaele Fitto, Maurizio Lupi e Lorenzo Cesa.

 

CESA FA TANA

È Lorenzo Cesa a fare tana. Quando Andrea Augello reclama una candidatura blindata per sé stesso, sotto le insegne di Noi con l’Italia. Secondo una vulgata, Cesa avrebbe risposto: “Non siamo noi a doverti garantire la candidatura: alle Regionali hai messo i tuoi uomini nelle liste di Forza Italia, non nelle nostre. Invece avresti dovuto candidare i tuoi uomini con noi per aiutarci a superare il quorum“.

Segue telefonata di Cesa a Silvio Berlusconi e (secondo alcuni) ad Antonio Tajani. Che chiede lumi a Caludio Fazzone. 

 

FUORI TUTTI

 

I fatti dicono che ieri sera la storia politica di Andrea Augello nel Centrodestra per il momento fa uno stop (leggi qui Niente Camere per Andrea Augello: Il centrodestra lo lascia a casa).

Con lui saltano tutte le candidature che aveva imposto. La lista per le Regionali di Forza Italia, proprio in queste ore, viene ridisegnata: a Roma stanno convocando tutti i big provinciali. Si riparte. Sperando di spegnere almeno una parte dei focolai.