Insulti e accuse: la riunione tra Fratelli finisce in ospedale

Urla, insulti, malori e code polemiche: la riunione di Fratelli d'Italia finisce in ospedale. E forse avrà anche un seguito. La consigliera Bevilacqua invitata durante la riunione a farsi un trattamento psichiatrico

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Fratelli coltelli. Volano le urla e si sfiora lo scontro fisico. L’ultima riunione di Fratelli d’Italia che si è tenuta a Cassino ha segnato il punto più basso della travagliata vita del Partito all’ombra dell’Abbazia. Una riunione che è terminata all’ospedale Santa Scolastica e che proseguirà – molto probabilmente – nelle aule del Tribunale. Non è servita a calmare gli animi la presenza del Coordinatore provinciale Massimo Ruspandini.

Fratelli integralisti e moderati

Michelina Bevilacqua e Gabriele Picano

La location è l’hotel “Al Boschetto” della Città Martire, uno dei più gettonati dai politici per riunioni e convegni. Al tavolo ci sono tutti gli esponenti del direttivo locale di Fratelli d’Italia, tra cui il vice coordinatore provinciale Gabriele Picano, la portavoce del circolo locale Angela Abbatecola ed il marito Fabio Marino già consigliere comunale; l’attivista Niki Dragonetti, per anni nella segreteria di Mario Abbruzzese alla presidenza del Consiglio regionale del Lazio durante il governo Polverini.

Quasi subito, sul banco degli imputati finisce la new entry: la consigliera comunale Michelina Bevilacqua che ha aderito al Partito meno di quattro mesi fa. A volerla nel Partito è stato soprattutto Gabriele Picano. Ma in tanti – soprattutto la corrente legata ad Angela Abbatecola – non le hanno mai dato un caloroso benvenuto e già nelle scorse settimane ci sono stati dei Direttivi molto accesi sul tema. Cosa le rimproverano? Si è sfilata dalla battaglia giudiziaria contro il sindaco Enzo Salera ed il Pd.

Il casus belli

In pratica. Nel mese di marzo sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini per il caso delle firme con cui è stata presentata la lista Pd alle scorse Comunali. E quelle per il presunto voto in cambio di favori. Entrambe le vicende vedono coinvolto il Pd.

Le opposizioni hanno tappezzato la città con i manifesti ed hanno voluto un apposito Consiglio comunale. Servivano almeno 5 consiglieri (un quinto dell’assise) per poter chiedere la seduta straordinaria. L’hanno chiesta ed ottenuta Giuseppe Golini Petrarcone, Salvatore Fontana (Italia Viva); Massimiliano Mignanelli (civico); Benedetto Leone (civico area Centrodestra) e Renato De Sanctis (No Acea).

La consigliera di Fdi Michelina Bevilacqua non ha firmato. (Leggi qui Tra forcaioli e garantisti, le elezioni approdano in Consiglio).

Ha spiegato che le priorità per la città al momento sono altre, che non bisogna cedere al giustizialismo. Parole in senso nettamente contrario rispetto a quelle che aveva pronunciato nella conferenza stampa prima del Consiglio la portavoce del circolo locale del Partito Angela Abbatecola che aveva chiesto le dimissioni del sindaco Enzo Salera. (Leggi qui Consiglio, il fronte si spacca: il manifesto nel mirino).

In Fdi si era di fatto aperto un caso politico, per questo è stato chiesto un vertice alla presenza di Ruspandini. Serviva un chiarimento.

Rottura verticale

Massimo Ruspandini

Un chiarimento che non c’è stato. Dopo la riunione anzi, i rapporti si sono rotti quasi definitivamente. Il motivo? Michelina Bevilacqua ha subito pesanti offese. Non di carattere politico. O almeno, non solo. Anche e soprattutto personali, ai suoi familiari. Qualcuno si è spinto a dire che aveva bisogno di un Trattamento Sanitario Obbligatorio: le cure psichiatriche esercitate d’autorità sui pazienti pericolosi che le rifiutano.

Sono volate parole pesanti, al punto che le urla hanno richiesto l’intervento dei proprietari dell’Hotel. La consigliera comunale Michelina Bevilacqua, molto provata da quanto accaduto, si è sentita poco bene ed ha chiesto di essere accompagnata in ospedale.

Non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Ma tutto lascia presagire che la riunione continuerà in altre sedi. Inizierà probabilmente una battaglia legale perché di politico, in quanto accaduto, c’è nulla. Cerca di smorzare la polemica il senatore Massimo Ruspandini: evita ogni commento. Si limita a dire: “Per quel che mi riguarda le cose che succedono nella sezione devono rimanere nella sezione e non dovrebbero mai uscire fuori”.